Cuba pubblica relazione annuale sui danni provocati dal bloqueo statunitense

Governo all’attacco dei senza casa, ordina sgomberi e repressione
settembre 3, 2018
Russia, in migliaia contro il governo a difesa delle pensioni
settembre 3, 2018

Cuba pubblica relazione annuale sui danni provocati dal bloqueo statunitense

Pubblicato dal Ministero cubano di Relazioni Estere l’annuale relazione sui danni subiti dall’isola per il bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti da quasi sei decadi. Secondo il documento che copre il periodo compreso tra aprile del 2017 e marzo del 2018, la politica ostile nordamericana «si è inasprita e continua ad applicarsi nel modo più rigoroso» e nel periodo analizzato ha causato perdite a Cuba calcolate in circa 4321 milioni 200 mila dollari. 

La relazione, che appoggia il progetto di risoluzione 72/4 proposto da Cuba all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla necessità di mettere fine al bloqueo, ricorda che i danni accumulati durante quasi 60 anni ammontano a 933 mila milioni 678 mila dollari, prendendo in considerazione il deprezzamento del dollaro di fronte al valore dell’oro nel mercato internazionale. 

Secondo le autorità cubane, «il Governo degli Stati Uniti ha imposto un grave regresso nelle relazioni bilaterali con Cuba a partire dalla firma da parte del presidente Donald Trump del “Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale sul Rinvigorimento della Politica degli USA verso Cuba”, il 16 giugno 2017, che ha contraddistinto tra i suoi obiettivi l’indurimento del bloqueo contro l’Isola». Cinque mesi più tardi, i dipartimenti statunitensi di Commercio, Tesoro e di Stato hanno emesso nuove regole e disposizioni per dare compimento al citato memorandum. 

«Il rafforzamento dell’applicazione extraterritoriale – si sottolinea nel rapporto – è stata una delle manifestazioni distintive dell’indurimento di questa politica, con particolare incidenza nelle relazioni finanziarie e creditizie internazionali di Cuba».   

Il documento pubblicato include paragrafi riferiti ai danni nei settori di maggiore impatto sociale, come l’alimentazione, la salute e l’educazione, il diritto allo sviluppo, i danni nel commercio estero e le finanze, ed all’opposizione al bloqueo a livello globale e negli stessi Stati Uniti. In dettaglio, il rapporto evidenzia in particolare come «la strategia del governo statunitense di prendere per fame e malattie il popolo cubano ha favorito il fatto che settori di grande vulnerabilità, come la salute pubblica e l’alimentazione, siano mantenuti tra gli obiettivi principali dell’applicazione del bloqueo». Nonostante ciò, Cuba ha raggiunto ancora una volta il tasso di mortalità più basso del mondo. Ma, sottolinea il rapporto, «il sistema sanitario cubano ha sofferto gravi ripercussioni per la politica di bloqueo, derivate dalle difficoltà per acquisire medicine, reagenti, strumentazione, parti di ricambio e altri fattori necessari per il funzionamento del settore» che impongono sofferenze e dolore nei pazienti e familiari che «non potranno mai esser quantificati». Il rapporto prosegue soffermandosi anche sul settore dell’industria alimentare e dell’agricoltura, quantificando in oltre 413 milioni 793 mila dollari il danno causato dal bloqueo e in particolare dalle recenti misure dell’amministrazione Trump, con un aumento significativo di 66 milioni 195 mila dollari rispetto al periodo precedente. Nonostante questo, l’Unicef ha riconosciuto Cuba come «l’unico paese dell’America Latina e dei Caraibi libero dalla denutrizione infantile» 

Anche il settore dell’istruzione, dello sport e della cultura deve affrontare gravi limiti imposti dalla politica del bloqueo, ma nonostante ciò l’Unesco riconosce Cuba come il paese dell’America Latina con il maggior indice nello sviluppo dell’istruzione, dove al 100% dei giovani viene riconosciuto l’accesso gratuito all’istruzione compreso l’insegnamento universitario. In particolare, evidenzia il rapporto, il bloqueo determina danni a causa «del pagamento di tariffe rincarate per il trasporto dei prodotti acquisiti in mercati lontani; la mancanza o insufficienza di alcuni mezzi e risorse per i docenti e la ricerca, a causa dei loro costi più elevati in altri mercati; l’accesso limitato all’informazione scientifica e agli strumenti informatici necessari per la produzione di materiale educativo multimediale, e gli ostacoli per ricevere i pagamenti per i servizi professionali che offrono all’estero». Le proibizioni imposte riguardano anche i bambini con handicap non potendo accedere «a tutto l’occorrente necessario per garantire l’adeguato apprendimento di questi minori» 

Lo sport cubano «vede diminuita la sua capacità di importare implementi sportivi di marche statunitense, spesso di uso obbligatorio secondo quanto previsto dai regolamenti ufficiali delle Federazioni Internazionali». Le scuole di formazione sportiva «vedono ristrette le possibilità di acquisire medicine, recuperatori muscolari e strumenti con tecnologia avanzata” vitali “per migliorare l’infrastruttura dei centri e le condizioni di allenamento degli atleti». Anche la cultura viene colpita con la pesante limitazione degli scambi culturali tra gli artisti e della commercializzazione e promozione della musica, arti plastiche, sceniche e della letteratura cubana. Le imposizioni colpiscono anche i materiali necessari per l’insegnamento artistico e lo sviluppo dell’industria cinematografica. 

Particolarmente significative sono state le implicazioni che colpiscono il settore del turismo, date le restrizioni addizionali imposti dal governo statunitense ai viaggi dei suoi cittadini a Cuba portando ad una diminuzione del 52% nell’ultimo trimestre del 2017 con una perdita di circa 65mila visitatori.  

Il rapporto prosegue analizzando anche il settore delle comunicazioni e informatica, comprese le telecomunicazioni, con l’ETECSA che subisce limitazioni quantificabili in oltre 60milioni di dollari.  

Altri dati presentati nel rapporto si riferiscono al trasporto con danni quantificati in 101milioni 550mila dollari, allo sviluppo integrale dell’industria cubana con danni per oltre 50milioni di dollari e di oltre 290milioni nel settore tecnologico. Infine, il dato quantificato per le perdite causate dal bloqueo nel commercio estero è in ascesa a 3.343milioni 400mila dollari e a 538milioni 300mila dollari per le operazioni monetarie-finanziarie con un incremento a 128 banche straniere colpite da sanzioni e limitazioni.     

Per le autorità cubane, questa politica statunitense «costituisce una violazione di massa, flagrante e sistematica dei diritti umani di tutto il popolo di Cuba e si qualifica come un atto di genocidio, secondo la Convenzione per la Prevenzione e Sanzione del Delitto di Genocidio del 1948.» Inoltre, viene considerata illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite ed il Diritto Internazionale e come ostacolo per la cooperazione internazionale.  

Il prossimo 31 ottobre, l’Assemblea Generale dell’ONU voterà per il 27º anno consecutivo un progetto di risoluzione che reclama la sospensione del bloqueo statunitense contro Cuba. «Questa politica di aggressione economica, insieme alla promozione della sovversione interna, corrispondono all’obiettivo del governo statunitense di distruggere il sistema economico, politico e sociale liberamente scelto dal popolo cubano» afferma il Minrex nel rapporto.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *