Sulle note dell’Internazionale è iniziato ieri il XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai. I delegati di 91 partiti comunisti provenienti da 73 paesi si ritrovano ad Atene, nelle sede del CC del KKE, discutendo e confrontando le esperienze nei propri paesi intorno al tema del ruolo della classe lavoratrice contemporanea e le sue alleanze, e i compiti d’avanguardia politica dei partiti comunisti nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace e il socialismo.
L’Incontro è stato aperto dall’intervento di Dimitris Koutsoumpas, Segr. Generale del KKE – partito che ospita l’incontro nel suo centenario della fondazione – che tra le altre cose ha evidenziato come «invano le sirene della reazione e dell’opportunismo cantano la fine della Storia, la fine della classe operaia e del suo movimento, la vita li smentisce. La classe operaia compirà prima o poi il suo ruolo storico, la sua missione storica, che consiste nell’abolizione definitiva dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la costruzione di una società socialista-comunista. Questo perché ha la forza legata alla produzione industriale concentrata. Da qui derivano le sue virtù, come la collettività, la disciplina cosciente, l’imbattibile resistenza alle difficoltà, dimostrate durante le grandi lotte di classe. La Comune di Parigi e la Rivoluzione d’Ottobre sono esempi brillanti che ispirano le nostre lotte».
Soffermandosi sul ruolo d’avanguardia dei comunisti, concentrandosi sull’importanza di rafforzare i suoi legami con la classe lavoratrice, ha affermato che «l’esistenza di un programma rivoluzionario, l’adesione alla visione del mondo marxista-leninista e all’internazionalismo proletario, i principi della formazione di un Partito di Nuovo Tipo, lo studio elaborato della nostra esperienza storica, costituiscono innegabilmente armi contemporanee, ci danno un vantaggio, ma la questione, tuttavia, è il modo in cui le utilizziamo creativamente e correttamente nelle nostre azioni e sforzi quotidiani. Non è sufficiente valutare il valore della lotta operaia per le rivendicazioni immediate così come il ruolo del Partito in esse. Un criterio di valutazione dovrebbe esser quanto queste aiutano nel progresso della costruzione della coscienza politica. Un criterio di progresso è l’avanzamento della costruzione del Partito nei luoghi di lavoro così come la composizione sociale dei membri del Partito, i gruppi di età e la partecipazione delle donne. Un criterio dovrebbe esser l’aumento costante del livello teorico, politico e organizzativo del Partito, nonché il miglioramento delle sue capacità in termini di orientamento e collegamento con la classe operaia, partendo dal Comitato Centrale fino ad arrivare alla cellula. I complessi compiti quotidiani non devono allontanarci da quello principale e fondamentale, lavorare alla base in modo che il Partito sia preparato, in modo che non sia sprovvisto davanti alle svolte improvvise, in modo che abbia sempre la capacità di previsione e adattamento tempestivo, senza perdere di vista il suo obiettivo principale».
Parlando dell’esperienza del movimento operaio greco, Koutsoumpas ha affermato che per il KKE «ciò che ha una grande importanza è in che misura si ampliano e si approfondiscono i suoi legami con la concentrazione nelle fabbriche, nei grandi centri urbani, in settori di importanza strategica. […] Il KKE si batte affinché la lotta di classe si orienti verso il rovesciamento del sistema capitalista e in quella direzione, cerca di collegare le lotte di tutti i settori della classe lavoratrice e degli strati medi popolari, al fine di migliorare le condizioni di vita e di lavoro. L’obiettivo del nostro lavoro quotidiano è la promozione pratica della classe operaia come avanguardia rivoluzionaria e non solamente come avanguardia nelle lotte sindacali e popolari. I settori popolari degli strati medi devono convergere in azioni congiunte e alleanze con la classe operaia per esprimere il più possibile l’alleanza sociale in termini di massa».
Osservando il ruolo negativo dell’eurocomunismo, della socialdemocrazia e dell’opportunismo nel movimento operaio ha infine affermato che «l’esperienza nell’Europa capitalista, in America Latina, ha dimostrato che quando un PC decide di partecipare ad un governo di gestione in nome di un’opzione di transizione, si lega le sue mani, anche quando non è vincolato da un accordo formale o quando dichiara di mantenere la sua indipendenza. Gli accordi scritti o meno non rappresentano alcuna garanzia. Le leggi del mercato capitalista non dipendono da accordi politici.»
