di Salvatore Vicario
A Durban (Sud Africa) il 17° Congresso della FSM. Mavrikos confermato Segretario Generale.
Sotto la parola d’ordine “Lotta – Internazionalismo – Unità” la Federazione Sindacale Mondiale (WFTU-FSM) ha aperto martedì (5 ottobre) scorso il 17° Congresso Sindacale Mondiale, organizzato a Durban, nell’eroica terra di Sud Africa, con la partecipazione di delegati e delegate di 111 paesi dei 5 continenti. Secondo le cifre diffuse dall’Ufficio Stampa della FSM sono presenti 1200 rappresentanti sindacali, di cui 340 donne sindacaliste con il 31% dei partecipanti che lavorano nel Settore Pubblico e il 69% in quello privato. Cifre che rappresentando una significativa crescita rispetto al precedente Congresso del 2011 dove parteciparono 828 delegati da 101 paesi.
Tra i temi al centro del Congresso, la crisi capitalista internazionale che intensifica la competizione spietata tra i monopoli e impone l’attuazione di politiche anti-operaie e anti-popolari che scaricano il suo peso sulle spalle delle masse lavoratrici, attaccando i diritti dei lavoratori, sociali e sindacali, con il tasso di disoccupazione alle stelle e una qualità della vita che peggiora, e le contraddizioni inter-imperialiste per il controllo delle risorse naturali, i mercati, le vie di trasporto delle merci e il controllo di nuovi territori, dove la competizione tra gli imperialismi e i loro satelliti si intensifica giorno dopo giorno generando nuove guerre, conflitti e interventi in diversi paesi. In questo quadro, avanza comunque la lotta della classe operaia e delle masse popolari in tutto il mondo che si scontra con la risposta brutale delle autorità e dei capitalisti, con repressioni violente, detenzioni, carcere per militanti fino agli assassini di sindacalisti. Queste lotte operaie contro le politiche anti-operaie e antipopolari costituiscono una prospettiva positiva – secondo la FSM – per aprire nuove strade alla ricostruzione del movimento sindacale che necessita esser più forte, più dinamico, più di massa, con un maggiore orientamento di classe radicato all’interno delle industrie, all’interno delle imprese multinazionali e di tutti i settori per rivendicare la soddisfazione delle attuali necessità della classe lavoratrice, contro la povertà e le guerre generate dalla barbarie capitalista. Per andare “Avanti” con la lotta, l’internazionalismo e l’unità per il rafforzamento del movimento sindacale conflittuale e di classe.
Il Congresso in corso sta analizzando l’attività della FSM nel periodo 2011-2016 e stabilirà il piano d’azione per il 2016-2020, eleggendo anche la nuova Direzione. Durante la sessione pomeridiana di ieri (6 ottobre) si è votato per la carica del Segretario Generale i cui risultati sono stati annunciati questa mattina con la riconferma del greco George Mavrikos che dirige l’organizzazione dal 15° Congresso tenuto nel 2006 a L’Avana, Cuba. Mavrikos, ha guidato il PAME (Fronte Militante di Tutti i Lavoratori – Grecia) dal 1999 al 2007 dopo esser stato anche Segretario Generale della GSEE (Confederazione Generale dei Lavoratori di Grecia) dal 1993 al 1998, nel 2000 fu eletto vicepresidente della FSM e Segretario dell’Ufficio Regionale Europeo, mentre in ambito politico è stato eletto al parlamento greco nelle elezioni del 2007 e 2009 con il Partito Comunista di Grecia (KKE).
