Lo scorso fine settimana si è svolta nella cittadina alle pendici dell’Etna di Adrano (CT), la 3° edizione della Festa Comunista della Sicilia organizzata dal comitato regionale siciliano del Partito Comunista insieme alla locale Casa del Popolo. Ad aprire i tre giorni di dibattiti politici, cucina popolare e spettacoli teatrali e musicali, è stato un dibattito sulle problematiche e le difficili condizioni di vita e di lavoro che vivono i lavoratori e i settori popolari siciliani relazionate al ruolo geostrategico della Sicilia al centro del mediterraneo trasformata in piattaforma per le guerre e gli interventi imperialisti che, insieme al saccheggio e sfruttamento economico a beneficio dei grandi monopoli nazionali e internazionali, sono le cause dell’emigrazione di massa nel nostro paese di migliaia di proletari che hanno proprio nella Sicilia uno dei principali approdi nella ricerca di una vita migliore. Vittime anch’essi di questo sistema vengono utilizzati in una dura concorrenza con i lavoratori italiani al fine di comprimere salari e diritti di tutti, fomentando su questo il razzismo e la repressione con il fine di dividere gli oppressi e distrarre il popolo dai veri nemici e problemi, orientandolo contro rifugiati e immigrati. Tutto a beneficio dei profitti del padronato.
La strada dell’unità di classe tra lavoratori, disoccupati, al di là di origini, colore o religione, dell’integrazione nella lotta di classe dei proletari di origine straniera contro il padronato e il sistema capitalistico che genera sfruttamento, guerra, diseguaglianza sociale e che trasforma questi lavoratori in “migranti”, è l’unica in grado di ribaltare la guerra tra poveri che viene continuamente fomentata. Su questa linea e impostazione di lavoro politico comune, riportiamo di seguito l’importante messaggio e intervento al dibattito dei compagni del Fronte di Liberazione del Popolo dello Sri Lanka (JVP), rispondendo al comune principio dell’internazionalismo proletario in nome di una delle comunità di lavoratori stranieri più numerose che vivono in Italia e che, in particolare, in Sicilia rappresenta circa l’11.5% dei proletari di origine extracomunitaria.
«Care compagne, cari compagni
Noi come Fronte di Liberazione del Popolo dello Sri Lanka portiamo nostri saluti fraterni a questa importante iniziativa organizzata in sicilia dai compagni del Partito Comunista.
La Sicilia è strategicamente molto importante per l’imperialismo. Anche l’ubicazione dello Sri Lanka è strategicamente importante per gli imperialisti. Lo sviluppo eterogeneo del popolo siciliano è causa di specifici problemi. Anche nello Sri Lanka c’è una grave disparità tra le città e i villaggi.
La Sicilia è una regione multiculturale e multietnica. Anche lo Sri Lanka è un paese multietnico e multi-religioso. Il popolo della Sicilia e il popolo dello Sri Lanka si rispettano reciprocamente e vivono in armonia. Ma i governi capitalistici e gli imperialisti cercano sempre di dividere la classe operaia su basi razziste. Oggi, l’attuale sistema capitalistico ha creato gravi problemi socioeconomici, sia per il popolo siciliano che per il popolo dello Sri Lanka.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la gente siciliana era costretta andare all’estero per trovare una vita migliore, e oggi il 10 per cento degli Srilankesi (circa due milioni) stanno lavorando come schiavi all’estero. Invece di una migliore vita, devono affrontare enormi problemi sociali. Ci sono molte somiglianze tra le questioni che i cittadini siciliani e quelli dello Sri Lanka devono affrontare.
Le sfide che affrontiamo noi del JVP come partito marxista leninista e quelle che affronta il vostro Partito Comunista sono le stesse. Sono uguali anche il vostro e il nostro obiettivo: tutti vogliamo costruire una società socialista, anziché il capitalismo presente che si dimostra incapace di risolvere i problemi del popolo. Il capitalismo e l’imperialismo sono i nostri e vostri nemici principali. Quindi noi tutti abbiamo una lotta comune: contro il capitalismo e l’imperialismo, per costruire una società socialista. Per questo dobbiamo unirci nella lotta.
Abbasso l’imperialismo,
Viva l’internazionalismo proletario, grazie!»