Il 19 e 20 ottobre il movimento sindacale francese su appello della CGT si mobilita ad Amiens per le libertà sindacali. Il 19 ottobre si apre infatti nella cittadina nel nord della Francia il processo in appello degli ex 8 operai della fabbrica di pneumatici Goodyear di Amiens-Nord, tra cui 5 delegati del sindacato CGT, condannati in primo grado a 2 anni di prigionia di cui 9 mesi in carcere e 75.000 euro di ammenda per essersi opposti con una dura e lunga lotta di 7 anni contro la decisione dei padroni di chiudere la fabbrica per delocalizzarla nei paesi dove possibile sfruttare manodopera “più economica”.
Oltre 1000 operai occuparono la loro fabbrica nel gennaio del 2014 e due dirigenti furono trattenuti (“sequestrati” secondo l’accusa) per un giorno e mezzo negli uffici di Rueil-Malmaison. Per 36 ore il direttore di produzione, Michel Dheilly e il direttore delle risorse umane, Bernard Glesser non diedero alcuna risposta sulle indennità di fine rapporto dei 1173 lavoratori della fabbrica che è stata alla fine chiusa. Nell’accordo che chiudeva la vertenza era previsto il ritiro di tutti i procedimenti giudiziari in corso nei confronti dei militanti sindacali. I due dirigenti hanno infatti testimoniato che non vi fu “alcun comportamento (che) aveva violato la (nostra) integrità fisica”. Nessuna azione giudiziaria fu intrapresa dai due dirigenti contro gli 8 sindacalisti accusati, né contro nessun altro degli altri 1000 operai Goodyear, per violenza o sequestro. Ma ci ha pensato per loro la Procura della Repubblica che ha deciso di proseguire l’azione giudiziaria avviando un rapido processo politico nel quadro dello Stato d’Emergenza vigente che ha innalzato il livello di repressione contro il movimento operaio e popolare, contro il sindacato conflittuale e nei posti di lavoro, come è stato ben evidente in tutto il percorso che ha portato alla fine all’approvazione autoritaria della Loi Travail.
Mentre la multinazionale ha fatto miliardi di profitti quasi un migliaio di lavoratori sono ancora disoccupati, 3 dei quali si sono suicidati. Ma lo Stato borghese e il governo di “sinistra” Hollande-Valls, al servizio del padronato, si scagliano contro i settori organizzati della classe operaia, in particolari quelli più conflittuali che rifiutano l’idea della “collaborazione di classe” e non scendono a compromessi con le esigenze dei padroni ostacolando i piani delle multinazionali. La CGT, principale sindacato francese riformista, ha al suo interno settori molto radicalizzati con una linea di classe, alcuni dei quali affiliati alla FSM, e proprio dentro la Goodyear vi è una delle correnti più conflittuali. Questo inoltre non è l’unico processo in corso in Francia. Tre settimane fa ha avuto inizio infatti quello contro 15 lavoratori d’Air France che aggredirono i dirigenti dell’azienda.
E’ emblematico il discorso di chiusura dell’udienza del 24 novembre 2015 in sede penale da parte dei pubblici ministeri che rimarcarono come “non è possibile tollerare in uno stato di diritto, anche in un contesto sociale così difficile” che i lavoratori “si facciano giustizia da sé”. Un arrogante inno alla legalità borghese di un sistema di sfruttamento che non può tollerare la “giusta collera operaia” né alcuna forma di lotta per la difesa dei posti di lavoro e i diritti che trascende gli angusti limiti della loro legalità che può licenziare però per profitto mandando nel baratro della disoccupazione e miseria migliaia di operai, sottopone i lavoratori ad ogni ingiustizia, vessazioni e pressioni padronali nei posti di lavoro nell’impunità e protezione dello Stato. E’ chiaro pertanto l’intento punitivo verso chi non si sottomette, con l’obiettivo di intimorire tutta la classe lavoratrice al fine di “trasformare i luoghi di lavoro in ghetti, nel totale silenzio, senza lotte, senza reazioni ai licenziamenti, ai tagli salariali, all’abolizione dei diritti dei lavoratori” come sottolineato nel messaggio di solidarietà internazionalista giunto dal PAME a nome del movimento sindacale di classe greco. Decine di altri messaggi di solidarietà sono giunti dai sindacati affiliati alla Federazione Sindacale Mondiale (FSM) che nel suo messaggio ribadisce la solidarietà agli 8 operai che insieme ai loro colleghi hanno condotto “per 7 anni un eroica lotta contro la violenza padronale per difendere i loro posti di lavoro” evidenziando come “nessun lavoratore e lavoratrice deve esser solo nella lotta contro il grande capitale e le multinazionali. Contro i governi e i partiti politici che sostengono gli interessi dei monopoli. Difendiamo” – conclude il messaggio – “le libertà sindacali e lottiamo contro la criminalizzazione delle nostre lotte”.
La mattina del 19 ottobre circa 10.000 lavoratori e solidali convocati dal sindacato CGT hanno marciato verso il Tribunale accompagnando gli 8 operai fino all’ingresso lanciando slogan di solidarietà, di unità e contro la repressione antisindacale con cui il governo borghese francese – insieme alla legge El Khomri e le normative antisindacali nei posti di lavoro – criminalizza le lotte mettendo procure e forze di polizia al servizio delle grandi aziende per spazzar via ogni resistenza di classe ai piani antipopolari e antioperai del grande capitale e dell’UE.
Sul suo giornale “Iniziativa Comunista”, l’URCF (membro della Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa) in un articolo sulla “Violenza di Stato: un’arma del capitale” afferma che “lo Stato capitalista, qualunque sia il coloro politico del governo, svolge un ruolo fondamentale per perpetuare il sistema (capitalista), utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione, dalla più abile manipolazione ideologica alla repressione brutale più visibile” evidenziando la “menzogna di Stato sulla salvaguardia della democrazia sotto la copertura della lotta contro il terrorismo” che “viene smentita dai fatti che dopo un anno (di Stato d’Emergenza) confermano l’attacco condotto regolarmente nel nostro paese contro quello che resta dei diritti democratici conquistati nel XX secolo”. L’articolo conclude spiegando come lo “Stato d’Emergenza dà carta bianca a tutto l’apparato repressivo (polizia e tribunali) per “neutralizzare” non solo degli individui, ma anche i movimenti sociali più conflittuali; le mobilitazioni contro la loi El Khomri hanno subito un livello di violenza della polizia senza precedenti, con centinaia di manifestanti feriti e arrestati… La repressione e la criminalizzazione sindacale, nel frattempo, continua, con la minaccia del carcere per gli 8 operai Goodyear per la difesa del posto di lavoro, i licenziamenti dei sindacalisti di Air France autorizzato dalla El Khomri contro il parere dell’Ispettorato del lavoro, i portuali CGT di Havre arrestati il 31 agosto a margine di un meeting della CGT in cui intervenne Philippe Martinez (Segretario Generale della CGT, ndr)” creando un generale clima di paura e rassegnazione nella popolazione nel “quale emerge un malsano clima di caccia alle streghe e capro espiatorio”.