Il capo della diplomazia cubana, Rodríguez Parrilla , ha tenuto un discorso alle Nazioni Unite che ha preceduto il voto sulla risoluzione. Egli ha esposto i danni causati alla popolazione dell’isola e sull’ingiustizia che viene commessa contro Cuba per mezzo delle manovre che Washington ha esercitato per decenni, in flagrante violazione del diritto internazionale.
“Molti sostengono pragmaticamente, anche all’interno del governo degli Stati Uniti, che il blocco dovrebbe finire perché è una politica anacronistica e inefficace, che non ha raggiunto e non raggiungerà il suo obiettivo”,
ha affermato Rodríguez.
Il rappresentante permanente di Cuba presso le Nazioni Unite, Pedro Luis Pedroso, ha denunciato che il governo degli Stati Uniti pretende di avere il diritto di mettere in discussione il modello cubano imponendo un blocco illegale alla nazione caraibica.
“Abbiamo fatto molti progressi nel godimento dei diritti umani nonostante il blocco che il Paese affronta con insuperabile dignità e che è stato respinto oggi in questa Assemblea“,
ha affermato Luis Pedroso.
“Questo è il Paese in cui le cure mediche hanno costi eccessivi. È il Paese che rinchiude migliaia di bambini migranti in centri di detenzione separati dai genitori e dove le donne, di regola, percepiscono salari più bassi degli uomini a parità di lavoro.
“È il Paese che non può risolvere il razzismo strutturale e sistemico contro gli afro-discendenti, in particolare in termini di brutalità della polizia, profilazione razziale, accesso alla giustizia, popolazione carceraria, partecipazione elettorale, accesso all’istruzione e ai servizi sanitari.”
“Questo è il Paese in cui si giustificano l’apologia dell’odio, la promozione di idee suprematiste, xenofobe e razziste. È il Paese in cui le armi da fuoco provocano circa 30.000 morti all’anno e in cui nella prima metà del 2021 ci sono state circa 280 sparatorie di massa”.
ha sottolineato Il rappresentante dell’isola caraibica ricordando alla comunità internazionale quali sono i diritti umani che quotidianamente non vengono rispettati negli Stati Uniti.
Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha detto che
“ancora una volta il mondo rifiuta l’aggressione imperialista contro l’isola della dignità, la nostra eroica Cuba. Un chiaro segno dell’emergere di un mondo nuovo, senza egemonia, più umano e solidale”.
Il presidente della Bolivia, Luis Arce, ha detto :
“Ancora una volta, il mondo chiede che il blocco criminale contro il degno popolo cubano finisca”.
“C’è stato un voto alle Nazioni Unite e la stragrande maggioranza dei paesi del mondo ha votato contro il blocco. Hanno detto che il blocco deve essere revocato, con tutta chiarezza“,
ribatte il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, che ha aggiunto che il popolo di Cuba …
“ha conosciuto la tirannia e la dittatura imposte dall’impero yankee fino a quando non è stato finalmente liberato. Questo è ciò che gli imperi non ammettono, che una nazione e un popolo, che sono stati colonizzati e sfruttati da loro, decidono di essere indipendenti”.
Secondo le stime, da aprile a dicembre 2020, il blocco ha causato a Cuba perdite dell’ordine di 3.586,9 milioni di dollari, che si sono sommate agli effetti del periodo precedente, per un totale di 9.157,2 milioni di dollari, da aprile 2019 a dicembre 2020. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente acuito le conseguenze del blocco economico nei confronti dell’isola, e l’amministrazione statunitense non ha mostrato nessuna volontà di allentare le misure coercitive.
Durante la pandemia che sta impervereando, non solo Cuba ha garantito ai suoi cittadini una assistenza e una protezione ammirevole, è riuscita a realizzare un obiettivo che è sfugito persino all’Italia di brevettare diversi vaccini contro il Covid. Inoltre le sue brigate sanitarie hanno assistito la nostra popolazioe nel momento più grave della pandemia.
Anche il settore dell’istruzione, dello sport e della cultura deve affrontare gravi limiti imposti dalla politica del bloqueo, ma nonostante ciò l’Unesco riconosce Cuba come il paese dell’America Latina con il maggior indice nello sviluppo dell’istruzione, dove al 100% dei giovani viene riconosciuto l’accesso gratuito all’istruzione compreso l’insegnamento universitario. In particolare, evidenzia il rapporto, il bloqueo determina danni a causa
«del pagamento di tariffe rincarate per il trasporto dei prodotti acquisiti in mercati lontani; la mancanza o insufficienza di alcuni mezzi e risorse per i docenti e la ricerca, a causa dei loro costi più elevati in altri mercati; l’accesso limitato all’informazione scientifica e agli strumenti informatici necessari per la produzione di materiale educativo multimediale, e gli ostacoli per ricevere i pagamenti per i servizi professionali che offrono all’estero».
Le proibizioni imposte riguardano anche i bambini con handicap non potendo accedere «a tutto l’occorrente necessario per garantire l’adeguato apprendimento di questi minori».
Lo sport cubano «vede diminuita la sua capacità di importare implementi sportivi di marche statunitense, spesso di uso obbligatorio secondo quanto previsto dai regolamenti ufficiali delle Federazioni Internazionali». Le scuole di formazione sportiva «vedono ristrette le possibilità di acquisire medicine, recuperatori muscolari e strumenti con tecnologia avanzata” vitali “per migliorare l’infrastruttura dei centri e le condizioni di allenamento degli atleti». Anche la cultura viene colpita con la pesante limitazione degli scambi culturali tra gli artisti e della commercializzazione e promozione della musica, arti plastiche, sceniche e della letteratura cubana. Le imposizioni colpiscono anche i materiali necessari per l’insegnamento artistico e lo sviluppo dell’industria cinematografica.
Particolarmente significative sono state le implicazioni che colpiscono il settore del turismo, date le restrizioni addizionali imposti dal governo statunitense ai viaggi dei suoi cittadini a Cuba portando ad una diminuzione del 52% nell’ultimo trimestre del 2017 con una perdita di circa 65mila visitatori.