Riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Michelangelo Severgnini
Proseguono gli “Appuntamenti con i protagonisti del Nord Africa” per la rassegna “Verso… L’Urlo”, il film sulla Libia che nessuno osa trasmettere che sarà proiettato il 17 dicembre a Roma presso il Teatro Flavio.
Questo lunedì abbiamo parlato con una cittadina libica da Tripoli delle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre. Elezioni ormai delegittimate dalla violazione della legge elettorale del candidato legato agli interessi atlantici, Dabaiba, e dell’occupazione militare della Tripolitania da parte della Turchia.
Le modalità davvero poco “democratiche” nell’informazione italiana si sono abbattute anche sulla narrazione delle vicende nordafricane degli ultimi 10 anni. Qui in Italia, a combattere contro questi metodi, siamo rimasti davvero in pochi.
Per sostenere la proiezione-evento de “L’Urlo” a Roma il prossimo 17 dicembre a una settimana dalla elezioni in Libia:
https://www.gofundme.com/f/proiezione-del-film-lurlo-il-17-dic-a-roma
Per guardare il video dell’intervista:
https://www.youtube.com/watch?v=GoxLinjNa1s
Oggi siamo in collegamento con Tripoli, la capitale della Libia e parleremo delle imminenti elezioni e dell’attuale situazione con le candidature e di ciò che sta avvenendo sul terreno, soprattutto a Tripoli. Benvenuta. Grazie per essere con noi.
Grazie per avermi invitata.
Comincio subito e direi che dovrebbe far partire tutto almeno dallo scorso marzo.
Quello è stato il momento quando il governo Dabaiba è entrato in carica al termine di lunghi dialoghi tra i Libici. Persino il parlamento libico aveva votato la fiducia al governo Dabaiba lo scorso marzo e mesi più tardi questa fiducia è stata poi ritirata. Come si è comportato questo governo e com’è stato possibile che ora Dabaiba stia addirittura candidato alla Presidenza quando aveva promesso che il suo sarebbe stato soltanto un governo di transizione per portare il Paese alle elezioni? Infatti, per essere votato, aveva promesso di essere una figura “super partes” all’interno della competizione.
Il suo governo si è comportato nello stesso modo nel quale è stato eletto: attraverso la corruzione, i soldi. Si è comprato il suo posto di primo ministro con mezzo milione di dollari. Penso poi che si sia guadagnato all’inizio il voto di fiducia grazie alle pressioni internazionali. Lo scorso ottobre infatti il Parlamento ha ritirato la fiducia che gli aveva concesso. Perché si era già spinto oltre già ad ottobre, infrangendo ogni tipo di legge: la misura era già colma.
Quindi ad ottobre, senza la fiducia, il suo è diventato solo un governo per gli affari correnti. Ma a lui non interessa. Non riconosce nessuno tipo di legge.
Alcuni mesi fa in un’altra diretta ci avevi già detto che non era una figura neutrale e si sarebbe candidato alle elezioni.
Chiaramente! Ci sono due momenti: il primo quando lui parla ufficialmente, come alla Conferenza di Parigi. Ma ciò che fa sul terreno è tutto il contrario. Ma nessuno si lamenta: non le Nazioni Unite, non gli Stati Uniti. Tutti lasciano che sia.
Per il pubblico europeo, va detto che ci sono 2 articoli della legge elettorale votata dal Parlamento e accettata dagli altri organi. L’articolo 10 riguarda la fedina penale dei candidati mentre l’articolo 12 è stato scritto per evitare che chi avesse ancora cariche nei 3 mesi precedenti le elezioni, non potesse candidarsi. Dabaiba ha violato questo articolo 12 e ciò che è sorprendente è che l’Alta Commissione Elettorale ha accettato tutto questo. Questo getta un’ombra sulle elezioni: com’è stato possibile per la comunità internazionale accettare la violazione di queste regole?
Com’è stato possibile? Ci piacerebbe davvero saperlo! Non solo, fino ad oggi continua ad agire da primo ministro. Sta usando denaro pubblico per la propria campagna e nessuno si pone il problema: nessuno!
Possiamo dire che Dabaiba sia l’uomo dei Turchi, visto che si avvantaggia non solo della diplomazia turca, ma anche della presenza militare turca a Tripoli, soldati e mercenari? Ma i Turchi stanno facendo il lavoro sporco per NATO e UE. Pertanto lui è già il presidente designato, specialmente nel momento in cui può candidarsi a dispetto della legge.
È un uomo d’affari, molti Paesi possono approfittare di lui. Persino l’Italia! Alla Conferenza di Parigi Draghi ha speso parole di sostegno per lui.
Una domanda sorge spontanea: se ha potuto candidarsi a dispetto della legge, e questo grazie alla presenza militare turca, cosa succederebbe se non dovesse vincere? Pensi che i Turchi permetterebbero ad un altro presidente di insediarsi?
