DISCORSO DEL SEGRETARIO GENERALE DEL COMITATO CENTRALE, DIMITRIOS KOUTSOUMPAS, ALL’EVENTO PER IL 100° ANNIVERSARIO DEL PARTITO COMUNISTA DI GRECIA
Stadio della Pace e dell’amicizia, Atene, domenica 25 novembre 2018
compagne e compagni,
Un secolo di lotte e sacrifici, con alla testa il KKE!
Sì, l’onorato Partito Comunista di Grecia ha appena completato un secolo di vita e attività.
Siamo orgogliosi di celebrare questo anniversario qui al Pireo, la città che diede i natali al nostro partito nel suo 1° Congresso di Fondazione il 17-23 novembre 1918.
Siamo orgogliosi di celebrarlo insieme con tutti voi, uomini e donne del partito di ogni età.
Salutiamo in particolare i nostri compagni veterani che sono passati sotto il ferro e fuoco e sono qui nonostante i loro problemi di salute.
Salutiamo anche le centinaia di ragazzi e ragazze della KNE, tra i 14 e i 18 anni, che quest’anno si sono uniti alle nostre file.
Abbracciamo con speciale gioia i nostri giovanissimi amici che si sono uniti sotto l’egida della rivista “Aerostato rosso”.
Siamo orgogliosi, ed è un onore speciale per noi, di avere la presenza e celebrare insieme ai nostri compagni e rappresentanti di 91 Partiti Comunisti e Operai da ogni angolo del Pianeta, che lottano per una vita migliore in ogni paese, continente e in tutto il mondo.
Il KKE, fin dai tempi della sua fondazione, è stato fedele ai principi dell’internazionalismo proletario ed esprime la sua solidarietà internazionalista in molti modi.
Onoriamo i militanti e le militanti di ogni paese nel mondo.
Onoriamo la memoria dei compagni che ci hanno lasciato, come Fidel Castro, leader della rivoluzione cubana, oggi a due anni dalla sua morte.
Compagne e compagne,
noi siamo entrati nel nuovo secolo con i nostri simboli, la falce e il martello, coi nostri principi, col marxismo-leninismo, l’ideologia comunista, col nostro programma aggiornato, e con la bandiera rossa che sventola nel vento con in alto lo slogan: “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”
Siamo già entrati nel nuovo secolo che è l’epoca del necessario passaggio dal capitalismo al socialismo.
In un’epoca in cui tanta gente ci dice e continua a dire che “il mondo decadente, si sta rinnovando e la nostra insurrezione è fondamentalmente obsoleta”, la storia dell’implacabile lotta di classe li smentisce. I garofani rossi, gli slogan, le bandiere i pugni alzati li confutano e cantano oggi la canzone della gioventù “che non accetta l’ingiustizia”.
I cento anni di storia del Partito Comunista di Grecia li confutano. Migliaia di persone note e meno note che con la loro lotta scrivono questa storia eccitante pagina dopo pagina.
Noi onoriamo tutti quelli che umilmente e in silenzio hanno scritto che “noi non abbiamo fatto nulla di importante”. Siamo grati a ciascuno di loro che in questi 100 anni sono stati in piedi.
E tutti quelli che, come scrisse Dimitris Chatzis nel suo racconto “Mourgana”[1]
“Essi credono nella loro giusta causa e per questa ragione combattono bene
Essi sono coscienti del loro dovere e per questa ragione sono disciplinati nel loro gruppo e muoiono se necessario.
Attraverso la vita armoniosa del gruppo disciplinato, il cuore è in pace e lo spirito sereno.
Essi amano il loro paese, la loro patria, bramano la vittoria.
Essi sono semplici e sono felici.
È per questo che cantano tanto.
Essi amano la vita, i suoi frutti, la pace.
Essi sono calmi e sensibili.
È per questo che si emozionano facilmente e piangono per un nonnulla
Sono fatti così.
Combattono bene, cantano un sacco e piangono per un nonnulla”
Nei tempi difficili che viviamo il KKE si è assunto il compito ancora una volta di sollevarsi, di far insorgere i lavoratori.
E nel passato abbiamo capito che non basta cantare “aiutami a sollevare il sole un po’ più in alto”, abbiamo dovuto sollevarlo sulle nostre spalle.
