1. Che dire? Posto che chi è in mare va salvato sempre, bisogna convincere chi vuole venire che qui non c’è posto. In Italia sono già 2 milioni di disoccupati e i padroni offrono solo lavoretti temporanei e sottopagati.
2. Che fare? Eliminare il sostegno agli imperialisti americani e francesi. Aiutare veramente i popoli africani a svilupparsi autonomamente. Contrastare in quei paesi la propaganda di chi li attira fuori dal loro paese.
3. Il ricollocamento nel resto d’Europa è una presa in giro. Non funzionerà mai né con gli stati “sovranisti” che non ne vogliono sapere, né con quelli “democratici” come la Francia, che ha infatti schierato l’esercito ai nostri confini.
4. I respingimenti dopo che sono entrati sono difficilissimi. I casi sono due: o si pagano i paesi di transito a tenerseli a spese nostre, come facciamo con la Turchia, “fate voi il lavoro sporco per noi ma non fatecelo vedere”, o li costringiamo a tenerseli col ricatto economico, come vorremmo fare con la Tunisia. Saied non è un criminale, è uno che sta resistendo alle pressioni del FMI di smantellare lo stato sociale in cambio dei prestiti, in stile Grecia, mentre l’Italia gli vorrebbe dare quattro soldi per fare il carceriere. Lui non vuole fare né l’uno né l’altro. Per questo viene attaccato dalla propaganda occidentale che lo accusa di non fermare con la forza chi vuole venire qui. Ipocriti e criminali.
5. Chiedersi: dove vogliono andare questi disperati? In Francia o in Inghilterra (visto che parlano francese o inglese a causa di secoli di colonialismo)? Ci vadano. Noi non li vogliamo né possiamo fermare. L’Italia è prevalentemente paese di transito. Ci pensino i gendarmi francesi o tedeschi a fermare centomila che premono ai loro confini! L’Europa è sì o no il giardino del mondo libero e accogliente? Ora la von der Leyen si preoccupa che prima la Tunisia e forse domani l’Italia non dovesse più fare da guardiano del giardino.

Buttare la divisa da kapò e uscire dall’UE, dove ci chiamano solo
per fare i lavori sporchi per loro!