La Commissione parlamentare di inchiesta sulla pandemia sta per nascere.Il testo che la istituisce, licenziato dalla Camera quest’estate, è stato oggetto di aspre critiche financo da parte del Capo dello Stato. L’accusa è quella di prestare il fianco a complottisti e “novax” istituendo un tribunale politico contro chi ha combattuto la pandemia.
Un’accusa infondata, dal momento che Forza Italia e Lega facevano parte del governo Draghi, responsabile dell’introduzione delle disposizioni più durature e odiose: l’obbligo vaccinale e l’obbligo di possedere e mostrare il Green Pass. Ma qualcosa dietro le quinte in questi mesi si è mosso, tant’è che il testo approvato mercoledì 8 novembre dal Senato è ulteriormente annacquato rispetto alla tutt’altro che rivoluzionaria versione originale. Pertanto, una volta approvato definitivamente dai deputati, nessuno avrà il diritto di indagare sullo stato di emergenza, i DPCM e le restrizioni. In altre parole, la Commissione non potrà “valutare la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe nonché dell’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza” né gli “eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza, della proporzionalità e dell’efficacia, contraddittori o contrastanti con i princìpi costituzionali”. Tecnicamente, è stata modificata la lettera t) e soppressa la lettera v) dell’articolo 3 riguardante i compiti della Commissione.
Tale riformulazione da parte delle forze di maggioranza rende evidente che in Parlamento c’è ampia e trasversale connivenza. E, soprattutto, che manca una forza politica che voglia realmente smascherare una delle più grandi operazioni di monitoraggio, verifica, controllo e manipolazione dei comportamenti di massa che siano mai state tentate. D’altronde, la società civile è ancora largamente succube dell’ideologia dominante e disabituata a prendere in mano il proprio destino. Pertanto, è difficile che oggi le masse che ieri erano affacciate ai balconi a cantare abbiano qualcosa da ridire; né che i perseguitati di allora abbiano la forza di arrestare questo ennesimo arretramento. D’altronde, quando ci si continua ad affidare a forze politiche che hanno più volte dimostrato negli anni di non voler mantenere le promesse, che ci si poteva attendere? Vale per chi sta ora al governo come per chi sta all’opposizione (salario minimo docet).
Ciò significa che i parlamentari in carica si limiteranno a far emergere qualche dettaglio utile per un regolamento di conti interno, niente di più. Anche perché l’esperienza maturata con la pandemia può tornare utile anche in altri contesti. Come ad esempio quello bellico, che si sta avvicinando a tappe forzate. Il che rende controproducente per la classe dominante tutta, indipendentemente da questa o quella coalizione, mettere sotto accusa la fondatezza dello stato di emergenza, la decretazione d’urgenza, gli obblighi e le restrizioni.
Stando così le cose, occorre riassumere le conoscenze a nostra disposizione fino ad oggi per quanto riguarda la pandemia e la sua gestione. Per farlo mi avvarrò dei dati raccolti nel libro Critica marxista della vaccinazione COVID, affinché maturi la consapevolezza che quanto successo durante la pandemia è soltanto la tappa di un cammino che ci porterà alla naturalizzazione dei rapporti sociali capitalistici. Per evitarlo occorre studiare e mobilitarsi.
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