Abbiamo dovuto scrivere nuove canzoni. E lo hanno fatto migliaia di giovani comunisti che hanno preso e mantenuto in alto il testimone dei loro compagni più anziani delle prime cellule comuniste, i militanti dell’EAM (Fronte di Liberazione Nazionale) e dell’ELAS (Esercito Nazionale di Liberazione Popolare), i combattenti dell’Esercito Democratico della Grecia, di tutti coloro che sono sopravvissuti ai duri anni, alla dittatura, a tutte le svolte della lotta di classe.
Abbiamo mantenuto questo testimone con fermezza, non è caduto dalle nostre mani.
Ecco perché, quando la bandiera rossa è stata ammainata dal Cremlino, abbiamo gridato: “Compagni, in alto la bandiera, la speranza ora risiede nella lotta dei popoli.”
Siamo andati contro corrente, non abbiamo ascoltato le sirene, abbiamo sconvolto alcuni amici e compagni che dicevano “piano, piano…”, chi ci chiedeva di annacquare il nostro vino. Non lo abbiamo fatto e si è dimostrato che abbiamo fatto molto bene perché sapevamo che alla fine sarebbe rimasta solo acqua nel bicchiere, torbida e pericolosa.
E l’abbiamo fatto perché il nostro partito, con 100 anni di esperienza sulle spalle, non può permettersi di commettere errori che farebbero regredire il movimento, liquiderebbero la possibilità di riorganizzarsi, di reagire, di andare avanti e attaccare il barbaro potere degli sfruttatori.
Andando contro corrente, abbiamo acquisito la consapevolezza di nuovi militanti, con il più semplice slogan ancora più essenziale nato nelle strade della lotta:
“Operaio, senza di te non si muove neanche un bullone, puoi lavorare senza i padroni”.
Con questo slogan parliamo ogni giorno al cuore e alla mente dei lavoratori, dei disoccupati, degli operai.
Ora che ogni parola del KKE è confermata dalla vita stessa, siamo orgogliosi perché nelle ore più difficili non abbiamo arretrato.
Perché abbiamo seguito lo stesso atteggiamento di migliaia e migliaia di combattenti.
Siamo orgogliosi perché non abbiamo firmato nessuna dichiarazione di pentimento al sistema di sfruttamento.
Siamo orgogliosi di essere stati coerenti con il detto di Lenin: “Diciamo la verità e ancora la verità, anche quando è spiacevole”.
E abbiamo detto diverse verità, spiacevoli per molti …
Amiche e amici,
Compagne e compagni,
Abbiamo detto e continuiamo a dire molte verità.
Denunciamo che la democrazia parlamentare borghese è una forma di esercizio del potere capitalista. Non può nascondere il suo carattere e il suo contenuto, è in realtà la dittatura del capitale, la dittatura dei monopoli.
Perché, qualsiasi forma assuma il sistema politico, lo stato rimane classista, antipopolare, orientato a intensificare lo sfruttamento della classe operaia e l’oppressione delle classi lavoratrici sia nella fase di crisi economica capitalista che la fase della crescita capitalistica. Questo, ovviamente, non cambia negli anni del cosiddetto governo di sinistra. Al contrario.
L’esperienza dei nostri 100 anni di storia ci permette oggi di avere una salda posizione politico-ideologica contro ogni forma di dittatura del capitale e, naturalmente, il nazifascismo. Dobbiamo denunciare che la borghesia e i suoi partiti non si limitano alla democrazia borghese che essi stessi realizzano con una legalità borghese limitata. Quando lo ritengono necessario, usano colpi di stato militari e politici, sospendono le proprie stesse leggi al fine di intensificare la violenza e la repressione dello Stato e di ogni altro tipo, riducendo le libertà politiche e sindacali.
Abbiamo detto la verità su Syriza, anche prima che essa prendesse il timone del governo e prendesse posto a fianco dei partiti della gestione borghese, per continuare lo stesso percorso antipopolare.
Abbiamo avvertito che qualsiasi governo borghese, quali che siano gli slogan, le promesse, il nome, sarà costituzionalmente antipopolare, come e peggio dei precedenti, perché il potere dei monopoli diventa sempre peggio per il popolo e quindi le sue istituzioni, i suoi governi si adegueranno. La prova si vede nei diritti della classe operaia.
La scala che mostra la perdita per la classe operaia, per il popolo è crollata giù perché sono crollati salari e pensioni, così come sono crollati la sicurezza sociale e i diritti del lavoro. E tanto più peso grava sul popolo, tanto più aumentano i profitti.
