L’atto centrale delle celebrazioni – svolte in tutta l’Isola – per il 50° anniversario dell’assassinio del Comandante Che Guevara si è svolto domenica 8 a Santa Clara con più di 60.000 persone che si sono concentrate nella piazza che porta il suo nome per rendere omaggio a lui e ai suoi compagni di lotta caduti nella Bolivia filo-yankee di Barrientos.
All’evento era presente il Generale d’Esercito, Primo Segretario del Comitato Centrale del PC Cubano e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Raúl Castro Ruz, che pochi minuti prima dell’inizio della manifestazione politico – culturale per l’anniversario, ha reso omaggio con altri membri dell’Ufficio Politico al Guerrigliero Eroico e al Distaccamento di Rinforzo nel luogo che perpetua la sua memoria.
Le parole di Fidel nella veglia solenne, quando comunicò al popolo di Cuba la notizia della morte del Che, sono state udite ancora una volta ed hanno fatto fremere i cuori dei presenti: «Se vogliamo un modello d’uomo, un modello d’uomo che non appartiene a questo tempo, un modello d’uomo che appartiene al futuro, vi dico di cuore che questo modello senza una sola macchia nella sua condotta, senza una sola macchia nel suo atteggiamento, senza una sola macchia nelle sue azioni, questo modello è il Che. Se vogliamo esprimere come desideriamo che siano i nostri figli, dobbiamo dire con tutto il cuore di veementi rivoluzionari “Vogliamo che siano come il Che!”»
E questo è stato proprio il giuramento fatto da 50 bambini che durante la commemorazione hanno ricevuto il fazzoletto azzurro che li conferma membri dell’Organizzazione dei Pionieri José Martí – “saremo come il Che!” hanno esclamato i pionieri per il comunismo. Leyanis Águila, alunna di terza media e Sara Mary Vega, alunna del liceo, sono intervenute nella manifestazione a nome delle nuove generazioni che sono cresciute con l’esempio di Che Guevara ed hanno l’enorme responsabilità d’andare avanti con uno dei suoi maggiori lasciti: la Rivoluzione.
Le parole centrali sono state pronunciate dal Primo Vicepresidente cubano, Miguel Díaz-Canel. Nel suo discorso, ha ricordato l’esemplare esistenza di Guevara, il suo altruismo, la profondità delle sue convinzioni, la sua eredità, la sua dimensione rivoluzionaria e internazionalista, e la sua eterna opera come «un esempio della lotta per la liberazione dei popoli sottoposti all’imperialismo». Díaz-Canel ha inoltre sottolineato che «oggi il Che è un riferimento morale per molte persone nel pianeta, ma soprattutto per i più giovani“, «un colossale esempio che vive e si moltiplica giorno dopo giorno». Nel discorso sono state qualificate molto positivamente le qualità del Che, riconoscendo il suo apporto realizzato come teorico, politico, economista, intellettuale e guerrigliero. Díaz-Canel ha assicurato che queste qualità e i suoi valori personali accumulati nella lotta lo trasformano in un «esempio eccezionale per affrontare la vita». Ha proseguito affermando che stiamo vivendo in un mondo pieno di contraddizioni e incertezze, in un momento caratterizzato da crescenti minacce alla pace, in cui prevalgono gli interessi delle potenze dominanti, in cui la stessa sopravvivenza della specie umana è sotto minaccia per l’esistenza di un ordine economico ingiusto, il capitalismo. «Questi eventi sono una prova chiara di ciò che il Che ha detto quando ha spiegato che nell’imperialismo non si può riporre alcuna fiducia, neanche un pochino».
Infine ha ricordato che «Fidel e Che saranno sempre presenti perché, come due individui che condividono gli stessi ideali, la loro profonda conoscenza dei mali del mondo, la ribellione, la posizione antimperialista e pro-latino americana, li rendono esempi robusti e infrangibili per guidare le battaglie di questi tempi; le battaglie per la sovranità e la pace, per la giustizia sociale, per la vera emancipazione e per il socialismo».
Alla cerimonia hanno partecipato membri dell’Ufficio Politico del Partito Comunista Cubano, della Segreteria del Comitato Centrale e vicepresidenti del Consiglio di Stato e dei Ministri, oltre a dirigenti del Partito, dello Stato e della gioventù, di organizzazioni di massa, delle FAR, del Minint e altri. Inoltre, erano presenti i familiari del Che e di altri combattenti morti in Bolivia.
Fonte: granma.cu / insurgente.org