Nel suo discorso di apertura del 17° Congresso, Mavrikos ha affermato rivolgendosi alla platea dei delegati che è “obbligo di tutti noi tenere un Congresso aperto, democratico, unitario, con orientamento di classe e internazionalista. Un Congresso che onorerà i 71 anni di lotta internazionalista della FSM e, allo stesso tempo, risponderà alle moderne esigenze e priorità attuali e future della classe operaia mondiale”. Questo Congresso Sindacale Mondiale “si svolge in un periodo in cui la situazione internazionale per i popoli e gli operai è sempre più complessa”, sottolineando due fattori fondamentali che caratterizzano la situazione globale: la profonda crisi economica del sistema capitalista e l’aggressività imperialista e le competizioni. Per quanto riguarda il primo fattore Mavrikos ha evidenziato come “la situazione internazionale è caratterizzata dalla crisi economica del capitalismo e le dure politiche anti-operaie e anti-popolari. Si tratta di una crisi che colpisce più o meno tutti i paesi mentre ci sono possibilità di una recessione ancora più profonda. Le conseguenze di questa crisi sono la disoccupazione generalizzata che aumenta dalla chiusura o fusione delle imprese ma anche la mancanza di nuovi investimenti, la povertà e miseria vissuta da gran parte della popolazione, l’intensificazione del carico di lavoro e maggiore difficoltà delle famiglie popolari di coprire i loro bisogni fondamentali. Si tratta di una crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione”. Il SG della FSM ha evidenziato i dati sulla povertà estrema nel mondo e ha posto inoltre l’attenzione sulla disoccupazione. Allo stesso tempo, “grande e doloroso è il tasso di sangue versato dai lavoratori in nome dello sviluppo capitalistico. Ogni giorno ci sono 6.300 decessi registrati nei luoghi di lavoro a causa di infortuni sul lavoro e malattie che significa oltre 2.3 milioni di morti l’anno.” Anche il numero dei migranti – prosegue – “è aumentato rapidamente negli ultimi 15 anni” raggiungendo “244 milioni nel 2015, con un incremento del 41% rispetto al 2000, mentre secondo le stime 60 milioni di questi sono rifugiati violentemente sfollati. La maggior parte di questi immigrati proviene dall’Africa” dove l’aspettativa di vita è più bassa andando sotto i 50 anni. “Al contrario, anche all’interno della crisi, gli utili e super-profitti dei monopoli si accumulano. Un esempio caratteristico è che le 500 aziende più redditizie in base alla classifica Fortune 500 hanno dichiarato profitti di 1.5 miliardi di dollari nel solo 2014”. Siamo di fronte afferma “al più grave attacco contro i diritti dei lavoratori, l’ampliamento del rapporto di lavoro a tempo parziale, il lavoro con pochi o nessun diritto, la privatizzazione dei settori che sono ancora pubblici nelle mani del capitale privato (come sanità, istruzione, energia, trasporti ecc.) e l’uso di nuove tecnologie a favore dei capitalisti per l’intensificazione dello sfruttamento dei lavoratori”. “Con la recessione o con lo sviluppo dell’economia, lo sfruttamento della forza lavoro è aumentata, i diritti lavorativi, sociali e democratici sono congelati o regrediscono, i bisogni fondamentali contemporanei dei lavoratori sono tutt’altro che soddisfatti, al contrario, una vasta parte della popolazione è diventata più povera”.
Per quanto riguarda l’aggressività imperialista e la competizione tra i centri imperialisti per il controllo dei mercati e delle materie prime, Mavrikos evidenzia come “si formano nuove alleanze, una maggiore complessità per la competizione dei monopoli e i pericoli che si presentano per i popoli. I conflitti inter-imperialisti diventano più intensi soprattutto con la crescente presenza e intervento della NATO in Medio Oriente e Europa Orientale. Sotto il falso pretesto della “democrazia” e la “guerra contro il terrorismo”, nuovi focolai si accendono, nuovi confini vengono costruiti e si creano nuove sfere d’influenze. Nell’era dell’imperialismo, in cui viviamo, oltre al quadro sociale, economico, politico e militare, anche il fanatismo religioso viene usato in questo pasticcio di conflitto con il finanziamento, la formazione e l’equipaggiamento da forze imperialiste ai vari gruppi e organizzazioni terroristiche in azione, seminando il terrore a livello internazionale. Questo terrorismo serve a coltivare uno stato di terrore, la manipolazione e, infine, le atrocità imperialiste contro i popoli di altri paesi, nonché la repressione dei diritti democratici nei propri”. Di fronte a tutto questo – accusa il SG della FSM – le “leadership sindacali gialle, purtroppo, si arrendono alla strategia dei monopoli, sostengono la politica imperialista, implementano e coltivano il compromesso con la borghesia e l’asservimento delle masse lavoratrici in condizioni medievali di lavoro e di vita. L’obiettivo comune di tutte queste forze anti-democratiche è quello di continuare e ampliare il saccheggio delle risorse naturali e la ricchezza che producono dei paesi di tutti i continenti”. Al contrario, “la grande famiglia della FSM, con chiare e forti caratteristiche anti-imperialiste siamo dalla parte dei popoli che lottano contro le trame degli USA e dei loro alleati. Rimaniamo saldi e coerenti nei nostri principi che solo i popoli stessi hanno il diritto di decidere liberamente e democraticamente per il loro presente e futuro. Solo i popoli stessi e non gli imperialisti e i loro meccanismi. Per questo motivo, chiediamo con ancora più forza la dissoluzione della NATO”.