SYRIZA nei quattro anni del suo governo ha caricato sul popolo un altro memorandum, il terzo, centinaia di leggi antipopolari e antioperaie, profitti sanguinosi e un debito che si porteranno le generazioni future.
E tutto questo sarà pagato dalla classe operaia, ossia la crisi economica e la competizione dei capitali nei Balcani, in Europa, in tutto il mondo. È così che funziona la bilancia del capitalismo: quando la classe operaia perde, il capitale vince.
SYRIZA ha realizzato le pretese del capitale, una per una, vantandosi oggi di ciò che il suo governo ha ottenuto laddove altri hanno fallito. È riuscita a ridurre ancora di più le necessità del popolo, che per sopravvivere alla crisi ha dovuto accettare le briciole e accontentarsi con meno.
In realtà, la recente rivendicazione – nelle parole di Tsipras – dei memorandum sono il più grande insulto a tutti coloro che hanno combattuto negli anni precedenti, si sono opposti alle misure antioperaie, hanno difeso i loro diritti e le loro conquiste.
Alimenta la frustrazione, il fatalismo e il compromesso, perché vuole rinchiudere e schiacciare il movimento dei lavoratori e popolare. Vuole che il movimento rimanga nei confini del sistema, con obiettivi “realistici”, vale a dire in condizioni di povertà e posporre qualsiasi lotta per cambiamenti radicali al Secondo Tempo.
SYRIZA, che ha preso il posto della socialdemocrazia nel sistema politico borghese, preservando il nucleo opportunista e avventurista, si è dimostrata in grado di adempiere a questo compito più facilmente di Nuova Democrazia e del PASOK in bancarotta.
I suoi governi si sono dimostrati più efficaci per il capitale, per la borghesia, per l’Unione europea e per gli Stati Uniti. Principalmente a causa della loro capacità di fiaccare la resistenza del popolo, manipolando il radicalismo, e ammutolendo le coscienze.
Questo è il motivo per cui essa gode del pieno sostegno del capitale, che ovviamente non avrà alcun problema a sostenere un governo nuovo ND quando SYRIZA collasserà.
Le false differenze con ND servono al loro sforzo congiunto di nascondere la loro convergenza su questioni strategiche che, in ultima analisi, è ciò che è fondamentale per la vita del popolo.
Né la separazione tra il “vecchio” e il “nuovo” sistema politico, né il falso “dilemma” “progresso o stagnazione” può nascondere che Syriza e ND, insieme con gli altri partiti borghesi, compete su chi possa sostenere il potere dei monopoli in modo più efficace.
È provocatorio far apparire come “progresso” la proposta del governo per la revisione costituzionale, il cui scopo principale è quello di garantire la stabilità del sistema e dei suoi governi, a prescindere dalla maggioranza parlamentare di un partito al fine di garantire la continuità dell’apparato statale borghese, indipendentemente dalle alternanze di partito nel governo.
Questa è l’aspirazione comune di Syriza e ND al fine di non disturbare l’applicazione della politica antipopolare.
Naturalmente il progresso non è l’imbellettamento o il rattoppamento del sistema politico corrotto, che ha perso credibilità tra il popolo.
Il progresso è l’uso di qualsiasi difficoltà, rottura e instabilità nel sistema barbaro affinché il popolo possa fermare il progetto antipopolare, ostacolandolo per guadagnare tempo per organizzare il contrattacco.
Infine progresso è l’intensificazione dell’opposizione e del malcontento popolare contro il marcio sistema politico borghese e questa insoddisfazione deve incontrare la via d’uscita politica nella proposta del KKE.
La forza che può fermare l’ascesa dell’estrema destra, il nazismo, il fascismo si trova nella proposta politica del KKE, nel suo rafforzamento, nella riorganizzazione del movimento operaio, il rafforzamento dell’alleanza sociale.
Non nei vari “fronti” e “alleanze” con SYRIZA, che cerca di creare nuove trappole per il popolo che ha tradizioni vivaci e militanti e la volontà di agire contro l’estrema destra, il nazismo.
L’ascesa dell’estrema destra, il nazionalismo non può essere fermata da coloro che sono i portabandiera della NATO, perché la stessa NATO rafforza le forze nazionaliste e persino fasciste per promuovere la politica del “divide et impera”.
