TUTTI IN PIAZZA SAN GIOVANNI IL 30 OTTOBRE A ROMA
Mentre il governo Draghi, sostenuto dall’Europa, dalla Confindustria e da tutto il Parlamento (PD-Lega-5stelle-Renzi-Leu-Berlusconi eccetera) sta tagliando le pensioni e ridimensionando il reddito di cittadinanza, emerge da un articolo del Corriere della Sera il clamoroso regalo di 80 miliardi concesso alle grandi imprese.
Trattasi di un gigantesco ed iniquo sconto fiscale per le grandi società di capitali contenuto nella Legge Finanziaria approvata dal precedente governo Conte-Gualtieri che porterebbe ad un mancato gettito stimato in 4,5 miliardi all’anno per i prossimi 18 anni.
La cifra è più che ragguardevole: 80 miliardi di mancato gettito. Un macigno sui conti pubblici. Nascosto nella legge di Bilancio varata dallo scorso governo. È l’effetto di una norma che garantisce un imponente sconto fiscale alle società di capitali con il trucco della rivalutazione “puramente contabile” dei propri beni materiali ed immateriali. Sulla carta una mossa per rafforzare patrimonialmente le aziende in un momento di difficoltà, che si è invece trasformata in un gigantesco ed iniquo regalo fiscale SOLO per la grande impresa (la Confindustria di Bonomi).
A usufruirne sono state soprattutto le grandi imprese rappresentate dalla Confindustria, che hanno approfittato di un Paese distratto dalla pandemia per ridurre in maniera impressionante il proprio contributo alle entrate dello Stato.
Tanto per fare un confronto, per la sanità il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia complessivamente 18,5 miliardi di euro, mentre alla Confindustria una manina del governo Conte-Gualtieri ha regalato con un emendamento notturno dell’ultima ora 80 miliardi di euro per i prossimi 18 anni.
La misura va immediatamente cancellata, perché è assolutamente iniqua di fronte ai milioni di lavoratori dipendenti, di artigiani e commercianti, di professionisti, di piccole e medie imprese che sono sottoposti a livelli di tassazione altissimi, mentre alle grandi imprese è stata regalata un’imposta sostitutiva del 3% per i prossimi 18 anni.
Chiaramente il governo Draghi non parla di questo incredibile regalo agli amici di Confindustria!!!
Per capire la portata di questo colossale imbroglio si deve fare un passo indietro di quasi un anno. Nell’ambito della discussione della Legge Finanziaria, il 20 dicembre viene presentato all’ultimo minuto dalla Lega un emendamento che riceve stranamente e immediatamente il parere favorevole dell’allora maggioranza giallo-rossa del governo Conte-Gualtieri.
In quell’emendamento c’era scritto che le società di capitali che avessero voluto rivalutare i propri beni immateriali (anche il “fittizio” valore di avviamento) avrebbero pagato solo un’imposta sostitutiva una tantum del 3%. Uno sconto gigantesco. Tanto per avere un’idea, l’imposta Ires sul reddito delle società di capitali è pari al 24%.
Oggi un bene immateriale può essere ammortizzato nell’arco di 18 anni. Con una semplice pianificazione fiscale (su Internet ci sono migliaia di commercialisti che spiegano questo trucco contabile), una grande società poteva rivalutare il valore di avviamento di 18 volte il suo reddito, facendo scendere la propria aliquota di tassazione dal 24% al 3% per i prossimi 18 anni!!!
A fine estate, chiusi i bilanci, il salatissimo conto è stato presentato al Fisco. L’uso massiccio del provvedimento da parte delle grandi società di capitali ha fatto stimare il mancato gettito annuale, secondo il Corriere della Sera, in 80 miliardi l’anno (circa 4,5 miliardi l’anno per i prossimi 18 anni). I conteggi del giornale non sono stati smentiti dal governo e nessun altro giornale ha osato parlarne.
Il Dipartimento delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate, la Ragioneria Generale dello Stato, la Commissione Europea non si sono accorte di nulla e hanno “bollinato” questo gigantesco regalo alla grande impresa.
Fatto sta che oggi Draghi presenta il conto al Paese, e come al solito i lavoratori dipendenti e i pensionati dovranno ripianare con grandi sacrifici (allungamento dell’età pensionabile, tagli ai diritti e ai salari, maggiore precariato) l’ennesimo regalo ad una classe imprenditoriale che ha vissuto da sempre sulle spalle dello Stato e che ogni giorno si permette anche di fare lezioni di morale al Paese.
Invece di cancellare questa misura iniqua ed insostenibile per un Paese che ha bisogno di crescere, il governo, la Confindustria, i Sindacati concertativi e i partiti “chiusi” nel Parlamento stanno distraendo il Paese con le inutili misure del “green pass” e stanno preparando l’ennesimo attacco ai diritti e alle pensioni dei lavoratori, il ridimensionamento del reddito di cittadinanza, la riforma del catasto per arrivare a tassare persino la prima casa degli italiani.
Visto questo gigantesco regalo fatto dall’ex Ministro delle Finanze alla Confindustria, risulta anche più chiaro il grande successo di Gualtieri nella ZTL di Roma alle ultime elezioni comunali.
È bene che le periferie dei lavoratori e dei pensionati ricomincino a far sentire la propria voce per combattere contro queste grandi ingiustizie, per riportare l’equità, l’onestà e la competenza del mondo che lavora e che produce alla guida del Paese.
Primo appuntamento il 30 ottobre a Roma.
Alle ore 14,30 il Comitato NODRAGHI si riprende Piazza San Giovanni per rendere di nuovo protagonisti i lavoratori e le lavoratrici, per riportare al centro le periferie.