Negli ultimi mesi, mobilitazioni popolari hanno avuto luogo contro il TTIP e il CETA che è stato recentemente firmato e contro altri accordi interstatali in diversi paesi europei e del Nord America, con il contributo dei Partiti Comunisti, alle quali hanno partecipato migliaia di persone mostrando il loro rifiuto. Per quanto concerne il TTIP in particolare, si tratta di un accordo in cui le trattative sembrano attualmente trovarsi in un’impasse temporanea, in ragione dei forti antagonismi. Fu il presidente Obama che, nel suo discorso del 12 febbraio 2013, annunciò l’apertura dei negoziati TTIP, con precedenti incontri tenuti sotto una nuvola di segretezza. L’UE si presta volentieri a questa segretezza nei suoi innumerevoli incontri con i lobbisti e le imprese transnazionali cui documenti segreti rimarranno così per i prossimi 30 anni.
Il TTIP è un piano economico enorme per un mercato euro-atlantico unificato per le economie capitaliste di entrambi i lati dell’Atlantico, aumentando i profitti dei grandi gruppi monopolistici contrari e ostili agli interessi e bisogni dei popoli. Prende la forma di un trattato commerciale, che nasconde un enorme accordo geo-strategico di carattere capitalistico. Esso mira essenzialmente ad abolire tutti gli ostacoli che derivano dalle diverse specifiche e standard commerciali e altri impedimenti costosi e restrizioni per il capitale in vari settori dell’economia negli Stati Uniti e Unione Europea, in modo da realizzare una liberalizzazione ancora più grande dei due mercati, cioè per stabilire la massima libertà di movimento per i capitali, merci e servizi. Le misure anti-operaie e le condizioni di lavoro medievali attuate in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e negli Stati Uniti convergeranno, con molteplici conseguenze per la classe operaia e gli strati popolari poveri. Il capitale sta formando un “ambiente sicuro per gli investimenti”, cercando di salvaguardare i profitti garantiti, direttamente dai propri investimenti, o attraverso la compensazione da parte degli Stati. In questo modo, l’obiettivo è quello di assicurare la supremazia degli Stati Uniti e Unione Europea, nella loro feroce concorrenza con la Cina e la Russia.
Le classi borghesi dei paesi della UE e gli Stati Uniti cercano ulteriori tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni e regressione dei diritti lavorativi, del diritto alla sindacalizzazione, alla contrattazione collettiva e salari eguali – in breve, fare in modo di garantire il massimo sfruttamento possibile della classe operaia. Per questo motivo, la classe borghese di ogni paese nel quadro dell’internazionalizzazione capitalista mira a garantire il maggior profitto possibile per se stessa attraverso le unioni interstatali come pure attraverso tali accordi transatlantici con la concessione temporanea o permanente dei diritti sovrani.
Il TTIP prevede di creare nuove opzioni per il processo capitalistico di accumulazione aprendo il settore dei servizi e dei contratti pubblici alle imprese transnazionali, il che significa una grave minaccia di privatizzazione dei settori pubblici come la sanità e l’istruzione, con conseguenze molto gravi anche per i prodotti alimentari e per l’ambiente ecc.
I popoli non devono essere ingannati dalle “voci” di un certo numero di ONG e gruppi di pressione nella UE, che sono legati agli interessi specifici delle imprese e mirano, facendo rumore e “criticando” alcuni aspetti del TTIP, ad ottenere delle riforme favorevoli e modifiche al testo dell’accordo. Questa posizione è illustrata dalla presa di posizione del governo locale della Vallonia, con le sue riserve circa gli aspetti del CETA, che in seguito ha ritirato.
Le forze borghesi, tra cui quelle socialdemocratiche di nuovo tipo e altre opportuniste, che esprimono anche gli interessi di sezioni del capitale, si dichiarano contrari alla firma dell’accordo transatlantico, focalizzando il loro disaccordo su alcuni aspetti isolati di esso, vedendo il TTIP come “ostacolo” al fatto che il capitalismo sia “regolato, controllato e riformato”, cosa che presumibilmente dovrebbe “frenare” i monopoli. Tuttavia, il TTIP non è una deviazione del capitalismo, ma una conferma molto chiara del carattere sfruttatore di questo sistema. Queste forze presentano l’alleanza predatoria della UE e le sue riforme legislative su varie questioni nella maggior parte a favore delle persone, apparentemente resistono agli Stati Uniti, ma nascondono il fatto che il loro obiettivo è la protezione dei gruppi monopolistici europei.
La “NATO economica”, come è giustamente etichettato il TTIP, così come altri accordi simili come CETA, TISA e TPP non possono essere corretti, ma solo respinti. L’iniziativa Comunista Europea chiama i popoli, attraverso la loro lotta, a rifiutare e combattere sia TTIP che CETA, così come altri accordi commerciali interstatali, insieme al sistema di sfruttamento che tali accordi servono. Devono lottare per il proprio potere, per il controllo dell’economia e dei mezzi di produzione al fine di soddisfare tutti i loro bisogni.
L’unità, la lotta e l’internazionalismo proletario sono le parole d’ordine storiche di questo momento e il compito che deve essere affrontato dalla classe operaia mondiale.
29-11-2016
L’Iniziativa Comunista europea