Migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni di massa svolte il 17 e 18 ottobre ad Atene e in altre 20 città greche, contro le misure antipopolari del governo SYRIZA-ANEL e dell’UE. Più di 500 sindacati, Centri di Lavoro, federazioni nazionali, si sono uniti nella protesta alzando la loro voce per contratti collettivi in conformità con le esigenze dei lavoratori e rivendicando posti di lavoro stabili con diritti per tutti, la cancellazione delle leggi anti-lavoratori, aumenti dei salari, delle pensioni e delle prestazioni sociali, evidenziando la necessità per la classe operaia di prendere la situazione nelle proprie mani e rovesciare i piani del governo di SYRIZA e dell’Unione Europea che promuovono gli interessi padronali.
Una delegazione di lavoratori ha consegnato ai partiti in Parlamento – ad esclusione di Alba Dorata – una propria proposta di legge sui contratti collettivi di lavoro che è stata poi presentata dal Partito Comunista di Grecia (KKE), il cui Segretario Generale, Dimitris Koutsoumpas ha partecipato alla manifestazione di Atene, dichiarando: “Il popolo greco deve gettare nella spazzatura le bugie e la propaganda del governo, le conclusioni dei vari presunti specialisti, la pressione dei creditori, della UE e del FMI, e incidere la propria lotta. Sollevazione generale di tutti, con la classe operaia in prima linea, in alleanza con gli altri strati popolari, puntando contro i monopoli e il modo di sviluppo capitalistico stesso che porta povertà, le crisi, la disoccupazione. Non c’è altra soluzione, non c’è altra via d’uscita”.
Al raduno in piazza Syntagma è intervenuto anche il neo-riconfermato Segretario Generale della Federazione Sindacale Mondiale (FSM), il greco George Mavrikos (ex segretario del PAME e dirigente del KKE), che ha portato un messaggio di solidarietà internazionalista alla lotta della classe operaia in Grecia e di supporto alla linea del PAME e del suo ruolo nella lotta di classe. Riprendendo il suo discorso al 17° Congresso della FSM, ha ribadito che non bisogna dimenticare “che il rafforzamento dei sindacati militanti nel nostro paese, rafforza il movimento sindacale in campo internazionale. Perché dovere internazionalista è prima di tutto contribuire allo sviluppo del sindacato di classe e la linea di classe nel proprio paese. I nostri fratelli in tutto il mondo prendono coraggio dalla lotta in Grecia. Come noi prendiamo coraggio quando un mese fa, il 2 settembre, 180 milioni di lavoratori indiani hanno partecipato allo sciopero, alle barricate, si sono scontrati con la violenza dello Stato e dei padroni. Ci sono forze sane ovunque, poche, piccole, ma ci sono. Non tutto è nero, non tutto è compromesso. Costruire sindacati come bastioni di classe. In tutti i paesi del mondo ci sono combattenti e con il nostro aiuto possono alzare la bandiera della linea di classe”.
Il PAME ha sottolineato come “nessun lavoratore, nessun ramo, nessun sindacato da solo può fermare questo attacco unificato e pianificato del governo greco e dei padroni. Rafforziamo il fronte contro i padroni di ogni settore che ci vogliono a buon mercato, flessibili e senza alcun diritto”. “Contro i piani di UE, FMI e dei grandi capitalisti che mirano a nuovi tagli ai nostri salari e diritti sociali” – si legge nel comunicato di convocazione della manifestazione – “ci impongono la schiavitù contemporanea, lo sfruttamento in base alle richieste dei grandi gruppi imprenditoriali, lavoro senza diritti, salari da fame, contratti a zero ore, mini posti di lavoro, nessun obbligo per i datori di lavoro, licenziamenti facili. Basta sacrifici per i profitti dei capitalisti!”
Negli interventi in piazza è stata annunciata la preparazione dello sciopero generale: “Abbiamo proposto di colpire nei primi 15 giorni di novembre e lo ribadiamo” ha affermato uno degli oratori del PAME intervenuti, invitando tutti i sindacati che hanno partecipato alla manifestazione a decidere e preparare in ogni modo, a livello nazionale, lo sciopero generale nel settore pubblico e privato. “Devono ricevere la risposta massiccia, militante e combattiva, con tutte le forme di lotta e di sciopero generale! Non scendiamo a compromessi con la povertà e la miseria! Chiediamo i nostri diritti nel lavoro e nella vita corrispondenti alla nostra epoca, il 21° secolo, le nostre esigenze contemporanee. Non vivremo come schiavi!”