Parlando poi dell’azione della FSM in questi ultimi 5 anni sottolinea che “importanti lotte sindacali si sono sviluppate in tutti i continenti. La stragrande maggioranza dei lavoratori si rende conto che solo con la lotta possiamo pretendere e difendere i nostri diritti e, allo stesso tempo, lottare per il raggiungimento dei nostri bisogni contemporanei. In queste lotte, i membri, amici e quadri della FSM erano in prima linea”. Da tutte queste nostre lotte – prosegue – “siamo in grado di trarre alcune conclusioni: le società progrediscono solo con le lotte sociali. In queste lotte, la classe operaia come leader, deve aprire percorsi più ampi e deve fare in modo che il livello di coscienza maturi e le rivendicazioni diventino più radicalizzate. Il movimento sindacale di classe ha il dovere di unire tutta la classe, unire tutti i lavoratori e allo stesso tempo costruire la loro alleanza con i contadini poveri, i giovani, le donne”. Negli ultimi anni – continua – “i rappresentati del capitale internazionale, i governi capitalisti e mass media reazionari stanno facendo di tutto per attaccare il diritto di sciopero e, se possibile, eliminarlo. Questo sforzo ha lo scopo di rendere la vita del popolo lavoratore ancora più difficile per aumentare i profitti dei monopoli e limitare le lotte dei sindacati. Questo è il motivo per cui vogliono disarmare il movimento sindacale di classe e il grande diritto di sciopero. Come FSM affermiamo chiaramente che non accettiamo alcuna limitazione al nostro diritto di sciopero quando i bisogni richiedono di farlo”.
Dopo aver evidenziato la crescita quantitativa, qualitativa e organizzativa della FSM, la necessità di acquisire e forgiare nuovi quadri sindacali a tutti i livelli che “attaccheranno il carrierismo, la burocrazia, la corruzione e l’elitarismo, che smascherano e denunciano il ruolo dei sindacalisti venduti. Quadri che saranno coraggiosi contro la borghesia e i ricatti, che difenderanno la FSM e le sue posizioni prima di tutto all’interno del proprio paese con coraggio. Non solo all’esterno del paese. In primo luogo all’interno del loro stesso paese, all’interno del proprio settore, all’interno del proprio posto di lavoro. Che rispettano la storia della classe operaia nel loro paese e a livello internazionale, che onoreranno i martiri della classe operaia, e che attivamente esprimeranno la solidarietà internazionalista per i nostri fratelli in difficoltà in tutte le parti del mondo”. Proseguendo ha dichiarato che “sempre e ovunque abbiamo proiettato il ruolo strategico della classe operaia come classe pioniere della società che è in grado di condurre l’alleanza con gli altri strati popolari, con i contadini poveri, i lavoratori irregolari, gli immigrati, i rifugiati, i lavoratori intellettuali, lavoratori autonomi, con l’obiettivo di risolvere nell’immediato, giorno per giorno, i problemi così come radicalizzare la lotta verso la vittoria finale e l’emancipazione sociale dalla schiavitù capitalista. Questa è la nostra priorità quotidiana, cercando di radicalizzare le caratteristiche anti-imperialiste e anti-capitaliste della FSM, i sindacati e la lotta sindacale che è una grande scuola per i lavoratori. I sindacati sono strumenti importanti per la classe operaia e il loro ruolo è insostituibile nel capitalismo e nel socialismo. Siamo consapevoli degli importanti cambiamenti interni che avvengono nella classe operaia. La classe operaia moderna ha più competenze, più conoscenza e migliore istruzione, migliore livello educativo e culturale. Ma allo stesso tempo l’elemento di sfruttamento rimane intatto. Il profitto dei monopoli e delle multinazionali proviene dal sudore e lavoro della classe operaia. Lo sfruttamento continua ad esistere e aumenta”. Un elemento fondamentale della strategia della FSM è l’internazionalismo enfatizza Mavrikos affermando che “ogni sindacato ha l’obbligo di lottare per i diritti dei lavoratori nel proprio paese. In primo luogo all’interno del suo stesso paese. Nella misura in cui rafforza le lotte a livello nazionale, nella misura in cui rafforza la percezione di classe nel proprio paese, oggettivamente aiuta a rafforzare il movimento sindacale internazionale. Qualsiasi cambiamento in ogni singolo paese, cambia il quadro generale”.