Non solo la Turchia lo appoggia quando infrange le regole. Le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, nessuno dice una parola. Nessuno ha protestato contro queste violazioni della legge, non soltanto la Turchia. Questo tizio è determinato a diventare presidente, con le elezioni o senza elezioni.
Se la Commissione elettorale dovesse escluderlo dalle elezioni ci saranno problemi. Userebbe le sue milizie.
A Tripoli in questo momento è in corso una mobilitazione delle milizie, ci sono armi per strada e sono in attesa di ordini. Nessuno davvero sa cosa accadrà.
Parliamo adesso di altri 2 candidati che sono popolari in Europa: Saif Gheddafi e Khalifa Haftar. In queste settimane ho visto che la stampa europea continua a definire Haftar un “signore della guerra”. Ma qual è il suo ruolo, la sua carica e il suo passato in Libia?
In tutto l’Occidente Haftar è sempre stato definito un “signore della guerra”, un “criminale”, “un dittatore militare”. È la Fratellanza Musulmana a chiamarlo così. Ma adesso un tribunale militare di Misurata, controllato da Dabaiba, ha emesso una condanna a morte per lui per presunti crimini di guerra, ma non so come faranno a portarla a termine. Ma la Commissione elettorale l’ha detto chiaramente: Haftar è pulito, la sua candidatura è legittima.
Per quanto riguarda Saif, il suo appello non è stato ancora accolto dalla corte, pensi riuscirà a correre?
Qualche giorno fa non è stato possibile depositare l’appello perché la corte è stata assaltata e tutti sono scappati. Solo oggi il suo appello sarà depositato e presto o tardi sapremo se il suo appello è stato accolto.
Chi pensi tra Saif e Haftar abbia le maggiori possibilità di vittoria? Pensi che Haftar sia ancora in grado di raccogliere consenso?
Certamente, Haftar ha molti sostenitori anche qui a Tripoli. È una persona forte, astuta ed intelligente. Haftar può creare un nuovo esercito, può sciogliere le milizie e ricondurle nell’esercito: ha il potere per farlo. Saif è voluto da molti, potrebbe vincere le elezioni. Ma è impossibile che sia il presidente. Per quale motivo? Perché non sarebbe solo al potere. Con lui tornerebbe sua sorella Aicha, odiata dalla gente, insieme a tutti gli altri del regime di Gheddafi che sono stati molto più dittatori che non Gheddafi lui stesso. Non penso che ai Libici farebbe piacere. La storia di Saif è molto toccante, io stessa sono molto contenta che lui adesso sia un uomo libero. Ma non lo vorrei come presidente.
Ho trovato una dichiarazione di al-Manfi, capo del Consiglio presidenziale, in cui oggi dice che farà di tutto per assicurare che le elezioni si tengano. Sorprendente! Fino ad una settimana fa diceva che non ci sarebbero state elezioni. Mi chiedo come abbia potuto cambiare idea in una settimana e cosa significhi per lui “rendere sicure le elezioni”. Pensi che nell’area di Tripoli la gente potrà votare liberamente o ci sarà un controllo militare dei seggi?
Solo Dio lo sa. Voi che state fuori dalla Libia dovete capire una cosa: in Libia non c’è alcun governo.
Quindi “rendere sicuro il voto” significa “rendere sicura” la scelta già presa dalla comunità internazionale di eleggere Dabaiba. Se è stato possibile violare la legge elettorale senza che nessuno protestasse e se le opinioni di al-Manfi sono cambiate in una settimana, allora hanno ottenuto quel che volevano. O non si dovevano tenere le elezioni, o occorreva violare la legge a favore di Dabaiba.
Anche se si dovessero tenere le elezioni, i risultati non saranno accettati da alcuni e ci saranno problemi. Parlo di scontri militari. Ad ogni modo queste non saranno elezioni democratiche ormai, in nessun modo. Falsificazioni, tessere elettorali comprate, non saranno mai elezioni pulite. Quindi, davvero non so che dire. La comunità internazionale ha detto che manderanno osservatori ma fino ad ora non abbiamo visto nessuno. Quando arriveranno, dove saranno, i seggi sono sparsi ovunque, chi li controllerà?
Ma lasciami dire che se la comunità internazionali ha accettato le violazioni di Dabaiba, penso siano disposti a chiudere anche il secondo occhio per quello che potrebbe succedere nei seggi. O sbaglio?
Certamente! Da quel che vedo delle reazioni internazionali e di ciò che sta avvenendo sul terreno. La mia idea è: ciò che è successo nel 2015 in Marocco, quando si inventarono Sarraj premier a tavolino, lo stesso avverrà questa volta.