Dopo aver analizzato la questione dei rapporti di forza e la lotta nei sindacati, ha concluso affermando che «la questione se i lavoratori debbano scegliere di unirsi sui loro problemi immediati o per il potere operaio e popolare è un dilemma forviante, che divide intenzionalmente la lotta per indebolirla e sconfiggerla. Più alta è la coscienza politica della classe operaia nella sua maggioranza, maggiori sono le possibilità di lottare intorno ai problemi immediati per prevenire qualcosa di peggio o per ottenere qualcosa di meglio. Si tratta di una questione di strategia e tattica, relazionati in modo inseparabile, dato che la seconda è determinata dalla prima in termini di flessibilità».
Dall’Italia è presente il Partito Comunista (PC), la cui delegazione è guidata dal segretario generale, Marco Rizzo, con i compagni dell’Ufficio Politico, Guido Ricci, del dip. Internazionale e Alberto Lombardo, del dip. Formazione. Nel suo intervento di ieri si è concentrato sulla situazione e il ruolo della classe operaia in Italia affermando che – al contrario di quanto affermino gli opportunisti – essa non si è nè estinta nè è stata sostituita da “nuovi soggetti”: «nonostante la sostituzione tecnologica e le delocalizzazioni all’estero della produzione, la classe operaia in Italia (quasi 9.000.000 di salariati ufficialmente censiti in tutti i tre macro-settori) rimane la classe sociale relativamente più consistente, costituendo quasi il 50% dei lavoratori dipendenti e, dal 2011, presenta una stabile tendenza alla crescita (+11,43% rispetto al 2011). La potenziale forza costituita dal numero è, tuttavia, compensata dalla bassa concentrazione, che rappresenta un serio fattore di debolezza». Analizzando gli elementi della frammentazione e dispersione, della debolezza politica e organizzativa della classe lavoratrice in Italia criticando il ruolo dei sindacati riformisti, la riduzione dei salari e la proletarizzazione dei ceti medi, ha concluso affermando «che si è accresciuto il divario sociale tra la classe operaia, che si è impoverita e i capitalisti, che si sono arricchiti nonostante la crisi», fissando come obiettivi quelli del radicamento «nei luoghi di lavoro, operando per la ricomposizione e il rafforzamento della coscienza di classe, per l’intensificazione della conflittualità e l’innalzamento del livello politico delle lotte» e la costruzione dell’alleanza sociale – rifiutando invece quelle politiche con altri partiti e il sostegno a qualsiasi tipo di governo borghese – con i ceti popolari formulando «linee politiche e proposte che siano in grado di organizzare e aggregare questi ceti, conquistandone il consenso, facendo loro capire l’universalità degli interessi della classe operaia, trasformandoli in suoi alleati nel processo rivoluzionario di abbattimento del capitalismo e di successiva costruzione del nuovo stato proletario e dell’economia socialista». Duro infine l’attacco all’eurocomunismo («una degenerazione revisionista e opportunista») e al cosiddetto “socialismo di mercato”.
Su iniziativa del KKE, gli annuali incontri internazionali hanno avuto inizio nel 1998 e nel tempo sono riusciti nell’intento di dare impulso alla ripresa del coordinamento e dibattito del movimento comunista facendo avanzare nuovamente le posizioni comuniste dopo la controrivoluzione nell’URSS e in altri paesi socialisti, in un momento di disarmo, confusione, liquidazionismo e molteplici attacchi anticomunisti.
L’edizione di quest’anno assume particolare rilevanza per il contesto internazionale, i dibattiti e sfide che affronta il Movimento Comunista Internazionale nell’obiettivo della costruzione di una strategia rivoluzionaria con il rafforzamento delle posizioni marxiste-leniniste. L’incontro coincide inoltre con le celebrazioni per il centenario della fondazione del glorioso Partito Comunista di Grecia (KKE) che avranno il loro culmine con un grande evento il 25 novembre presso lo Stadio “Pace e Amicizia” di Atene a cui parteciperanno, insieme a migliaia di militanti comunisti, le delegazioni presenti all’Incontro.
Come lo scorso anno, quando si svolse in Russia in onore del centenario della Rivoluzione d’Ottobre, la redazione di La Riscossa continuerà a seguire i lavori dell’Incontro.