Un grande comizio con decine di migliaia di persone ha chiuso la campagna elettorale del PC di Grecia (KKE) ad Atene lo scorso 22 maggio alla presenza dei partiti comunisti della Iniziativa Comunista Europea. Di seguito proponiamo l’intervista al compagno Lefteris Nikolaou, candidato al Parlamento Europeo e membro della sezione relazioni internazionali del CC del KKE.
1) In Grecia, questo 26 maggio si svolgerà una “tripla battaglia elettorale” per le elezioni europee, regionali e locali. È noto che le elezioni per il Parlamento Europeo generalmente non mobilitano il popolo e, pertanto, i livelli di partecipazione continuano ad esser molto bassi. Il KKE, anche come partito rappresentato al Parlamento Europeo, si è sempre opposto fermamente alle illusioni sul carattere dell’UE, un centro imperialista che serve gli interessi dei monopoli. Qual è il significato delle elezioni europee per il KKE?
Il sistema politico borghese assume ogni volta misure, riaggiustandosi, per facilitare la manipolazione dei lavoratori e porre nuovi ostacoli allo sforzo del KKE. Non celebrano le elezioni europee insieme a quelle locali per ragioni di “economia” di risorse finanziarie pubbliche. Tuttavia, il KKE proclama oggi che il nostro popolo ha provato tutte le “soluzioni” che si trovano dentro i muri dell’UE e del modo di produzione capitalista. La gestione socialdemocratica – della vecchia e nuova socialdemocrazia di SYRIZA, e ogni tipo di ricette “neoliberali”, “conservatrici” e “euroscettiche” che servono il sistema capitalista e la dittatura dei monopoli. È per questo che tutti i promotori di questo sistema hanno preso e continuano a prendere dure misure contro i popoli, che portano all’arricchimento dei grandi gruppi monopolisti a spese dei nostri diritti.
Tutti i lavoratori che comprendono i vicoli ciechi che il sistema capitalista crea alle loro vite hanno un’opzione oggi: appoggiare la proposta del KKE di svincolarsi dall’UE, con il potere nelle mani del popolo, indipendentemente se sono d’accordo con tutto ciò che il KKE propone. Abbiamo una grande responsabilità di fronte a noi: dimostrare che una parte importante della classe operaia, degli strati popolari e della loro gioventù non accetta il cammino a senso unico dell’UE, condanna questa unione reazionaria dei monopoli e il marcio sistema di sfruttamento che essa sostiene. Mostriamo ai lavoratori di tutti i paesi che la lotta per lo svincolamento dall’UE, con il potere e l’economia nelle mani dei lavoratori, per la Grecia, per l’Europa del socialismo, si rafforza!
Il KKE partecipa alle elezioni per il Parlamento Europeo, come bene hai detto, illuminando i lavoratori sul carattere imperialista dell’UE, che non cambia. Partecipa come anche alle elezioni nazionali, dicendo ai lavoratori di non avere illusioni che attraverso qualsiasi parlamento borghese il capitalismo possa esser “umanizzato”. Partecipiamo a queste elezioni per il Parlamento Europeo presentando alla gente la nostra proposta politica generale: la necessità di rafforzare la lotta della classe lavoratrice, di costruire la sua alleanza sociale con gli altri strati popolari, che lotta per tutti i diritti popolari, contro il capitalismo e i monopoli. Questa prospettiva richiede un KKE forte, nel movimento operaio, nei luoghi di lavoro e in questa direzione approfittiamo di ogni posto che possiamo conquistare nei consigli comunali, nel parlamento nazionale e europeo. Crediamo che un maggior rafforzamento del KKE darà un messaggio di ottimismo e sarà anche un passo avanti nel rafforzamento della lotta per il raggruppamento in direzione rivoluzionaria del movimento comunista europeo e internazionale.
2) Sembra che sorgono contraddizioni tra gli imperialisti. L’Europa è uno dei principali centri delle rivalità interimperialiste. Credi che queste contraddizioni diano maggiore importanza alle elezioni europee del 2019?
L’UE è preoccupata, sia perché si aggravano le sue diseguaglianze, le sue contraddizioni interne, specialmente tra le borghesie più forti dentro di essa, come anche a causa dei suoi antagonismi con gli Stati Uniti, Russia, Cina, ecc.
Questi sono due lati degli antagonismi interimperialisti: nel primo caso, abbiamo una lotta costante tra le classi borghesi, che costituiscono questa “alleanza predatoria”, che può portare alla ritirata della Gran Bretagna dall’UE, ma anche ad altri processi che appaiono all’interno dell’UE come la forma politica dell’”euroscetticismo”, una corrente politica borghese che interviene con forze e punti di vista nazionalisti, razzisti e anche fascisti. Tali forze promuovono il protezionismo come una scelta di sezioni borghesi nei paesi dell’UE per difendersi dal peggioramento delle condizioni di competitività, in primo luogo del suo capitale industriale, in particolare nel contesto di una decelerazione dell’economia capitalista internazionale.
Allo stesso tempo, la linea dominante nell’UE – della classe capitalista tedesca – cerca di mantenere il carattere intergovernativo delle decisioni dell’UE e mettere in pratica l’UE a “velocità multipla”, di molti “cerchi concentrici”, applicando strette norme di politica fiscale.
