L’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) è un’Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite “che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne” (Fonte:pcnitalia.mise.gov.it).
Nel perseguimento dei propri obiettivi istituzionali l’OIL pubblica con cadenza biennale il Rapporto Mondiale sui Salari che analizza l’andamento dei salari medi nel mondo in rapporto ad altri parametri economici quali inflazione, produttività, potere di acquisto reale ecc., allo scopo di verificare lo stato delle diseguaglianze salariali.
Oggi 24 marzo 2025 è stato pubblicato il Rapporto Mondiale sui Salari relativo al biennio 2024-2025 (Fonte:https://www.ilo.org/it) e crediamo valga la pena di darci un’occhiata.
Su un piano generale, osserva l’OIL che
“…Le disparità retributive continuano a restare significative. Le lavoratrici sono particolarmente penalizzate in quanto continuano ad essere sovrarappresentate nei lavori a bassa retribuzione, con un divario salariale di genere persistente. Infine, l’analisi empirica mostra come i lavoratori autonomi, che rappresentano una quota rilevante della forza lavoro dei paesi a basso e medio reddito, siano spesso collocati nelle fasce di reddito più basse. La contabilizzazione di questa categoria di lavoratori produce una disuguaglianza complessiva più accentuata dei redditi da lavoro…”.
Guardando più da vicino ai dati italiani, l’OIL conclude affermando che “…l’aumento registrato nell’ultimo anno non è stato tuttavia sufficiente a compensare le perdite subite durante il periodo di alta inflazione. Inoltre, a differenza della maggior parte dei paesi del G20, l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008. In termini di diseguaglianze, l’Italia presenta un livello di disparità salariale inferiore alla media dei paesi ad alto reddito, con una maggiore disuguaglianza nella parte superiore della distribuzione salariale. In contrasto con la tendenza globale, la disuguaglianza salariale media in Italia è tuttavia rimasta pressoché invariata durante il periodo 2006-2018 a causa della compensazione tra la riduzione delle diseguaglianze nella parte superiore e l’aumento tra quelle della fascia salariale più bassa”.
Qui è possibile scaricare una sintesi più dettagliata del Rapporto, ma, in sostanza, cosa ne emerge?
Ora, se mettiamo in parallelo il dato sull’andamento dei salari reali con i ben noti fenomeni mondiali in generale ed italiani in particolare:
cosa ne viene fuori? Una banale e desolante verità: nell’ultimo quarto di secolo la tendenza è univoca: chi è ricco diviene sempre più ricco, tutti gli altri …. si impoveriscono e/o sono sempre più poveri.
Forse è ora di cominciare a farsi meno selfies, di svegliarsi, di ricominciare a vedere ed a pensare davvero, di sentirsi meno individui e più membri di una società….che sembra andare alla deriva a vantaggio di pochi ed a spese di tutti gli altri.
Rosario Menza