Il 27 maggio da Alitalia, per una strategia di lotta unitaria dei lavoratori.

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Il 27 maggio da Alitalia, per una strategia di lotta unitaria dei lavoratori.

Il 27 maggio a Roma i lavoratori di Alitalia scenderanno in piazza, con sciopero del settore aereo promosso da CUB e USB. Si tratta dell’iniziativa di lotta più importante dei lavoratori della compagnia dal no al referendum delle scorse settimane, quando con una schiacciante maggioranza era stato respinto il piano voluto da Alitalia e appoggiato dal governo, e da CGIL, CISL, UIL e UGL insieme ad alcune sigle minori.

La manifestazione del 27 maggio, inoltre si pone di dare forza a quel processo di solidarietà ed unità delle lotte dei lavoratori che si è avviato in questi mesi a Roma. Una prova quindi, che non solo riguarda la fondamentale battaglia sui destini della ex compagnia di bandiera, ma che porta in piazza i lavoratori per una risposta unitaria e l’avvio di quel processo di radicalizzazione e unità delle lotte che oggi è necessario. La manifestazione è anche una risposta alla strategia padronale adottata per attaccare le lotte, in queste settimane sia da Alitalia che da altre aziende.

Alitalia ha subito adottato una strategia volta a colpire i lavoratori più esposti ed evitare il compattarsi dei lavoratori su posizioni più radicali. Così la prima mossa della gestione commissariale è stata il blocco della retribuzione in busta paga di tredicesima e quattordicesima mensilità, per ottenere quella riduzione salariale di fatto che l’azienda ha sempre cercato. Contemporaneamente una serie di provvedimenti interni, presenze di quadri e dirigenti a controllare i lavoratori, cercano di mettere freno al propagarsi delle idee più radicali – e razionali – sul da farsi. Infine le lettere di richiamo e i licenziamenti per lavoratori che in chat private, realizzate parallelamente alle trattative sindacali per informare i lavoratori delle evoluzioni della situazioni, avevano espresso posizioni critiche nei confronti dell’azienda e incitato i colleghi alla lotta. Segnali per preparare le prossime mosse, in una situazione che certamente non vedrà l’azienda arretrare di un passo sulle sue scelte, forte anche di una gestione commissariale che le consente manovre e misure maggiori, e che ha come unico ostacolo la compattezza dei 7.000 lavoratori che hanno espresso il loro no, di cui anche le sigle sindacali più inclini al compromesso devono oggi tenere conto.

Ma la strategia di Alitalia non è certo isolata. Anche in TIM, dopo mesi di lotte dei lavoratori che non intendono fermarsi, la repressione della compagnia non si è fatta attendere. Nel mirino questa volta sono entrate le affermazioni di un delegato sindacale dei Cobas, che nell’audizione parlamentare aveva espresso le giuste critiche alla linea aziendale. Sul sindacalista pende oggi un procedimento disciplinare, che ha ovviamente la volontà di colpire il movimento dei lavoratori di TIM, organizzati nel CLAT e spaccare il fronte della protesta, a tutto vantaggio dell’azienda.

Alitalia, Almaviva, TIM, tre vertenze che insieme hanno avuto la caratteristica di sviluppare un movimento di lotta dei lavoratori radicale e assolutamente critico verso la direzione concertativa e arrendevole del sindacalismo maggioritario, sviluppare legami tra diverse categorie e diverse lotte dei lavoratori, proponendo la costruzione di un fronte unitario di lotta. Insieme a loro si sono legate le vertenze del GSE, del Teatro dell’opera, settori dei traporti pubblici.

Il 27 maggio è il momento di dare una prova di forza unitaria, di dimostrare come anche una gestione radicale e non incline all’accettazione passiva delle politiche aziendali (e di governo) sia in grado di mettere in campo una propria proposta che coinvolge la parte più attiva dei lavoratori. L’appello non può che essere quindi quello di scendere in piazza il 27 maggio, per difendere la trincea più avanzata della lotta di classe oggi in Italia, ossia il no al referendum di Alitalia, sapendo che dalla vittoria o dalla sconfitta in Alitalia dipenderà non solo il destino dei lavoratori della compagnia, ma anche il sistema di relazioni sindacali e di conflitto che avremo in Italia in futuro. Una vittoria su Alitalia darebbe forza a tutti i lavoratori. Costruirne le premesse compito nostro, è compito di tutti i lavoratori.

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