Il 3° forum della Società Civile Cubana “Pensando le Americhe” si è riunito all’Avana per discutere di questioni relative alla salute, all’ambiente, alla trasformazione digitale e alla governance democratica.
«L’incontro si tiene presso la Biblioteca Nazionale Jose Marti e denuncia l’intensificarsi delle politiche aggressive e le campagne di discredito contro l’isola», ha affermato Norma Goicochea, presidente dell’Associazione cubana delle Nazioni Unite (ACNU), l’organizzazione di convocazione.
I temi del Forum coincidono con quelli del 9° Vertice delle Americhe, in programma nella città americana di Los Angeles dal 6 al 10 giugno, al quale Cuba non è invitata.
Washington ha negato il visto anche ai rappresentanti della società civile cubana che avrebbero dovuto partecipare al Vertice popolare per la democrazia, che si sarebbe tenuto parallelamente all’incontro emisferico convocato nella città californiana.
La decisione degli Stati Uniti di escludere Cuba, Venezuela e Nicaragua ha generato critiche e ha fatto sì che diversi governi abbiano annunciato la loro assenza all’incontro se gli Stati Uniti insistono su questa affermazione.
Secondo Goicochea, Cuba ha molto da contribuire alle questioni da discutere in quel forum, quindi ha denunciato la farsa di approvare un piano sanitario regionale senza tener conto dell’isola.
Riportiamo la traduzione della Dichiarazione Finale del Forum
https://www.plenglish.com/news/2022/05/23/third-cuban-civil-society-forum-thinking-americas-meets/
Attivisti e organizzazioni sociali della società civile cubana, autentici rappresentanti del popolo cubano, si sono riuniti per esprimere le nostre posizioni sul tema centrale del 9° Vertice delle Americhe, “Costruire un futuro sostenibile, resiliente ed equo”, e le questioni da affrontare in quel forum:
I. Condanniamo con forza l’esclusione delle organizzazioni della società civile cubana dalla partecipazione ai format virtuali e in presenza del Forum della Società Civile al 9° Vertice delle Americhe, che ha rifiutato la loro registrazione, nonostante l’ampia richiesta presentata dal loro rappresentanti e dagli attivisti sociali. Insieme all’ammissione di una manciata di attori sociali, ciò dimostra i doppi standard e le politiche discriminatorie e antidemocratiche prevalenti tra gli organizzatori del vertice.
II. Deploriamo il fatto che la decisione degli Stati Uniti come paese ospitante di escludere le organizzazioni della società civile e gli attivisti sociali cubani violi i principi del rispetto della sovranità e dell’autodeterminazione dei popoli e quello della non interferenza nei loro affari interni, principio pienamente sostenuto dalla società civile cubana.
III. Denunciamo il rifiuto del governo statunitense di ratificare presso la sua ambasciata dell’Avana i visti dei pochi attivisti sociali che gli organizzatori dei forum paralleli hanno approvato per la partecipazione in presenza al 9° Summit. Questa decisione calpesta gli obblighi dell’America come paese ospitante, mostra il suo disprezzo per l’opinione pubblica regionale – che sostiene la natura inclusiva dell’evento – ed evidenzia l’essenza della politica ostile e interventista dispiegata da Washington contro Cuba, con l’obiettivo fallito di rovesciare il sistema politico, economico e sociale che noi cubani abbiamo deciso, nel pieno esercizio della nostra autodeterminazione.
IV. Rifiutiamo l’elaborazione di un apocrifo “Piano di salute e resistenza” che escluda il contributo che Cuba può dare a questo documento, sulla base dell’autorità che ha acquisito in materia. La sua cooperazione nella sfera della salute pubblica fornita a numerosi paesi della regione – l’esempio più recente è quello offerto nella lotta alla pandemia di COVID-19 – è una chiara dimostrazione della volontà politica dello Stato cubano, con la partecipazione attiva delle organizzazioni civili e attivisti sociali, per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari pubblici di Cuba e dei paesi in cui ha messo in opera questo tipo di cooperazione Sud-Sud.
V. Riaffermiamo che la trasformazione digitale è urgente e strategica per i paesi della regione, non solo per i suoi effetti sull’economia e il miglioramento della qualità della vita delle persone, ma anche per ciò che significano le tecnologie digitali e il loro uso critico, etico, umanitario per le prospettive di un futuro sostenibile, resiliente ed equo e nella lotta per salvaguardare l’indipendenza, la sovranità e il pieno esercizio dei diritti umani.
VI. Reclamiamo l’accesso a infrastrutture e piattaforme che consentano la condivisione delle conoscenze e facilitino la cooperazione nella formulazione e attuazione delle politiche pubbliche nel campo della trasformazione digitale.
VII. Condanniamo l’uso delle tecnologie dell’informazione per condurre una guerra mediatica contro Cuba e sovvertire il sistema politico, economico e sociale costituzionalmente scelto dal nostro popolo, che è rappresentato dalle organizzazioni della società civile cubana e dagli attivisti sociali, partecipanti al Forum.
VIII. Chiediamo un format inclusivo e genuinamente democratico per i vertici, in cui siano ascoltate le opinioni dei rappresentanti della società civile di tutti i paesi sulle questioni dibattute; siamo assolutamente contrari ai tentativi degli organizzatori di imporre concetti ed esempi estranei alle società, alle peculiarità e all’essenza della Nostra America.
IX. Ci impegniamo a continuare la nostra partecipazione attiva alla costruzione di un futuro sostenibile, resiliente ed equo a livello nazionale, regionale e globale, anche attraverso la partecipazione di membri della società civile cubana ad iniziative di cooperazione con altri paesi della nostra regione.
X. Riaffermiamo il nostro impegno ad attuare il Programma nazionale di sviluppo economico e sociale (“PNDES 2030”), il suo coordinamento con l’Agenda 2030 e il raggiungimento dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile, nonostante gli effetti devastanti del blocco genocida e multidimensionale imposto dalle successive amministrazioni statunitensi su la nazione cubana, intensificatasi a livelli estremi durante la pandemia di COVID-19.
XI. Chiediamo la fine del blocco criminale, che lede l’essenza del principio di equità e parità nelle politiche sociali; costituisce una violazione massiccia, flagrante e sistematica dei diritti umani dell’intera popolazione del Paese; riguarda le operazioni delle organizzazioni della società civile cubana e le politiche applicate dallo Stato cubano, con la partecipazione delle organizzazioni della società civile, volte a costruire un futuro sostenibile, resiliente ed equo.
XII. Esprimiamo la nostra gratitudine per la solidarietà e il sostegno ricevuti dalle organizzazioni della società civile della regione, che hanno difeso un carattere inclusivo per il Vertice.
XIII. Deploriamo il fatto che l’esclusione di Cuba dal Vertice faccia parte delle politiche aggressive e delle campagne mediatiche diffamatorie rivolte al nostro Paese, volte a sovvertire il sistema politico, economico e sociale che la popolazione cubana, rappresentata anche nelle organizzazioni della società civile e negli attori sociali presenti al Forum, ha deciso da solo.
XIV. Riaffermiamo il nostro diritto a continuare lo sviluppo socialista in questa, la nostra amata patria, e riaffermiamo la nostra decisione di continuare a costruire un futuro sostenibile, resiliente ed equo con tutti e per il beneficio di tutti. Allo stesso modo ribadiamo la fiducia incrollabile da parte delle organizzazioni della società civile e degli attivisti sociali partecipanti al Forum, che si possa realizzare un mondo migliore, che sappiamo essere possibile.
L’Avana, 23 maggio 2022
“Anno 64 della Rivoluzione”