Cari amici e compagni,
a nome del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, ringrazio il Partito Comunista di aver organizzato questo meeting internazionalista in occasione del 60^ anniversario dei Trattati di Roma. E’ in effetti una data importante della storia del sistema imperialista, epoca del capitalismo monopolistico, e quindi, a sua volta, per lo sfruttamento della classe operaia e il dominio sui popoli.
E’ in effetti la prima manifestazione concreta di un nuovo aspetto dell’imperialismo: la creazione di raggruppamenti interstatali che prendono in carico per intero le esigenze dei monopoli e delle oligarchie finanziarie dei paesi partecipanti, sul piano economico e sociale, come su quello politico. Fino ad allora l’imperialismo era caratterizzato dalla tendenza alla costituzione di Cartelli, di Unioni internazionali di monopoli, che regolavano tra di essi i problemi di concorrenza, di prezzo, di spartizioni di mercati e delle materie prime. Sono questi i Cartelli che dal 1952, con un forte coinvolgimento degli Stati capitalisti e chiamati “Comunità”, che costituiranno le fondamenta di quella che sarà chiamato per la prima volta “il Mercato Comune”, in realtà, l’Unione delle Comunità Europee, ora divenuta l’Unione Europea!
In passato c’erano stati due tentativi di costituire un raggruppamento imperialista interstatale nel continente, ma sono andati a vuoto: il primo negli anni 1924-1930, sotto la guida dell’imperialismo francese vittorioso nell’ultima guerra, che non fu in grado di resistere alla crisi; il secondo negli anni 1933-1944 sotto la guida dell’imperialismo tedesco guidato dal nazismo e sconfitto dalla vittoria dell’Unione Sovietica. Alla fine della guerra, gli imperialisti statunitensi si sono trovati di fronte a da due paure:
Entrambi i timori furono ancora più vivi per gli imperialisti dei paesi europei stessi, di fronte ad un’ascesa del movimento operaio e popolare, ma anche del movimento di liberazione nazionale dei popoli coloniali e del prestigio dell’Unione Sovietica.
E’ in questo contesto che si realizzerà la convergenza degli interessi globali dei vari imperialismi che hanno accettato l’arbitrato (in particolare tra l’imperialismo francese e tedesco) e la leadership dell’imperialismo statunitense. Questo sarà il Piano Marshall: l’aiuto alla guerra coloniale francese in Indocina; la formazione del Patto Atlantico e della NATO; la ricostruzione dell’imperialismo tedesco e la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (la CECA) che permetterà di regolare le contraddizioni monopolistiche tra Germania e Francia nel settore. Nel 1954 questa politica fu messa in difficoltà dal rifiuto del popolo francese sotto la guida dei comunisti, ma anche dalla parte gollista della borghesia, di vedere istituita la Comunità Europea di difesa, che doveva completare il Patto Atlantico e la NATO. Si trattava, per gli USA, di far supportare, dai loro alleati europei, una parte dei costi della politica militare contro l’URSS e reintegrare l’imperialismo tedesco occidentale (della Germania Ovest nda) come potenza militare, prima che fosse integrata dalla NATO. Di fronte a questo fallimento, i gruppi imperialisti decisero di dare la priorità alla regolamentazione delle questioni economiche, in modo da preparare il terreno per l’ulteriore integrazione politica. Furono gli uomini legati all’imperialismo degli Stati Uniti e ai gruppi monopolisti dei loro paesi, come Jean Monnet, De Gasperi, Paul-Henri Spaak, a cui venne assegnato questo compito, sulla base delle due principali correnti politiche al servizio del capitale: la Democrazia Cristiana e la Socialdemocrazia! L’aspetto militare non è stato, pertanto, abbandonato:
Il Mercato Comune, la CEE e l’Unione europea, al servizio del capitale monopolistico? La risposta fu presto detta:
Dal 1957 fino ad oggi, attorno al trattato di Roma e le sue conseguenze, si sono smascherate le correnti opportuniste nel movimento operaio e comunista che ritenevano e ritengono che, infine, questo raggruppamento interstatale imperialista potrebbe esser modificato, “umanizzato”. Perché come i kautskiani all’inizio del XX° secolo, abbandonando l’approccio di classe, fingono di immaginare che questo possa assicurare la pace e aiutare a ottenere un po’ di verdura in più nella minestra! Ma questo ignora deliberatamente quello che abbiamo detto sulle origini dell’UE che ne determinano il carattere e la politica, che ne fanno un elemento della dominazione di classe della borghesia, come lo Stato borghese nazionale, di cui ne è l’emanazione e l’estensione! L’UE non è modificabile: bisogna rovesciarla!
Oggi, stante la profonda crisi del capitalismo, l’UE attraversa una crisi che i suoi apologeti non avevano previsto e di cui sono testimonianza la Brexit, le proposte di un’Europa a doppia velocità, le contraddizioni tra gli imperialisti tedeschi, italiani e francesi…! Ovunque si può constatare l’aumento dell’Euroscetticismo in varie forme. Questi ultimi, sostenendo il capitalismo, criticano ma non mettono in discussione l’UE, come il candidato opportunista alle elezioni presidenziali francesi, Jean-Luc Mélenchon! La questione che si pone dinanzi alla classe operaia e ai comunisti non è “uscire o non uscire dall’Ue“? La questione è, “sì, uscire ma per fare cosa”? Per attaccare il capitalismo, per metter in discussione la dominazione della borghesia nel paese, per mobilitare le masse per la rivoluzione proletaria, per il socialismo-comunismo. E cerchiamo di essere chiari, un’altra uscita tranne quella rivoluzionaria, porterà a serie disillusioni per i lavoratori, perché il capitalismo è il capitalismo, esso produrrà le stesse politiche antipopolari sia al di fuori dell’UE che nell’UE! Quindi non c’è nulla da aspettarsi dalle alleanze politiche senza principi in nome della pretesa riconquista della sovranità nazionale e dell’indipendenza!
La lotta per uscire dalla UE e dalla NATO, è una lotta rivoluzionaria che deve integrarsi alla nostra strategia per il rovesciamento del capitalismo, fino alla rivoluzione socialista e alla necessità di spezzare lo Stato borghese in ciascuno dei nostri paesi. Una uscita borghese, può essere ancora più reazionaria rispetto alla permanenza nell’UE, e in ogni caso potrebbe rafforzare, in nome della sovranità e dell’indipendenza nazionale, lo sciovinismo e la collaborazione di classe in un momento di acutizzazione di contraddizioni inter-imperialiste e di pericolo di guerra!
E’ evidente che in questa battaglia, noi comunisti dobbiamo rafforzare il nostro lavoro in comune, la nostra cooperazione stretta e fare in modo di elaborare una strategia comune, poiché al carattere internazionale, europeo, della politica della borghesia deve corrispondere l’internazionalismo proletario dei comunisti. L’esistenza dell’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa è un passo avanti in questa direzione, così come la cooperazione bilaterale e multilaterale dei nostri partiti.
Viva l’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa!
Per l’uscita rivoluzionaria dall’UE e dalla NATO, per il socialismo-comunismo:
Proletari di tutti i paesi, Unitevi!