INIZIA IL ROMPETE-LE-RIGHE IN EUROPA?

VASI DI ACCIAIO, VASI DI FERRO E VASI DI COCCIO
ottobre 5, 2022
Il paradosso blu, l’inganno e la lotta di classe.
ottobre 9, 2022

INIZIA IL ROMPETE-LE-RIGHE IN EUROPA?

Aggiornamento di https://www.lariscossa.info/vasi-acciaio-vasi-ferro-vasi-coccio/

 

È istruttivo sfogliare i quotidiani di oggi per rendersi conto che ci sono diversi modi di presentare uno stesso avvenimento – e questo è ovvio. Ma basta un titolo o un tono differente per ribaltare completamente il senso dell’articolo.

Stiamo parlando del Vertice informale del Consiglio Europeo, tenutosi a Praga.

«Draghi attacca Ursula e i nordici “La recessione sarà colpa vostra”» è il titolo de La Stampa di oggi. Gli altri quotidiani della galassia draghiana sono molto più sobri, al limite dell’omertà. Per esempio, Il Sole 24 Ore, che di solito non le manda a dire, titola «Il cauto ottimismo di Draghi a fine vertice: “Sull’energia le cose si stanno muovendo”». Dai resoconti forniti dai canali televisivi Rai, diremmo che questi sono i toni del mainstream che si acconciano ai toni felpati delle dichiarazioni dello stesso Draghi in uscita dal Vertice sulla suggestiva spianata del Castello di Praga.

Quindi, toni bassi all’esterno per non dare segnali di debolezza all’opinione pubblica europea, stracci che volano perché sono nel pallone su come agire da qui in avanti, dopo che l’inverno si avvicina e naturalmente ognuno sta cercando di mettere quanta più legna in casa propria.

Sul banco degli imputati il Cancelliere tedesco Scholz, a cui le scarpe cominciano a diventare strette. La diatriba la si vorrebbe fare passare come una contraddizione tra nazioni del nord e del sud. I nordici sono più dipendenti dal gas russo e quindi cercano di fare da soli, mentre quelli del sud hanno meno dipendenza e soprattutto la Francia un grosso apporto del nucleare.

Il raccontino però non tiene. Infatti, per esempio i più assatanati sono i baltici, capitanati dalla Polonia.

In realtà Scholz sta remando contro e in particolare scopre gli altarini.

«Siamo tutti concordi che i prezzi del gas sono troppo alti e dobbiamo discutere con la Norvegia, gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea su come abbassarli».

Quindi finalmente qualcuno ha il coraggio politico di dire la verità: a speculare sul prezzo del gas che noi paghiamo da 10 a 20 volte di più sono quelli che ce lo vendono e quelli che lo comprano a qualunque prezzo, facendolo schizzare alle stelle. Inoltre, il cancelliere tedesco si difende dalle accuse:

«Piani simili – allo scudo di aiuti da 200 miliardi di euro varato da Berlino – sono previsti anche altrove o già attuati, ad esempio in Italia, Spagna, Francia, Paesi Bassi».

La durezza di Draghi, che viene riportata solo da La Stampa, ma il resoconto è agghiacciante: «Non l’abbiamo mai visto così duro», racconterà uno di loro.

Secondo Draghi, ciò che conta non è introdurre un tetto rigido al prezzo del gas, ma un meccanismo in grado di contenere i prezzi. La volontà politica può essere da sola sufficiente a risolvere il problema, esattamente come accadde dieci anni fa con il discorso del “whatever it takes”: quell’impegno bastò da solo a salvare dal peggio la moneta unica. Per dare credito alla sua tesi Draghi osserva giorno per giorno l’andamento del mercato del gas di Amsterdam, dove si scambiano contratti futures e dunque i prezzi sono fatti sulle aspettative e non su quantità fisiche: ieri è stato scambiato a 155 euro a megawatt ora, il 12 per cento in meno del giorno precedente. Come a dire: basta ventilare l’ipotesi di un accordo e il prezzo cala.

Ora il discorsetto di Draghi lascia del tutto perplessi chi veramente sa di cosa si parla.

Primo, tutti gli esperti dicono che il tetto è impossibile da mettere in un mercato aperto; una cosa è lottare contro la speculazione sui titoli di stato dove a fare il mercato possono essere – e questo è vero, se lo vogliono – le banche centrali, altro è lottare contro un mercato dove il prezzo è formulato da forze molto più forti, che soprattutto ci vogliono spolpare e non aiutare.

Secondo, il tetto, anche nella sua più rosea aspettativa, riuscirebbe a fissare il prezzo del gas almeno tre volte più di quello ante crisi, ossia comunque su livelli che farebbero deragliare nel lungo periodo l’economia, l’industria e le famiglie europee. La possibilità di spuntare un prezzo migliore se contrattato insieme è illusorio in un mercato così variegato, c’è troppa richiesta per fare cartello acquisti, contrariamente a quello che dice il Presidente di Acciaierie d’Italia, ancora su La Stampa.

Terzo, qui è il vero punto. Draghi si rivela ancora una volta il più fedele servitore degli interessi della NATO e per suo tramite degli USA. L’Europa deve bere il calice amaro della recessione fino alla feccia. Non sono ammesse deroghe. Persino l’atlantista von der Leyen viene richiamata ai suoi doveri di kapò degli USA. La vera verità è che era il prezzo dell’energia pagato dagli USA più di un anno fa che metteva quel paese in difficoltà, dovendosi approvvigionare col suo shale oil che i bassi prezzi internazionali metteva fuori mercato. Ora a essere tutta fuori mercato è l’economia europea.

Gli USA sono fuori di testa perché la Germania fa resistenza nel momento cruciale. Dopo che hanno fatto esplodere in faccia il Nord Stream, gli stregoni di Washington pensavano di aver ammansito definitivamente i tedeschi, invece la risposta politica è stata di una tale gravità che nessun canale di informazione del solito mainstream ha osato darne conto [2]. Il Parlamento tedesco ha respinto con 476 voti contrari e solo 179 favorevoli e un astenuto la proposta di intensificare i tempi dell’invio delle armi all’Ucraina La mozione chiedeva «un aumento immediato e sensibile del sostegno tedesco in termini di quantità e qualità». Il segnale politico è fortissimo.

Inoltre si apre un’altra grana gravissima. Anche il loro più solido alleato nel Medioriente, l’Arabia Saudita, gli volta le spalle, votando insieme alla Russia nell’Opec la riduzione della produzione di petrolio. «La Casa bianca definisce “atto ostile” la decisione di Russia e Arabia Saudita di abbassare la produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno» (CNN)

 

Però i nostri organi di “informazione” continuano a raccontarci una realtà rovesciata, in cui i buoni sono tutti d’accordo e i cattivi sono in preda al panico e fra poco inevitabilmente verranno sbaragliati.

 

 

[1] https://www.lariscossa.info/vasi-acciaio-vasi-ferro-vasi-coccio/

[2] https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-germania_il_bundestag_respinge_la_richiesta_di_aumentare_le_forniture_di_armi_allucraina/45289_47447/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *