«Nessuna illusione sulla riformabilità dell’Unione Europea: i comunisti lottano per l’uscita dell’Italia dall’UE, dall’euro e dalla NATO: per il socialismo», è quanto ha scandito il Segretario Generale del Partito Comunista Marco Rizzo dal palco allestito sabato a Piazzale Tiburtino.
E’ stato un grande evento internazionalista e di classe contro l’UE, quello che in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma che diedero vita a quella che oggi è l’Unione Europea, ha visto scendere in piazza il Partito Comunista per ribadire la propria posizione sull’Europa e sulla moneta unica. Ai molti che cercano di accomunare la posizione comunista con una sovranista e di estrema destra, la piazza ha risposto: socialismo. «La destra sovranista, la si chiami così, vuole un’uscita ma non spiega il ‘dopo’ – ha commentato alla stampa il SG Rizzo – noi abbiamo un’idea chiara: fuori da UE, euro e NATO per il socialismo». Ripercorriamo questa splendida giornata con i vari interventi che si sono susseguiti dal palco.
Mentre i leader europei celebravano e accordavano nuovi meccanismi di oppressione dei popoli e dei lavoratori, circa un migliaio di persone tra militanti, lavoratori, studenti e giovani accorsi da tutta Italia, hanno riempito piazzale Tiburtino per il comizio comunista organizzato dal Partito Comunista e dal Fronte della Gioventù Comunista con lo slogan “Nessun futuro nell’UE”. La manifestazione ha visto anche la partecipazione della Iniziativa Comunista Europea, con gli interventi del Partito Comunista di Grecia (KKE), del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF), del Partito del Lavoro d’Austria (PdA) e del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) con la presenza in piazza anche del Partito Comunista d’India (marxista). Una piazza che ha dato voce alle lotte dei settori più duramente colpiti dalle politiche europee, espressione degli interessi del grande capitale monopolistico: diversi, infatti, sono stati gli interventi di lavoratori dai grandi luoghi di lavoro d’Italia al centro di grandi lotte come: Almaviva, Alitalia, FCA, fino al comparto della logistica, distinguendo la piazza comunista, tra le tante manifestazioni di sabato scorso, come l’unica in cui hanno preso parola davvero i lavoratori, ossia i soggetti che subiscono quotidianamente sulla loro pelle l’Unione Europea come strumento di dominio del grande capitale, artefice della compressione dei diritti dei lavoratori e delle classi popolari.
«La manifestazione del 25 marzo dimostra che esiste un’opposizione comunista alla UE, che questo tema non è monopolio della destra e delle sue prospettive reazionarie. L’uscita dalla UE, dall’euro e dalla Nato, per essere realmente processo di liberazione dall’oppressione popolare, deve essere accompagnata da un rovesciamento dei rapporti sociali, dall’abolizione dello sfruttamento di classe, per la costruzione di una società socialista, per sostituire al potere delle banche e delle grandi imprese, il potere dei lavoratori». Così l’Ufficio Politico del Partito Comunista ha salutato la manifestazione di sabato che è stata aperta dall’intervento del segretario della federazione romana, Alessandro Mustillo evidenziando che l’unico Partito ad opporsi all’ingresso «del nostro Paese nella CEE con la firma dei
trattati di Roma fu il Partito Comunista». Infatti, «il MSI, i cui eredi oggi tentano di accreditarsi come antieuropei, votò a favore. Nel 1992 i comunisti votarono contro il trattato di Maastricht mentre la Lega Nord votò a favore. Non prendiamo lezioni dalla destra, ma soprattutto non accettiamo che da Sinistra Italiana e dal Partito Democratico, chi oggi coerentemente rivendica l’opposizione alla UE, venga bollato come nazionalista. L’Unione Europea è una struttura al servizio delle banche e del grande capitale, non può essere riformata. È pensata per schiacciare i diritti dei lavoratori e delle classi popolari europee. Oggi sappiamo che la UE non è intoccabile, che la maggioranza degli italiani è contro le sue politiche, che la rottura dell’Unione è un futuro probabile. Bisogna organizzarsi per assicurare un’uscita da sinistra, ossia un’uscita in senso socialista, dalla UE. Solo così si potranno rimuovere le vere cause della crisi, il potere dei grandi monopoli finanziari, e conquistare un futuro migliore per i lavoratori e per i giovani. Solo così si potrà evitare di ricadere nei nazionalismi sotto il potere dei capitalisti italiani, che non avrebbe nulla di differente dalla situazione attuale, se non l’apparenza di una sovranità fittizia».
