Il Partito Comunista di Turchia (TKP) e il Nuovo Partito Comunista dei Paesi bassi (NCPN) hanno fatto una dichiarazione congiunta per i lavoratori di entrambi i paesi sulla recente crisi tra i rispettivi governi in relazione al divieto del governo olandese ad alcuni ministri turchi di tenere comizi di propaganda con i cittadini turchi nei Paesi Bassi per il prossimo referendum in Turchia.
Di seguito la dichiarazione congiunta:
«Ai lavoratori dei Paesi Bassi e Turchia
Una crisi viene praticata tra i nostri due paesi come riflesso della natura rozza dei politici borghesi. Una crisi così grave non si vedeva da molti anni.
Ora, provocano e giocano con le emozioni nazionalistiche nel popolo e cercano di trarre vantaggio politico da questa tensione che viene intensificata.
Tuttavia, sappiamo che i politici che sono responsabili di questa crisi, che sta raggiungendo dimensioni scandalose, stanno attaccando i lavoratori e i popoli dei loro paesi e hanno messo le loro firme in calce alle politiche che cancellano i diritti del proletariato. Entrambe le parti rappresentano la classe borghese e lo sfruttamento dei monopoli.
Erdoğan e il governo dell’AKP sembrano puntare sulla creazione di un “nemico esterno” nella disperazione di perdere nel processo referendario. D’altra parte, il governo dei Paesi Bassi preferisce giocare la carta della xenofobia al fine di superare la crisi a cui l’Unione europea è sottoposta.
Noi, come Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi e Partito Comunista di Turchia, chiamiamo i popoli e i lavoratori dei nostri paesi alla collaborazione, a non farsi intrappolare dalla rozza e degenerata politica della borghesia.
In queste condizioni, dichiariamo ancora una volta che noi ci porremo contro le politiche imperialiste dell’Unione Europea.
Ricordiamo il fatto che la crescita del razzismo può essere fermata solo con l’unità del proletariato.
Sottolineiamo che lotteremo sulla base della coscienza internazionalista contro qualsiasi pratica che vuole limitare i diritti della classe operaia e dei lavoratori migranti.
Segnaliamo l’impossibilità di un “capitalismo migliore” e la necessità di intensificare la lotta per l’unica soluzione, il socialismo».
I comitati centrali del NCPN e del TKP