In conclusione del suo intervento si è concentrato sulla questione dell’unità e il confronto tra le due linee nel movimento sindacale, affermando che “la classe operaia, al fine di raggiungere i suoi obiettivi ha bisogno prima di tutto di raggiungere la propria unità come classe” e “l’unità per cui si batte il movimento sindacale di classe deve avere caratteristiche di classe. Si deve unire la classe e i suoi alleati nella lotta contro la classe dei capitalisti. Questa è l’unità che non è effimera, non ha maggiore importanza in un giorno e minore in un altro, non è un’unità di vertici. Lottiamo per l’unità che servirà ai lavoratori per risolvere i loro problemi immediati e a lungo termine. Come in tutti i fronti principali anche intorno al tema dell’unità ci sono due linee principali in conflitto, due percezioni principali. In entrambi c’è unità. Ma la domanda è: unità con chi e per quale scopo?” noi, come FSM ha proseguito “siamo la corrente militante all’interno dei sindacati, vogliamo l’unità al fine di rafforzare la lotta del proletariato contro i monopoli, contro le multinazionali ed i loro rappresentanti politici. Per accumulare forze, in quantità e in qualità, per esser in grado di affrontare l’imperialismo, per collegare la lotta dei lavoratori per i problemi immediati e diretti con la radicalizzazione della lotta per eliminare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Al contrario la corrente riformista del movimento sindacale cerca di unire gli operai nella sua battaglia per modernizzare e rinvigorire il sistema capitalista. Per unire la classe operaia e i suoi alleati nella linea di collaborazione di classe e compromesso con gli imperialisti e i gestori di questo sistema. La leadership della CSI (Confederazione Sindacale Internazionale) promuove il riformismo e la collaborazione di classe all’interno della classe operaia. Negano il principio marxista fondamentale che la storia della società è una storia di lotte di classe e allo stesso tempo cercano di mascherare il sistema capitalista e lo sfruttamento presente come buono. In ultima analisi, chi beneficia di tali pratiche sindacali e di corruzione della coscienza? Ne beneficiano i capitalisti, le multinazionali, i governi antioperai che vogliono un movimento sindacale imprigionato nella collaborazione di classe e arreso al Dio del profitto capitalistico”. Per questo afferma Mavrikos – “vogliamo aiutare i lavoratori a costruire i propri sindacati indipendenti, militanti, con orientamento di classe e internazionalista contro l’imperialismo e la barbarie capitalista”.
Concludendo il suo discorso ha dichiarato che “Consegneremo alle giovani generazioni un più forte, ideologicamente solido e organizzativamente maturo movimento sindacale. Prendiamo l’impegno di celebrare l’80° anniversario della FSM con 100 milioni di iscritti”. Presente per l’Italia una delegazione dell’USB. Il 17° Congresso della FSM si concluderà domani 8 ottobre con una manifestazione e l’inaugurazione del Monumento del COSATU.