Non può essere fermato da coloro che firmano accordi che a parole dovrebbero risolvere la questione, ma in sostanza promuovono l’integrazione della vicina FYROM nell’alleanza predatoria della NATO, lasciando la finestra aperta all’irredentismo, fertilizzando il terreno per le forze nazionaliste nel nostro paese favorendo il proprio irredentismo con il noto slogan astorico: “C’è una sola Macedonia ed è greca”.
L’ascesa dell’estrema destra, del nazionalismo non può essere fermato da coloro che imbellettano l’imperialismo USA in ogni occasione, che chiama Trump (che è stato sostenuto dal Ku Klux Klan) “diabolicamente buono”, che posano in foto con i nazisti di Alba Dorata a Kastelorizo e recano la responsabilità principale per i ritardi inaccettabili nel processo contro questa organizzazione criminale, con la conseguenza che i criminali nazisti sono ancora a piede libero.
In ogni caso non possono essere quelli che ricevono buoni voti dai meccanismi dell’UE, che ha l’anticomunismo come ideologia ufficiale, la teoria antistorica dei due estremi, l’equiparazione del comunismo con il nazismo.
Amiche e amici
Compagne e compagni
Il KKE non lesina le sue parole sull’UE o su qualsiasi altra alleanza imperialista.
Fin dal primo momento ha denunciato il loro carattere di unione dei paesi capitalisti d’Europa.
Fa lo stesso con la NATO, questa macchina assassina imperialista di guerre e interventi.
Oggi sempre più lavoratori e persone provenienti da strati popolari capiscono che questa UE non può cambiare, non può diventare a favore del popolo, e della classe operaia, è e rimane profondamente reazionaria.
È stato così quando il KKE ha messo in guardia contro il suo predecessore, la CEE, in seguito sul Trattato di Maastricht, il memorandum dei memorandum.
Non abbiamo celebrato l’unione economica e monetaria e l’euro, come hanno fatto gli euroscettici di oggi.
Resta reazionaria, sia che prevalgano le forze socialdemocratiche, o neo-liberali o di estrema destra. Perché il suo obiettivo principale è il rafforzamento dei profitti e della competitività dei monopoli dei suoi stati membri, attraverso la spietata competizione internazionale.
E questo obiettivo è soddisfatto dalla brutale costante offensiva contro la classe operaia al fine di favorire la riduzione dei salari e delle pensioni, il reddito dei lavoratori, in modo da rafforzare i gruppi monopolistici.
L’offensiva costante contro la classe operaia e i suoi diritti è una situazione normale in tutti i paesi dell’UE, che abbiano o no un memorandum.
Sia in Germania, che è il motore dell’UE, che in Francia e in Italia e anche in paesi come la Grecia, che rimane in una posizione molto debole a causa del suo elevato debito.
Oggi più persone capiscono cosa intende il KKE quando parla di alleanze predatorie.
Perché non c’è mai stato e non ci possono mai essere relazioni alla pari tra gli stati membri nell’UE, poiché la solidarietà tra i monopoli è legata solo al loro accordo di attaccare i popoli.
Come in ogni alleanza imperialista, al suo interno prevale lo sviluppo ineguale, la concorrenza, le relazioni ineguali tra Stati.
E la competizione tra le principali potenze dell’UE, Francia, Germania, Italia, continua a rendere il suo futuro sempre più incerto.
Effettivamente le previsioni non sono positive per l’economia capitalista europea e anche per quella internazionale. La possibilità di scoppio di una più profonda crisi di sovraccumulazione di capitale è reale.
Dalla crisi del 2008 non vi è stata una ripresa molto dinamica, e questo si riflette nel debito internazionale accumulato, nei trucchi finanziari per aumentare la redditività, negli investimenti industriali privati relativamente limitati, specialmente nelle economie capitaliste come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
I centri imperialisti ricorrono agli strumenti del cosiddetto protezionismo, come le misure prese da Trump, al fine di rafforzare i loro monopoli. E così le contraddizioni si acuiscono, i problemi sociali aumentano …
Le promesse di SYRIZA e ND sulla crescita capitalista “tranquilla a lungo termine” sono favole.
Simili pericoli derivano dal crescente coinvolgimento del nostro paese nei piani e negli interventi degli Stati Uniti e della NATO nella regione, con cui in sostanza concordano ND e gli altri partiti dei due poli borghesi.
