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Capitalismo: killer dei lavoratori

(in foto: gli operai sardi dell'ALCOA)

Ancora due incidenti mortali sul lavoro: nel giro di sole 24 ore, nella provincia di Parma hanno perso la vita un operaio di 51 e un artigiano edile di ben 72 anni, morti che vanno a rimpinguare la triste moltitudine dei caduti sul lavoro.

Ogni anno, il dato arriva da Inail, sono circa 1.200 le vittime del lavoro nel nostro Paese; percentuali, in verità, approssimate per difetto, visto che il monitoraggio dell’ente previdenziale si riferisce esclusivamente ai suoi assicurati e non alla totalità dei lavoratori. Sgobbano senza il paracadute assistenziale gli agricoltori anziani, i lavoratori in nero, quelli gestiti dal caporalato, tanto per fare qualche esempio. Gli invisibili, insomma, che pure versano il loro sangue sull’altare dei profitti del padrone. Di questi morti si parla poco o nulla, come degli altri, del resto.

Le morti sul lavoro fanno notizia solo quando gli incidenti assumono i contorni di una tragedia collettiva, nonostante le percentuali di incidenti mortali si incrementino ogni anno del 20-30 per cento. Una strage quasi quotidiana, che si origina all’interno del sistema sociale disumano e barbaro messo in atto dalla classe borghese: il sistema capitalista.

Una realtà tragicamente susseguente alla politica del profitto, che sacrifica vite alla redditività del capitale, attraverso il taglio dei fondi per la sicurezza e la tutela della salute, intensificando i ritmi del lavoro e ignorando, di fatto, le misure di protezione per la salvaguardia della vita dei lavoratori.

A tutto ciò si aggiunge il continuo ricatto del licenziamento, a fronte dell’obbligo di una produzione sempre maggiore pur mancando, come si diceva, le condizioni minime di sicurezza. In questo quadro, inevitabilmente, cresce in maniera esponenziale il numero degli incidenti, veri e propri omicidi commessi dal capitalismo killer.

Compito dei Comunisti è quello di indicare la via dell’organizzazione combattiva della classe operaia e delle masse popolari. Solo con l’intensificazione della lotta sarà possibile costruire un sindacato di classe e rafforzare il Partito Comunista, unico strumento politico necessario per il cambiamento rivoluzionario della società capitalista.

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