Accolti calorosamente dalla piazza i molti interventi dei lavoratori che hanno raccontato le loro esperienze di lotta e di resistenza nei posti di lavoro. Francesco Santori, del “Comitato 1966 ex Almaviva” nel suo intervento ha ringraziato il Partito, «vicino fin dall’inizio nella vertenza dell’azienda dando appoggio reale e tangibile». Santori ha poi denunciato le organizzazioni sindacali confederali «e le sue ‘ali critiche’», dato che alla fine dei giochi sono sempre pronte a rientrare nei ranghi. «Siamo venuti qui a dire a tutti i lavoratori – ha concluso Santori – che il nostro licenziamento non deve diventare un deterrente ma un motivo in più per rivendicare i nostri diritti, peraltro sanciti dalla Costituzione. Risvegliamo le nostre coscienze di classe e urliamole in piazza: non lasciamo ai nostri figli un mondo del lavoro senza alcun diritto».
Mauro Mastrostefano, operaio di Alitalia, che raccontando della lotta operaia contro i licenziamenti, il taglio di salari e diritti, lo smembramento dell’ex compagnia di bandiera con il disegno di trasformazione in una low cost a causa della competizione tra monopoli nel mercato comune dell’UE schiacciando i diritti dei lavoratori, ha sottolineato come «questa Europa permette tutto questo» e «spinge al licenziamento con leggi come il Jobs Act e altre leggi, come ci impone il bilancio, ci impone che tutti questi diktat ricadono sul popolo, sui lavoratori. L’Europa sta con i padroni e con le banche, io sono un operaio e sto con i comunisti che difendono gli operai».
Di seguito ha preso la parola, Marcello Tissi, taxista fiorentino, che ha spiegato le ragioni della loro lotta contro le multinazionali e la liberalizzazione del settore come parte della lotta generale per la difesa dei diritti del popolo e dei lavoratori: «si dice che i tassisti sono di destra, sono fascisti, in realtà sono stati delusi dalle false promesse della sinistra e del Governo: in tutta Europa sono in lotta contro il Capitale!».
Bertinelli, poi, del Direttivo Nazionale del Sindacato Generale di Base (SGB), ha rifiutato l’immagine positiva di un’Unione Europa diffusa da governanti e media, ricordando che per lavoratori, disoccupati e pensionati non c’è nulla da festeggiare, sottolineando come «l’Unione Europea non è altro che la forma esteriore che il capitalismo continentale si è dato per perpetuare il suo modello economico e il suo potere politico al di sopra e contro i popoli europei con ogni mezzo disponibile, con la disoccupazione di massa, con la totale privatizzazione dei servizi pubblici, con la rapina dei risparmi faticosamente accantonati dai lavoratori per mezzo del sistema bancario e da ultimo con la guerra imperialista». «È falso – continua Bertinelli – affermare che l’Unione Europea abbia garantito sessant’anni di pace in Europa. In questi sessant’anni ci sono stati colpi di stato, guerre fredde, guerre a bassa intensità, stragi di stato, guerre vere e proprie perpetrate con lo scopo di impedire anche la più piccola deviazione dal corso degli eventi dal corso del cammino che era stato previsto, e dove non si è fatto la guerra con gli eserciti e la NATO si è utilizzata la guerra economica per distruggere interi paesi e le loro capacità produttive e affamare i loro popoli». «In Italia non è andata diversamente, la distruzione del 25% della capacità produttiva che viene stimata oggi rispetto a 10 anni fa, è stata prodotta scientificamente e studiata passo dopo passo da uomini come Romano Prodi» che «oggi festeggiano gli anniversari dei Trattati».
Un altro lavoratore ad aver preso la parola è Massimo Pedretti, rappresentante sindacale dei lavoratori in appalto nella filiale SDA di Roma 2, nel settore della logistica, portando la testimonianza della lotta in cui sono impegnati da tre mesi contro le condizioni di lavoro imposte dai padroni nel settore e dalle politiche capitalistiche europee. Anche la CUB ha portato il proprio saluto alla piazza attraverso Eugenio Busellato: «Dobbiamo lavorare tutti i giorni, impegnandoci a fondo: la costruzione di un sindacato di classe non è una cosa da poco ma si deve costruire giorno per giorno. È importante e positivo che in questa piazza ci sia un’enorme presenza di lavoratori e giovani e speriamo che da questo fiume di bandiere rosse si sfoci in un mare».
Laura Bergamini, candidata sindaco a Parma per il Partito Comunista ha evidenziato come «l’Unione Europea ha imposto il Patto di Stabilità, così le amministrazioni locali che lo rispettano, tagliano i servizi ai cittadini, tagliano i posti di lavoro per trasferirli al privato attraverso le privatizzazioni e esternalizzazioni, con un aumento dei costi per le classi popolari e un peggioramento delle condizioni di lavoro. Per questo noi comunisti vogliamo svincolarci dall’Unione Europea, per questo usiamo le competizioni elettorali locali per esercitare una pratica concreta di non compatibilità con le leggi imposte dall’Unione Europea. Ci candidiamo per esser espressione di una sola parte, quella dei lavoratori e non quella degli imprenditori, degli sfruttati e non degli sfruttatori. Ci candidiamo per rompere il Patto di Stabilità in favore degli interessi delle classi popolari».