Allo stesso tempo l’UE nel quadro delle contraddizioni interimperialiste con gli USA, Russia, Cina e altre forze, sulle materie prime, l’energia, le quote di mercato, cerca di rafforzare la sua militarizzazione.
Chiaramente, le relazioni e le contraddizioni dentro l’UE saranno colpite da una serie di sviluppi politici, non solo dalle elezioni per il Parlamento Europeo, che ha responsabilità specifiche, ma anche dai processi politici e economici interni ad ogni paese dell’UE.
Per noi comunisti, cruciale è lottare attivamente affinché la questione espressa sull’UE (ad esempio, il 74% dei greci ha una opinione negativa sull’UE), non si blocchi in soluzioni innocue per il sistema, come l’euroscetticismo, ma si converta in una potente corrente con l’obiettivo dell’uscita dall’UE e dalla NATO, con il potere e l’economia nelle mani dei lavoratori per organizzare l’economia e la società, soddisfacendo le nostre necessità e non il profitto del capitale.
3) Rispetto ai dibattiti sull’UE, il KKE rifiuta allo stesso tempo le due tendenze politiche denominate cosmopolitismo e euroscetticismo. Qual è la posizione del KKE sul tema dell’UE? In che condizioni la propagandate nelle masse?
Il KKE vede l’UE per quello che è: una unione imperialista reazionaria degli stati borghesi europei, cui obiettivo è servire i profitti dei grandi gruppi monopolistici europei, contro i loro competitori degli USA, Cina, Russia, India. Il carattere reazionario dell’UE è palese in tutte le questioni. Questo lo provano le misure assunte in tutti i paesi con l’obiettivo di intensificare lo sfruttamento, le relazioni di lavoro flessibile, la cancellazione del diritto di sciopero, l’abolizione dei diritti all’istruzione, alle cure mediche, diritti che sono stati conquistati con il sangue. Più di 110 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà, più di 16 milioni sono i disoccupati, con un’enorme ricchezza riunita nelle mani della borghesia e allo stesso tempo decine di miliardi di euro ogni anno destinati per interventi e spese di guerra, nella collaborazione con l’organizzazione imperialista della NATO.
L’anticomunismo e la sua rabbia antipopolare sono evidenti anche nelle sue dichiarazioni, firmate da vecchi e nuovi socialdemocratici, neoliberali e leader di estrema destra dell’UE, come avvenuto recentemente il 9 maggio, il giorno in cui i popoli d’Europa con i comunisti e l’Armata Rossa alla sua avanguardia, schiacciarono il fascismo.
Il KKE al contrario delle forze che propagandano una generica uscita dall’UE o solo dall’euro, parla dello svincolamento dall’UE, dalla NATO e qualsiasi altra unione imperialista con il potere nelle mani della classe operaia e del popolo. La soluzione per la classe operaia e gli altri strati popolari non può esser una Grecia capitalista con una moneta nazionale, dentro o anche fuori dall’UE. Tale “soluzione” non può condurre a un miglioramento della vita del popolo, dato che domineranno ancora le implacabili leggi dello sfruttamento capitalista.
Il KKE non “taglia” a “pezzi” ponendo tappe nella sua strategia per il socialismo-comunismo. Considera che lo svincolamento dalle alleanze imperialiste dell’UE e della NATO è inseparabilmente vincolato alla lotta contro i monopoli, cui interessi sono nel DNA dei principi dello stabilimento e funzionamento dell’UE, e contro il capitalismo, che nella sua tappa imperialista crea unioni come l’UE e la NATO.
Noi comunisti in Grecia oggi lottiamo attraverso il movimento operaio e popolare contro le misure e le decisioni antipopolari dell’UE e i governi borghesi, tali come l’abolizione delle conquiste storiche, della giornata di otto ore di lavoro, della salute pubblica e gratuita, l’istruzione, contro la riduzione dei redditi dei lavoratori per aumentare la reddittività del capitale, o le conseguenze disastrose della “Politica Agricola Comune” per i contadini poveri e medi, che conduce alla loro estinzione a favore della concentrazione della produzione agricola in grandi monopoli. Noi comunisti ci poniamo all’avanguardia nelle lotte, negli scioperi dei lavoratori, nelle manifestazioni giovanili, nelle occupazioni delle strade degli agricoltori. Riveliamo al popolo gli effetti negativi della partecipazione nei piani e organismi imperialisti e riveliamo anche che solo il movimento operaio e popolare che individua il vero nemico, può esprimere i veri interessi dei lavoratori, senza intrappolarsi nella gestione borghese e utilizzare a beneficio del popolo le contraddizioni tra la borghesia e tra i centri imperialisti, spianando il cammino per la Grecia e l’Europa del socialismo. È per questo che solo la linea di lotta proposta dal Partito Comunista, che integra l’obiettivo dello svincolamento, come parte integrale della lotta più ampia per rovesciare il dominio del capitale, può assicurare la continuità, la duratura e la prospettiva vittoriosa del movimento popolare.
Intervista realizzata dall’International Communist Press