Con lo slogan “nessuna paura, nessuna sottomissione: lotta per il lavoro con diritti e una vita dignitosa” si sono svolte ieri sera manifestazioni operaie e popolari in 41 città della Grecia nel quadro di una mobilitazione guidata dal Fronte Militante di Tutti i Lavoratori (PAME) contro le nuove misure antipopolari negoziate tra il governo Syriza-Anel e l’UE-Fmi-BCE, la Commissione Europea.
Diverse migliaia di lavoratori, disoccupati, lavoratori autonomi, pensionati, giovani e donne hanno risposto dando vita a mobilitazioni dinamiche e di massa, in particolare ad Atene e Salonicco contro le nuove misure imposte a seguito della cosiddetta “valutazione” dell’Eurogruppo che nella giornata di lunedì stabilisce nuovi tagli alle pensioni, nuove misure in materia di rapporti di lavoro (liberalizzazione dei licenziamenti di massa, nuovi tagli salariali con l’imposizione di salario sub-minimo), innalzamento della tassazione che si aggiungono alle misure già in corso che hanno portato la classe operaia del paese alla povertà e miseria. In un recente rapporto del Ministero del Lavoro si evince come il mese di gennaio abbia visto la maggior ondata di licenziamenti dal 2001 con un totale di 29.817 posti di lavoro persi e il ritiro di 156.318 lavoratori dal mercato del lavoro, mentre il 53% dei nuovi contratti risultano esser part-time e secondo l’Agenzia Grecia di Statistica (Elstat), a partire dal 2015, il 70% della disoccupazione nel paese è di carattere strutturale col 50% di essi senza lavoro da oltre 2 anni.
«Non saremo spettatori della nostra miseria» esordiva l’appello di convocazione delle mobilitazioni del PAME condiviso da numerosi sindacati del settore pubblico e privato, organizzazioni di massa, comitati popolari, associazioni dei lavoratori autonomi, la Federazione delle Donne Greche, il Fronte Militante degli Studenti, associazioni studentesche: «sul terreno delle precedenti misure anti-operaie, sono tutti d’accordo per un nuovo ciclo di attacco con nuove misure contro i diritti dei lavoratori e le libertà sindacali. Decidono di nuovo la brutale tassazione al popolo, il rinnovo degli accordi antilavoratori dopo il 2018 e il consolidamento del sanguinoso “avanzo primario” del bilancio dello Stato. Tutto quello che gli industriali e i grandi imprenditori di ogni settore hanno richiesto in passato, è ormai diventato parte del memorandum!». «Le unioni degli industriali e degli altri datori di lavoro» – continua la dichiarazione – «richiedono nuove misure permanente ed esprimono chiaramente le loro richieste nel loro settimanale nel quale si dice “abbiamo bisogno di un “memorandum greco + Plus”, che vada oltre quello dei creditori. I capitalisti stanno costruendo il futuro recupero dei loro profitti sulle rovine dei diritti del popolo. Vogliono garantita la manodopera a basso costo, lavoratori in catene. Vogliono eliminare ogni diritto dei lavoratori e ogni rivendicazione e reazione, in modo da continuare l’attacco ai diritti popolari al fine di aumentare i loro profitti».
A servire gli interessi della borghesia greca e di quella internazionale nel quadro dell’UE e degli altri organismi imperialisti c’è il Governo guidato da Tsipras che sostiene senza vergogna che il compromesso acquisito con i creditori permetterà di “salvare” la sua economia senza tornare all’austerità provando a continuare ad ingannare e illudere il popolo dopo l’accordo con l’Eurogruppo che contiene una serie di misure addizionali che inizialmente non erano dentro il programma di “salvataggio” che si protrarrà adesso oltre la sua scadenza prevista. Ma le manifestazioni di ieri (previste anche per oggi e domani in altre città) hanno dato una chiara dichiarazione che il movimento sindacale con orientamento di classe non accetterà queste nuove misure e che la classe lavoratrice greca e i settori popolari impoveriti non sono disposti a capitolare. «Non scendiamo a compromessi. Non cediamo. Non accetteremo tutte queste misure che il governo porta adesso con la valutazione” ha detto Giorgos Perros, membro del Comitato Esecutivo del PAME durante il suo intervento nella concentrazione in piazza Omonia a cui è seguito un corteo militante verso il Parlamento in cui ha partecipato anche una delegazione del CC del KKE guidata dal SG, Dimitris Koutsoumpas che ha dichiarato: «Mentre il governo scrive, dirige e interpreta un nuovo episodio dell’inganno del popolo greco, siamo qui, nella lotta, a fianco della classe operaia e il movimento popolare per dire basta, la nostra gente non ne può più di misure contro il loro reddito, contro la loro stessa vita e quella dei loro figli. Qui c’è la speranza, nella lotta, insieme col KKE per aprire una strada migliore per noi, per i nostri figli, per il popolo greco».