Ho trovato una dichiarazione di Zahra Langi, parlamentare libico, che dice che le elezioni non sono ormai più legittime. Forse i Libici si divideranno tra chi vuole votare per cambiare e chi sa che comunque ormai è già tutto deciso. Qual è la tua opinione da cittadina libica?
Tutti i Libici sono per le elezioni eccetto la Fratellanza Musulmana che è per le elezioni solo se il proprio candidato vince.
Con che politiche Dabaiba sta cercando di comprarsi il voto della gente? Perché questa è l’altra faccia della storia.
È la sola storia. Sta elargendo soldi a tutti, ai giovani che si vogliono sposare e agli altri, soldi pubblici, non dalle sue tasche. Sta spargendo soldi a destra e sinistra. Ma la gente lo sa. Cantano “Dabaiba ti amiamo” solo per prendersi i soldi. Ma quando sarà il momento non credo che tutti quelli voteranno per lui.
Da un lato si compra il voto della gente, dall’altro si viola la legge, ma se dovesse vincere, quale sarà la reazione dell’Esercito Nazionale Libico? Accetteranno i risultati o no?
Non penso che l’Esercito Nazionale Libico reagirà in maniera violenta. Prenderà tempo. Ma la gente reagirà! Anche alcune milizie reagiranno, perché non credere che sia amato da tutte le milizie di Tripoli. Magari i giovani. Ma chi ha un po’ di testa reagirà.
Per ultimo proviamo ad immaginare come sarà la Libia tra qualche anno se Dabaiba dovesse vincere. Da un lato proverà a smantellare l’Esercito Nazionale Libico, dall’altro l’occupazione militare turca crescerà e la Libia sarà sotto controllo della Turchia e così si continuerà con questo schema: governi privi di legittimità e il potere sarà in mano alle milizie ossia gruppi armati, con l’obiettivo dello sfruttamento delle risorse libiche.
Sappiamo quanto questo sia destabilizzante per tutta l’area mediterranea, pensiamo soltanto al problema della migrazione, in mano alle milizie, ossia il fatto che possano arricchirsi su tutto questo petrolio di contrabbando consente loro di gestire il traffico di esseri umani. Quindi l’idea che Dabaiba possa vincere rappresenta uno scenario terribile per lo meno ai miei occhi.
Chiaramente qui i media raccontano la Libia come non lo è, non solo in Italia ma in tutta Europa.
Quali sono i sogni che hai per il tuo Paese nel caso Dabaiba dovesse vincere?
Non ci sono sogni nel caso Dabaiba vincesse. In quel caso la Libia sarebbe perduta.
I Turchi potrebbero sfruttare tutte le risorse, ma anche gli Stati Uniti, il Regno Unito, gli Italiani… La Libia sarebbe soltanto… In Libia c’è un antico proverbio: quando la mucca è caduta i coltelli già stanno tagliando. La mucca in questione è la Libia. Se cadrà, ognuno verrà a tagliarsi un pezzo e non ci sarà più Libia.
Quanto alla Russia, pensi che la loro azione diplomatica possa controbilanciare l’influenza NATO e della Turchia?
È ciò che è sempre successo qui dalla fine della seconda guerra mondiale. La guerra tra Russia e USA è ancora in corso. Dall’inizio della crisi libica, i Russi in Libia sono contro l’influenza americana e viceversa. I Russi sono furbi, stanno zitti, ma stanno lavorando. Non sappiamo cos’hanno in testa ma sappiamo che sostengono Saif Gheddafi. Quanto lontano si spingeranno non si può sapere, ma d’altra parte non possono andare direttamente contro la Turchia.
Buona fortuna per le prossime settimane. Noi siamo qui solo ad osservare ma ci sentiamo anche vicini al popolo libico. Una Libia libera sarebbe una bella notizia per tutto il Mediterraneo, anche per l’Italia, anche se la maggioranza dei miei concittadini pensa che gli interessi italiani coincidano con lo sfruttamento della Libia. Io non la penso così. Sono dalla vostra parte e speriamo per il meglio.
Voglio dire una cosa agli Italiani. Se fossero amici onesti della Libia ne potrebbero beneficiare. Ma fare accordi sotto banco non sarà meglio per loro.
D’altra parte, il miraggio del petrolio a buon mercato contrabbandato dalle milizie, va compensato con la sofferenza di migliaia di persone. Ma alla fine, la militarizzazione dei nostri Paesi confinanti, significa la presenza di mercenari e dell’Isis a Tripoli, gente che il nostro governo sta sostenendo e pertanto stiamo coltivando il nostro disastro con le nostre stesse mani.
Questo è ciò che gli Italiani incredibilmente non stanno capendo.
Grazie per essere stata con noi e ancora buona fortuna.
Grazie a voi. Arrivederci.