Ha preso, inoltre, la parola anche la Presidente della Consulta provinciale degli studenti di Milano Chiara Maistrelli che ha ribadito come «il futuro dei giovani è sempre più instabile: altro che Generazione Erasmus» concetto poi ripreso nell’intervento del Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) Lorenzo Lang:
«Ci viene detto che quest’Europa dà opportunità, ma 150.000 ragazzi italiani a Londra e 600.000 in Germania non hanno alcuna opportunità: sono sfruttati!». «Dall’istruzione al lavoro le politiche antipopolari della UE – ha proseguito Lang – schiacciano la condizione dei giovani delle classi popolari. Le riforme peggiorative dell’istruzione e dell’università sono frutto delle direttive UE. Il Jobs Act e la precarietà sono volute dalla UE, come le delocalizzazioni e la guerra al ribasso sui salari. Dentro l’Unione Europea il futuro della gioventù sarà maggiore sfruttamento a tutto vantaggio della grande finanza e delle grandi imprese».
I saluti internazionali:
Di grande rilevanza gli interventi dei rappresentanti di PC europei che coordinano la propria comune lotta nella Iniziativa Comunista Europea, mettendo in luce la irriformabilità del capitalismo e delle unioni imperialiste dell’UE e della NATO e l’unica prospettiva del loro rovesciamento rivoluzionario in tutti i paesi europei attraverso il potere dei lavoratori.
Lukas Haslwanter del PdA (Austria) afferma che «la Comunità Europea e l’Unione Europea non sono mai state un’opera a favore del progresso sociale e della classe operaia e non sono mai state un progetto per la pace a favore dei popoli europei e mondiali. L’Unione Europea è sempre stata e sempre sarà un’alleanza imperialista per garantire e perfezionare lo sfruttamento capitalista a favore del capitalismo monopolistico; un’alleanza imperialista, per saccheggiare le nazioni arretrate in maniera neo-coloniale; un’alleanza imperialista per promuovere aggressioni militari e guerre; un’alleanza imperialista per organizzare la concorrenza interimperialistica; un’alleanza imperialista per l’oppressione dei movimenti operai, dei movimenti liberatori e del socialismo» Soltanto spezzando le catene dell’Unione Europea e di tutte le altre alleanze imperialiste sarà possibile ai popoli europei di progredire e incamminarsi verso una società rivoluzionaria, priva di sfruttamento e di oppressione, priva d’imperialismo e di guerre. E questa infine sarà la via del socialismo e del comunismo».
Per Maurice Cuckerman del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF), «l’Ue attraversa una crisi che i suoi apologeti non avevano previsto. Si può rintracciare, in questo quadro, un rafforzamento dell’euroscetticismo, ma i movimenti che lo sostengono essi non contestano l’unione europea supportando di fatto il capitalismo e non mettendo in discussione l’UE, ne è un esempio il candidato alle Presidenziali del Fronte di Sinistra. Dobbiamo essere chiari: un’uscita dall’UE che non è quella rivoluzionaria sfocerebbe in gravi illusioni per i lavoratori poiché il capitalismo è il capitalismo e produrrà sempre le stesse politiche antipopolari dentro e fuori l’UE».
Enrique Margaleff (PCPE): «Con i fascisti e la xenofobia non si media: si combatte fino alla loro distruzione. Non possiamo permettere che questi movimenti portino le politiche antieuropeiste verso un capitalismo protezionistico di carattere ultranazionalista trascinando ampi strati della classe operaia e popolare alla distruzione. Il PCPE saluta manifestazioni come questa e ritiene l’uscita dall’UE, euro e NATO come una necessità vitale».
Sotiris Zarianopoulos, eurodeputato del Partito Comunista di Grecia (KKE): «Il governo di Syriza-Anel ha dimostrato chiaramente che non esiste alcun futuro per i lavoratori e per la classe operaia nella UE. Ha applicato le politiche antipopolari come i precedenti governi socialdemocratici e popolari. Ha illuso il popolo greco con un No al referendum per poi sottoscrivere un memorandum ancora peggiore. Tutte le illusioni della sinistra europea che parlano di cambiamento interno alla UE devono essere rigettate».
Una grande giornata che segna l’avanzamento nella lotta e l’organizzazione dei lavoratori, sulla base dei propri interessi, per la rottura con il potere delle banche, della finanza, delle grandi imprese, per l’uscita dall’UE e dalla NATO che ha visto i comunisti rafforzare la loro unità internazionale e insieme ai lavoratori e alla gioventù tornare protagonisti per la costruzione del contrattacco alla conquista del proprio futuro.