La mobilitazione ha ricevuto la solidarietà internazionale della Federazione Sindacale Mondiale rappresentata da una delegazione composta da membri di sindacati provenienti dal Perù, Cipro, Trinidad e Tobago, Nepal. Un nuovo appello è stato pubblicato per organizzare e aumentare il conflitto, in particolare concentrato nei posti di lavoro, in ogni settore, con il coordinamento e solidarietà in ogni città e a livello nazionale in preparazione di un nuovo sciopero generale di massa e militante per il contrattacco a tutto campo unendo le forze dei lavoratori, degli agricoltori, dei lavoratori autonomi ecc. contro il nemico comune: il capitale, i monopoli capitalistici, la borghesia e i suoi governi, gli organismi imperialisti come l’UE e il FMI.
Nel mentre, dopo 22 giorni di blocchi stradali, migliaia di agricoltori greci provenienti da tutto il paese hanno dato vita ad una manifestazione ad Atene lo scorso 14 febbraio, contro le politiche del governo e dell’UE che portano all’impoverimento dei piccoli e medi agricoltori a vantaggio dei grandi monopoli del settore. Sindacati del settore pubblico e privato, organizzazioni di massa, comitati popolari, associazioni dei lavoratori autonomi, la federazione delle donne greche, gli studenti hanno dimostrato il loro sostegno agli agricoltori esprimendo nella pratica lo slogan sentito decine di volte nelle manifestazioni: “Lavoratori-agricoltori, una sola voce un solo pugno”. Anche in quell’occasione in piazza una delegazione del KKE con il SG, Dimitris Koutsoumpas che ha dichiarato: «I contadini inviano un messaggio sonoro che denuncia le politiche governative, l’UE nel suo insieme, un messaggio contro tutti coloro che li stanno espellendo dai loro mezzi di sostentamento, dalla loro terra. Stanno aumentando la loro lotta in alleanza e unità con gli altri strati popolari, con la classe operaia e i lavoratori autonomi urbani. La vittoria appartiene a loro, uniti possiamo essere tutti vittoriosi». Una lotta che ha ricevuto il sostegno e la solidarietà della Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa che ha dichiarato come «analoghe misure contro i piccoli produttori e il diritto del popolo a godere di prodotti agricoli a basso costo e di buona qualità, sono state adottate in tutta Europa. Queste dure misure – prosegue la dichiarazione – vengono promossi al fine di cacciare i piccoli e medi agricoltori dalle terre, con l’obiettivo di concentrare la terra e la produzione nelle mani di pochi, al servizio degli interessi dei grandi agricoltori, della grande distribuzione e l’agroindustria. Esprimiamo la nostra solidarietà internazionalista con la lotta dei piccoli e medi agricoltori in Grecia. La speranza che gli ostacoli posti nel tentativo di spingerli fuori dalle terre è da ricercarsi nelle lotte, nella alleanza dei lavoratori con i piccoli e medi agricoltori e gli altri strati popolari contro i monopoli, l’UE e il loro sistema».
In tutto il continente si dimostra come non c’è alcun futuro per i lavoratori e la gioventù nell’UE del capitalismo. Ragioni che il prossimo 25 marzo il Partito Comunista porterà in piazza a Roma in una manifestazione militante e internazionalista contro l’UE e la NATO in occasione del nefasto 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma.