La crisi greca non ha fine e il governo Tsipras si piega a nuove misure lacrime e sangue in cambio di una nuova tranche di aiuti da parte di UE, BCE e FMI. Le promesse di cambiamento del governo di Syriza, appoggiato dal partito nazionalista ANEL si infrangono contro un muro e per la prima volta nei sondaggi il partito di governo scende sotto la soglia del 20% dei consensi.
Le principali misure del nuovo memorandum siglato con la troika riguardano l’abbassamento della fascia di reddito esente da tassazione, che calerà a 6.000 euro annuali, rispetto agli 8.636 attuali, e aumento della pressione fiscale per le fasce medio-basse; l’abbassamento delle pensioni, già oggi fortemente ridotte dai precedenti accordi, con un tasso medio che non supera i 500 euro mensili; la privatizzazione di settori strategici dell’economia nazionale, ed in particolare del mercato elettrico; la riforma del mercato del lavoro, similmente a quanto realizzato in Italia con incremento della precarietà, demansionamenti e riduzione dei salari.
In cambio il governo greco strappa alcune concessioni di facciata. Se la Grecia rispetterà gli accordi la troika concederà la possibilità di alcuni interventi sociali, come lo stanziamento di 1.000 euro in favore delle famiglie più povere, e interventi di sostegno sui minori e contributi per l’acquisto dei farmaci. Purtroppo siamo pronti a scommettere che la troika non riterrà che la Grecia abbia rispettato gli accordi, e che le misure promesse svaniranno, come già accaduto, mentre quelle realizzate resteranno.
A Bruxelles si brinda all’accordo, definito necessario per «modernizzare l’economia e assicurare una un percorso fiscale credibile nei prossimi anni». Per Pierre Moscovici, commissario per gli Affari europei, è uno «sviluppo assai positivo in un negoziato che era giunto in un fase complessa». Per il governo greco l’accordo è la premessa per «ridiscutere il debito». Cosa che avviene dall’elezione di Tsipras ad oggi senza alcun risultato.
Intanto i lavoratori greci si preparando a nuove mobilitazioni. Pensionati e lavoratori sono allo stremo, mentre la disoccupazione non diminuisce. Per Dimitri Koutsoumpas segretario generale del KKE «Il nuovo accordo siglato dal governo SYRIZA – ANEL genera un nuovo memorandum con nuove dure misure contro i lavoratori salariati, i pensionati, i lavoratori autonomi, e conferma ancora una volta come questo governo faccia il” lavoro sporco ” per conto del capitale».
Secondo il KKE «Il nuovo accordo costituisce un nuovo attacco ai redditi dei lavoratori, i principali nuovi tagli riguardano le pensioni e i salari, mentre si prevedono nuove misure strutturali a favore dei monopoli, come ad esempio l’effettiva abolizione delle vacanze domenicali e l’incremento delle privatizzazioni. Gli unici a gioire per il nuovo accordo sono i grandi gruppi finanziari».