L’unico disaccordo tra SYRIZA e ND è chi è più NATO della NATO! Chi dà la migliore mano di vernice sull’imperialismo USA?
ND e PASOK che per anni ci hanno detto che gli Stati Uniti sono nostri amici e hanno dato loro “terra e acqua”, o SYRIZA che trattando con due presidenti degli Stati Uniti, Obama che ci ha dato lezioni sulla democrazia e poi Trump, con cui ha battuto ogni record di sfacciataggine, dando nuove basi, porti, aeroporti, cantieri navali e altre strutture per i bisogni della NATO e degli Stati Uniti?
SYRIZA e ND hanno sostenuto le pericolose decisioni della NATO che consistono in preparativi di guerra contro la Russia, aggiornando i suoi piani incluso l’uso di nuove armi di distruzione ultramoderne, tra cui armi nucleari, e hanno aumentato le spese militari al livello oltraggioso di 2% del PIL.
SYRIZA e ND svolgono lo stesso gioco per quanto riguarda la presunta sicurezza e stabilità che la partecipazione a pericolosi piani imperialistici fornisce al nostro paese, al nostro popolo.
Discutono su chi terrà la bandiera della NATO e degli USA, chi avrà i rapporti più stretti con l’ambasciatore degli Stati Uniti: SYRIZA che gli ha fatto fare il giro di tutti i ministeri o ND e PASOK che gli hanno dato un “pass gratuito” per ogni regione e comune dove sono nella maggioranza?
E mentre la regione, dai Balcani, l’Egeo, il Medio Oriente e il Mediterraneo orientale odora di polvere da sparo, i partiti della gestione borghese stanno discutendo su chi servirà meglio l’interesse della classe borghese nella regione. Su quale dei due salvaguarderà una quota per i monopoli greci. E in questa regione dove tutti sono entrati per cercare di impadronirsi della sua ricchezza. In questa dura competizione ci sono Stati Uniti, la NATO, i paesi dell’UE, come Germania, Francia, oltre a Gran Bretagna, Russia, Cina e anche potenze regionali come Turchia, Israele e altri.
Amiche e amici
Compagne e compagni
Il nostro popolo non può aspettare che suonino le sirene della guerra imperialista.
Deve sollevarsi ora e rafforzare la sua lotta contro la guerra imperialista.
Deve esigere che la Grecia non sia utilizzata come trampolino di lancio degli imperialisti.
La base di Souda deve essere chiusa così come tutte le altre basi straniere in Grecia.
I soldati greci devono tornare a casa dalle missioni all’estero.
Il nostro popolo non può aspettarsi in modo utopico che la NATO si dissolva e che l’Unione diventi un’Europa dei popoli! Deve rafforzare ora la sua lotta per lo svincolamento dall’UE e dalla NATO, nonché da ogni alleanza imperialista con il popolo padrone della nostra patria, responsabile della società e dell’economia.
Perché se i popoli di ogni paese fossero veramente i padroni della propria terra, con in mano le chiavi dell’economia, avrebbero trovato il modo di risolvere le loro differenze a vantaggio della loro comune prosperità.
Il KKE dedica tutte le sue forze, svolge il ruolo principale nella lotta contro le guerre e gli interventi imperialisti, ha una storia di 100 anni come eredità.
Ha scritto pagine eroiche per gli interessi della classe operaia e degli strati popolari.
Nelle ore difficili giocherà il ruolo guida nella lotta per la difesa dell’integrità territoriale e dei diritti sovrani del nostro paese al fine di annientare qualsiasi invasore straniero che osi attaccare la Grecia.
Tuttavia, allo stesso tempo, il popolo non deve avere alcuna fiducia nel governo borghese, che ha enormi responsabilità, perché ha dato tutto al capitale, all’UE e alla NATO.
Nessuna tolleranza o sostegno per la classe dirigente che partecipa alla guerra per far avanzare i propri interessi economici.
La classe operaia, il nostro popolo, deve infine essere vittorioso e costruire il proprio potere della classe operaia, la società socialista, che è l’unico modo per sradicare le cause delle guerre imperialiste.
Solo in questo modo il popolo e i loro figli potranno vivere in pace, con il lavoro, con un’istruzione di alto livello.
Questo è il modo di abolire lo sfruttamento, la disoccupazione, la povertà e le guerre.
Possiamo noi e i nostri figli vivere meglio?
Rispondiamo categoricamente: SÌ, POSSIAMO.
Perché il nostro paese oggi ha un grande potenziale produttivo inutilizzato che può essere liberato solo attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione da parte del potere dei lavoratori, con una pianificazione centralizzata della produzione e il controllo dei lavoratori a tutti i livelli dell’organizzazione.
Poiché il nostro paese possiede notevoli risorse energetiche interne, ricchezza mineraria, una forza lavoro specializzata e mezzi per sostenere la produzione industriale e agricola, per coprire direttamente la maggior parte dei bisogni del popolo, ovvero cibo, energia, trasporti, costruzione di infrastrutture e case per la gente. La produzione agricola può sostenere l’industria in vari settori.
Esistono presupposti per la soddisfazione dei bisogni attuali delle persone, non solo delle esigenze del popolo in generale, con un’organizzazione radicalmente diversa dell’economia e della società.
Il modo è: la socializzazione della ricchezza minerale, dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della vendita al dettaglio, della terra, delle imprese agricole capitaliste, delle risorse naturali. Devono diventare tutti proprietà sociale.
Con questi strumenti il potere operaio può pianificare centralmente l’economia, dare slancio allo sviluppo dei settori e delle regioni, di conseguenza sviluppare l’agricoltura, la produzione industriale, i servizi sociali basati sul criterio della soddisfazione dei bisogni della gente in un modo sempre più ampio.
Questa economia pianificata centralmente, sulla base della proprietà sociale dei mezzi di produzione, è l’unica in grado di fornire una soluzione definitiva alla disoccupazione.
L’abolizione dell’attività privata in sanità, assistenza sociale, istruzione, cultura, sport, l’apertura di servizi pubblici esclusivamente gratuiti, di alta qualità e moderni.
La protezione della maternità, dei bambini, degli anziani. La creazione delle precondizioni per il tempo libero per tutti i lavoratori, specialmente per le donne. Misure per favorire la partecipazione delle donne agli organi del potere operaio, dalla base alla cima.
La partecipazione e il controllo dei lavoratori e del popolo inizierà dalle unità di produzione con i delegati eletti e revocabili e sarà esteso a tutti i settori e regioni.
Oltre ai lavoratori e agli agricoltori cooperativi, negli organi di potere eletti saranno rappresentati anche studenti e pensionati.
Anche nel più alto organo di potere per l’intero paese, i delegati eletti non saranno permanenti ma richiamabili.
Questo in breve è il nostro piano, la nostra proposta per il popolo.
E questa proposta è realistica e necessaria perché è nell’interesse soprattutto della classe lavoratrice, del popolo.
Perché il realismo e la necessità sono soprattutto per la vita e la prosperità per stare al passo con i progressi della scienza e della tecnologia.
Le persone e i giovani dovrebbero veder soddisfatti i bisogni contemporanei. L’orologio non dovrebbe tornare indietro perché le giovani generazioni vivano peggio di quelle più anziane, perché in nome del realismo vengono cancellati i diritti e le conquiste, con il groviglio di nuovi pericoli della guerra.
Il nuovo mondo del socialismo-comunismo è ciò che è realistico.
Amiche e amici
Compagne e compagni
Abbiamo già impostato il nostro percorso nel nuovo secolo perché abbiamo letto, studiato, valutato il secolo scorso con gli errori e le debolezze, gli alti e bassi, abbiamo corretto le ingiustizie e gli errori commessi in questo nostro difficile percorso negli ultimi 100 anni.
Abbiamo guardato negli occhi il socialismo che abbiamo conosciuto, non abbiamo gettato il bambino con l’acqua sporca, abbiamo parlato dei problemi reali nel socialismo e quando ci hanno presentato Lenin e Stalin come “mostri”, abbiamo dimostrato perché la controrivoluzione ha prevalso, perché questa battuta d’arresto storica, certamente temporanea, è avvenuta nell’intero corso in avanti dell’umanità.
Abbiamo tratto queste lezioni. Nel nostro programma abbiamo lavorato in modo esaustivo e dettagliato sul contenuto della pianificazione scientifica centralizzata.
Insistiamo sul fatto che da molti decenni i capitalisti e la loro classe sono inutili, che i lavoratori possono diventare scienziati e dirigenti della loro vita, che i nostri figli possano diventare agronomi, ingegneri, costruttori della nuova vita, musicisti delle grandi composizioni del nuovo mondo socialista.
Abbiamo mostrato la “bella città” dei produttori.
Non siamo rimasti incantati dai palazzi della plutocrazia.
Abbiamo tenuto duro, abbiamo sventolato la bandiera rossa nell’oscurità, abbiamo detto con certezza che “c’è molto di più da fare per noi …”
Negli anni passati, nei secoli trascorsi, per quanto il sistema di sfruttamento sembrasse implacabile e barbaro, ci furono sollevazioni popolari, figure eroiche, uno Spartaco che spingesse avanti la società.
La sconfitta della Comune nel 1871 può aver dato sollievo alla classe borghese e di fronte alla successiva rivoluzione del 1905 può aver messo un padre Gapon a capo della rivolta, ma non hanno potuto impedire l’arrivo del 1917.
Non potevano fermare i giorni che fecero tremare il mondo.
Qui in Grecia, terra di “cultura e libertà”, hanno imprigionato le menti più brillanti scaturite dalla lotta di classe nelle segrete di Akronafplia, dove prima dell’alba, nonostante le difficoltà dell’inverno durante l’occupazione, cantavano “Alle armi, alle armi, avanti alla lotta.”
Oggi i discendenti degli approfittatori del mercato nero che ringhiavano “non possiamo opporci al terzo Reich” chiedono al KKE di cessare di parlare dell’imperialismo e di mostrare la via da seguire.
Chiedono che il KKE diventi come loro, un fan di TINA (There Is No Alternative) … che impudenza, che faccia tosta!!!
Dimenticano – vedete che la caccia ai profitti non gli dà spazio per un pensiero profondo – che questo partito ha una lunga storia e un obiettivo chiaro.
Perché il suo obiettivo è l’emancipazione della classe lavoratrice.
Il socialismo non è volontarismo.
In ogni caso siamo profondamente convinti, sappiamo che è inevitabile che il sistema capitalista decadrà completamente.
Il nostro dovere è che non dobbiamo cadere ancora di più nella barbarie.
Le rivoluzioni non avvengono solo perché l’avanguardia lo vuole.
Le rivoluzioni, tuttavia, possono essere vittoriose quando esiste l’avanguardia.
Stiamo costruendo un partito del genere, in grado di essere in prima linea ogni volta che l’ora lo richieda.
Molti di coloro che negli anni precedenti hanno vacillato stanno marciando accanto a noi nel nuovo secolo.
Anche se oggi ci sono ancora molti che sono delusi, spaventati, non ripongono le loro speranze nel KKE per il futuro, siamo assolutamente certi che il KKE sarà la scelta giusta quando i mari diventeranno tempestosi, quando sarà necessario combattere gli oppressori, i padroni, gli sfruttatori, fino a quando questo mondo ingiusto non diventerà una cosa del passato.
Il nostro dovere è quello di non sprecare nessun momento senza svolgere i nostri compiti, senza aver contribuito nella misura in cui il nostro popolo ci dà la forza.
Che la classe operaia si sollevi, questa è la nostra ragion d’essere, la sua emancipazione finale che libererà il resto del popolo.
Un secolo di lotte e sacrifici …
E come disse il grande poeta turco Nazim Hikmet:
“Abbiamo un impeto secolare … Saremo vittoriosi anche se i nostri sacrifici sono enormi.”
Sì, per quanto siano grandi i nostri sacrifici, questo mondo marcio,
“… questa nave pirata, la affonderemo, e anche se il diavolo si arrabbia, costruiremo un mondo libero, aperto e pieno di speranza”.
Perché cantiamo ogni giorno, ogni ora:
“Non aspettarti che ci piegheremo nemmeno per un momento come il cipresso nella tempesta.”
Perché «amiamo tanto la vita … tantissimo» …
VIVA I CENTO ANNI DEL KKE
ANDIAMO AVANTI
ORA LA STRADA È TRACCIATA
———
[1] Durante la Guerra Civile la città di Murgana fu catturata dalle forze dell’Esercito Democratico (TEP) che la mantennero per più di due anni. “Mourgana” è anche il nome di un romanzo di Dimitris Hatzis che descrive le battaglie in montagna dell’Esercito Democratico di Grecia con l’Esercito Nazionale [NdR].