Intervento del Partito Comunista del Messico (PCM) al 21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai (IMCWP) di Smirne (Izmir), in Turchia, 18-20 ottobre 2019, co-organizzato dal Partito Comunista di Turchia (TKP) e Partito Comunista di Grecia (KKE) sotto il titolo “100 anni della fondazione dell’Internazionale Comunista: la lotta per la pace e il socialismo continua!”.
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Compagni:
In primo luogo ringraziamo il Partito Comunista di Turchia e il Partito Comunista di Grecia per la co-organizzazione di questo 21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, dedicato alla riflessione sul centenario della Internazionale Comunista.
La Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, generò una grande ispirazione tra i lavoratori del Mondo sulla costruzione di una nuova società senza capitalisti e senza sfruttatori, che rafforzata dalla Conferenza Comunista che creò la III Internazionale nel Marzo del 1919, scatenò in Messico l’attività per costruire il partito della classe operaia, il Partito Comunista, con il Congresso Socialista del 1919, la formazione delle prime organizzazioni comuniste quell’anno che si svilupparono fino a convertirsi nel Partito Comunista del Messico, Sezione dell’Internazionale Comunista nel Primo Congresso del dicembre 1921. Per questa ragione insieme al centenario dell’Internazionale Comunista stiamo commemorando questo novembre il centenario del movimento comunista in Messico.
La classe operaia del Messico è in debito permanente con l’Internazionale Comunista per il decisivo contributo per la formazione del suo Partito Comunista. L’Internazionale Comunista universalizzò la teoria marxista, arricchita dal leninismo, e universalizzò la teoria del partito di nuovo tipo, compiendo inoltre passi concreti per far sì che essi si formassero nella maggioranza dei paesi di tutti i Continenti. Il salto di qualità nella lotta di classe fu notevole.
L’attività della III Internazionale è una fonte inesauribile di lezioni per il movimento operaio e comunista contemporaneo e il suo studio un compito imprescindibile per ogni partito comunista. Nel nostro caso svolgiamo da alcuni anni uno studio sistematico che ci presenta conclusioni che mettono in discussione alcune versioni storiche circolate dopo il 1956.
Primo: in riferimento al suo funzionamento, qualcosa di molto negativo della storiografia anticomunista, e che fu replicato dal revisionismo all’interno del movimento comunista internazionale è l’opinione secondo cui la III Internazionale prendeva le decisioni in un centro lontano dalla realtà delle sue sezioni. La verità confuta questa grave deformazione dei Congressi, del Comitato Esecutivo, del Piccolo Comitato, delle commissioni per sezioni e nelle sezioni stesse si realizzavano discussioni franche, democratiche, con base nella metodologia marxista-leninista dell’analisi concreta della realtà concreta, tenendo in considerazione gli interessi del proletariato, dei popoli oppressi, della costruzione socialista, della lealtà ai criteri di classe e all’internazionalismo proletario. Ci sono molte prove di profondità delle discussioni, della serietà e della responsabilità, così come delle conclusioni e risoluzioni. È intollerabile tale calunnia.
Secondo: È una imprecisione e una deformazione presentare tutto ciò che precede il VII Congresso del 1935 come settario, isolato dalle masse, e dogmatico. Nell’esperienza concreta della sezione messicana dell’Internazionale Comunista nei periodi che vanno dal V al VI Congresso al 1935 il PCM si trasformò in un partito forte, che anche se in clandestinità riuscì a dirigere il movimento operaio e contadino, emergendo alla vita pubblica con grande influenza nelle masse popolari, con un giornale con decine di migliaia di lettori – lo storico El Machete; al contrario la linea del Fronte Popolare generò grandi problemi, indipendentemente se contribuì molto bene ai compiti contro il fascismo; ma l’alleanza con la borghesia e la socialdemocrazia incrinò l’identità del PCM e aprì una crisi organica della durata di vari decenni. Non condividiamo l’idea che il fronte con la socialdemocrazia e con la borghesia sia il gradino più alto dell’elaborazione strategica del movimento comunista internazionale; riteniamo che proiettata storicamente comportò l’alienazione dei partiti comunisti dai suoi obiettivi, li disgregò, contribuì alla liquidazione di alcuni, e in qualche misura li assimilò alla socialdemocrazia della II Internazionale cui critica portò alla fondazione dell’Internazionale Comunista.
Compagni:
Sicuramente tutti i partiti comunisti coincidiamo nel valutare l’importanza della gloriosa Internazionale Comunista, tuttavia esiste una opinione che da un peso maggiore alle specificità e particolarità della lotta di classe, che alle regole e leggi generali, che si pronuncia contro una strategia comune, ma che tuttavia ha una strategia comune delle cosiddette vie nazionali con caratteristiche simili, sostenute in una tappa intermedia tra il capitalismo e il socialismo. Dopo oltre 60 anni non c’è un solo esempio della sua validità. Come PCM consideriamo che l’elaborazione di una strategia rivoluzionaria unificata sia una necessità del movimento comunista contemporaneo, tenendo conto degli sviluppi dell’imperialismo, i pericoli della guerra, i limiti storici del capitalismo che immergono il pianeta nella barbarie, l’antagonismo capitale/lavoro, e la stessa esperienza della costruzione socialista. Lavoriamo per essa.
Compagni:
Leali all’internazionalismo proletario e all’esempio dell’Internazionale Comunista, vogliamo ribadire la nostra solidarietà ai partiti comunisti e operai d’Europa che affrontano l’anticomunismo dell’Unione Europea, ai popoli che affrontano l’aggressione imperialista dell’UE, USA e NATO; alla Rivoluzione Cubana che affronta una maggiore aggressività dell’amministrazione Trump e in generale dell’imperialismo, lo stesso che il popolo del Venezuela. Alziamo la nostra voce per la questione migrante, questione che deve esser affrontata dai partiti comunisti per trovare un intervento comune in questo importante settore della classe operaia internazionale.
Infine, e ribadendo che il movimento comunista nel nostro paese sta compiendo cent’anni in queste settimane, in mezzo ad una lotta per i diritti politici e elettorali per la classe operaia e i comunisti del Messico, in duro conflitto con il T-MEC (Trattato tra Messico, USA e Canada, ndr), la politica antiimmigrante, la svalorizzazione del lavoro, la Guardia nazionale e altre misure antioperaie e antipopolari del governo socialdemocratico di Obrador, il Partito Comunista del Messico manifesta la sua inalterabile convinzione di lavorare nel nostro paese per il socialismo, soluzione ai grandi problemi della classe operaia e del popolo del nostro paese.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!