Si è tenuto a Lima (Perù) dal 26 al 28 agosto l’Incontro internazionale dei Partiti Comunisti e rivoluzionari dell’America Latina e dei Caraibi, un appuntamento importante che sul modello degli incontri realizzati in Europa da diversi anni punta a sviluppare un maggiore dibattito e coordinamento tra le forze comuniste e rivoluzionarie a livello continentale. All’iniziativa hanno partecipato rappresentanti di Argentina, Bolivia, Brasile, Cuba, Ecuador, El Salvador, Messico, Nicaragua, Perú, Uruguay e Venezuela, ed ha portato il proprio saluto un rappresentante del Fronte Polisario del Saraui, e una delegazione della RDPK. L’incontro è stato ospitato congiuntamente dal Partito Comunista Peruviano (PCP) e dal Partito Comunista del Perù- Patria Rossa (a questo indirizzo è possibile ascoltare la conferenza di presentazione https://www.youtube.com/watch?v=cyG-MIrnvUo). All’ordine del giorno: la valutazione delle esperienze di governo di sinistra e progressista nella regione; il ruolo dei partiti comunisti e rivoluzionari nella lotta per l’indipendenza e la trasformazione sociale; il programma della sinistra latinoamericana e caraibica.
Di particolare importanza per i suoi riflessi a livello globale la discussione tra i partiti latinoamericani che ha toccato fondamentali punti della strategia rivoluzionaria sul continente, che oggi vede un forte attacco da parte delle forze imperialiste ed un oggettivo indebolimento – a partire dal Venezuela – delle forze progressiste che hanno sviluppato i processi democratici e rivoluzionari degli ultimi anni. Proprio il giudizio sul “socialismo del XXI secolo” e sulla strategia di questa fase sono stati punti determinanti degli interventi dei partiti presenti.
Nel suo intervento il rappresentante del Partito Comunista del Messico (PCM) ha affermato: «I comunisti non possono sostenere un governo borghese con la speranza di generare migliori condizioni per i lavoratori e il socialismo, storicamente questa posizione ha trascinato i comunisti alla coda dei progetti borghesi.» Dura la critica del PCM all’idea del «progressismo» che finisce per «incorporare forze operaie e popolari nel quadro del capitalismo» utilizzando gli slogan della «indipendenza e sovranità e della lotta all’imperialismo nord americano», e evidenziando come la semplice nazionalizzazione delle imprese non corrisponda alla socializzazione dei mezzi di produzione e al passaggio della produzione nelle mani dei lavoratori, ma al contrario:
«l’eterno rinviare la rivoluzione socialista ha fatto sì che lo Stato borghese con la nazionalizzazione delle imprese rafforzasse lo sviluppo delle forze produttive finendo per funzionare come “borghesi collettivo” che ha portato la borghesia nazionale ad essere borghesia monopolista e come tale di carattere internazionale inserita nella piramide imperialista. Senza contare – ha concluso l’intervento – che molte aziende hanno continuato ad essere direttamente nelle mani della borghesia.»
Il Partito Comunista Cubano, presente con una delegazione guidata dal responsabile del dipartimento internazionale del CC, Josè Ramòn Balaguer (intervento di apertura https://www.youtube.com/watch?v=N4g1eB9iaJg) In una sessione dell’incontro il delegato del PCC Basilio Gutierrez del CC del Partito ha relazionato sui risultati del VII congresso nazionale ( l’intervento in spagnolo è visibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=jUFXQV0obMI ). L’incontro ha inviato i propri auguri a nome dei partiti di tutto il continente per il 90° compleanno del comandante Fidel Castro.
La nostra redazione garantirà nei prossimi giorni ulteriore spazio all’incontro e al dibattito con la traduzione degli interventi delle delegazioni dei partiti presenti.
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