Lo scorso 26 giugno, l’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa ha rilasciato una dichiarazione relativa agli attacchi contro il diritto di sciopero che si susseguono in tutta Europa (ultimo caso in Svezia) come nel nostro paese dove il nuovo governo sembra esser intenzionato a proseguire nella stessa direzione del precedente.
La dichiarazione rammenta come i proclami formali sui diritti umani fatti nell’ambito della democrazia borghese siano negati nella pratica ogni volta che entrano in conflitto con gli interessi di classe della borghesia e la massimizzazione dei profitti. E il diritto di sciopero, che è formalmente riconosciuto da molte costituzioni borghesi, non fa eccezione.
«Molte costituzioni borghesi formalmente riconoscono il diritto di sciopero, ma nella pratica i governi e gli organi di repressione, stanno adottando misure per violare il diritto di sciopero e, più in generale, per contrastare le proteste sociali in molti paesi, spargendo anche il sangue dei lavoratori».
La dichiarazione asserisce inoltre che il duro attacco lanciato dal capitale contro i diritti dei lavoratori in generale e in particolare contro il diritto di sciopero, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e il consolidamento del riformismo all’interno dei sindacati sta diventando più profondo e violento, e viene portato avanti in modo pianificato e coordinato dagli organi dell’UE e dai governi borghesi.
«In molti paesi, Stati membri dell’UE (Belgio, Gran Bretagna, Grecia, Italia, ecc.), i governi approvano progetti di legge che limitano il diritto di sciopero, fino a renderli completamente illegali in alcuni casi». La strategia adottata dall’UE, dal capitale e governi per limitare il diritto di sciopero è «parte di un più generale attacco del capitale contro la classe lavoratrice al fine di garantire alla borghesia la piena gestione e controllo del processo di ristrutturazione capitalista, pianificato e coordinato presso l’UE con la complicità attiva dei sindacati collaborazionisti ufficiali, la nuova e vecchia socialdemocrazia, e opportunisti nel movimento operaio», si legge nella dichiarazione dell’organizzazione internazionale che raggruppa 29 partiti comunisti.
I partiti della Iniziativa Comunista Europea, tra cui il Partito Comunista per l’Italia, invitano la classe operaia e le classi popolari a lottare per proclamare:
Affermando che le leggi anti-lavoro non saranno mai in grado di abolire le lotte operaie o fermare scioperi e azioni collettive, la dichiarazione termina come segue:
«Le limitazioni legali e la repressione non sconfiggeranno la classe operaia e la loro resistenza fino alla vittoria finale, finché la classe lavoratrice non diventerà padrone della ricchezza che produce!»