Prosegue lo sviluppo del programma di deterrenza nucleare della Corea del Nord che ha annunciato il successo del lancio di un missile balistico intercontinentale in grado di «raggiungere qualsiasi parte del mondo». L’Accademia della Difesa della Corea del Nord ha sottolineato che «siamo in possesso del missile balistico intercontinentale più potente. La Repubblica Democratica di Corea può finalmente porre fine alla minaccia e ricatto di guerra nucleare degli Stati Uniti e manterremo la pace e la stabilità nella penisola coreana e della regione». Il missile ha viaggiato per 39 minuti percorrendo 933 Km ed è salito fino a 2802 Km cadendo nel punto esatto in cui era impostato fuori dal mar orientale (est della penisola coreana).
Crescono le tensioni in Asia – Pacifico
Il nuovo test è stato effettuato in un momento in cui si stanno pericolosamente esacerbando le rivalità inter-imperialiste in Asia – Pacifico e i rispettivi piani per la «sicurezza» che mettono in luce le contraddizioni tra le diverse potenze. Gli USA continuano a far pressione sulla Cina, tra cui la violazione dello spazio marittimo cinese con il cacciatorpediniere Uss Dewey, transitato entro 12 miglia da una delle isole artificiali realizzate dalla Cina nelle acque Spratly, contese nel Mar Cinese Meridionale. La Cina, che stringe i rapporti con la Russia, protesta anche contro l’installazione dello scudo antimissile degli USA, THAAD, in Corea del Sud, annunciando che saranno prese le misure necessarie, insieme o separatamente alla Russia, per conservare «l’equilibrio strategico» nella regione. USA e Corea del Sud, insieme ad altre potenze come il Giappone, stanno potenziando l’azione militare congiunta non senza contrasti. Intanto dalle basi militari Usa e Sudcoreane situate in Corea del Sud sono stati lanciati alcuni missili di precisione in acque territoriali sudcoreane. L’ ottavo battaglione di stanza nell’area ha riferito che il lancio di missili è stata una risposta diretta al lancio nordcoreano, una prova di forza volta a dimostrare il sostegno statunitense all’alleato sudcoreano.
Nei giorni scorsi, Trump aveva minacciato nel corso di una conferenza stampa a Washington con il suo omologo sudcoreano Moon Jae-in, la necessità di una «risposta ferma» nei confronti della RPDC rilevando che il periodo di «pazienza strategica è conclusa». «Lavoriamo a stretto contatto con la Corea del Sud, Giappone e con i nostri partner in tutto il mondo ad agire sul livello diplomatico, economico e di sicurezza per proteggere i nostri alleati e i nostri cittadini da questa minaccia» ha dichiarato. Dello stesso tenore le parole di Moon Jae-in che ha avvertito che «le minacce e provocazioni della Corea del Nord dovranno affrontare una risposta forte» aggiungendo che Corea del Sud e USA «rafforzeranno» le loro capacità comuni «dissuasive». Tutto questo avviene alla vigilia del G20 a margine del quale si terrà una riunione dei leader di USA, Corea del Sud e Giappone a cui Trump ha confermato – in una conversazione telefonica con il presidente Abe – che gli USA sono «pronti a difendere e reagire a qualsiasi minaccia o azione da parte della Corea del Nord» ma mettendo in evidenza la necessità di rivedere «gli accordi commerciali in senso più equilibrato».
Il segretario di Stato USA, Rex Tillerson, ha dichiarato che «ogni paese deve dimostrare che la Corea del Nord subirà delle conseguenze», chiamando ad una «azione globale» e sollecitando a non fornire «aiuti economici o militari» o ospitare «lavoratori della Corea del Nord» e ad «applicare le sanzioni ONU». Nelle scorse settimane nuovi inasprimenti delle sanzioni hanno colpito la Corea del Nord, raggiungendo «il limite estremo» come affermato in un lungo comunicato stampa del Ministero della Difesa in rifiuto alle stesse.
RPDC: Le sanzioni minano il nostro diritto all’esistenza
«Lo sviluppo della forza nucleare da parte della RPDC, che gli USA e i loro vassalli usano come pretesto per le sanzioni, è il risultato della politica estremamente ostile degli Stati Uniti e della minaccia nucleare contro la RPDC ed è, pertanto, una misura legittima e giustificata di autodifesa, tesa a proteggere la sovranità e il diritto all’esistenza del paese e della nazione.» Così apre il comunicato che prosegue ripercorrendo l’iter delle sanzioni rilevando come «nessun articolo o disposizione dello Statuto dell’ONU e delle altre leggi internazionali stabilisce che i test nucleari o il lancio di missili balistici siano una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. Se, tuttavia, qualcuno dovesse mai essere chiamato a rispondere di ciò, dovrebbero essere sottoposti a sanzioni, prima di chiunque altro, quei paesi che fino ad ora hanno condotto la maggior parte dei test nucleari e dei lanci di missili balistici.
Invece, gli Stati Uniti e le altre forze ostili hanno costantemente imposto sanzioni e scatenato campagne di pressione contro la RPDC, prendendo a pretesto l’esercizio del diritto all’autodifesa e ora stanno apertamente perseguendo il criminale intento di soffocare completamente l’economia nazionale della RPDC e impedire il sostentamento del popolo. Le loro sanzioni sono cresciute oggi fino a divenire assolutamente spregevoli e barbare, nel tentativo di cancellare il diritto all’esistenza e allo sviluppo dello stato e del popolo della RPDC, di distruggere la civiltà moderna e riportare il mondo al buio medievale.
(…) Le “risoluzioni sanzionatorie” dell’ONU sono talmente assurde da includere negli estesissimi divieti o limitazioni di importazione e esportazione imposti persino beni di lusso, elencando organizzazioni e persone fisiche da sottoporre alle sanzioni che teoricamente dovrebbero contrastare le attività nucleari e missilistiche della RPDC. Queste “risoluzioni” stanno producendo tutta una serie di episodi bizzarri e ridicoli.
Il divieto all’esportazione delle risorse del sottosuolo, incluso il carbone, è stato indiscriminatamente esteso e il controllo sui prodotti “a doppio uso” è stato esercitato in modo così poco accurato da avere conseguenze negative per il sostentamento del popolo e le normali attività economiche.»
Le sanzioni affliggono la popolazione nordcoreana che viene privata di beni essenziali da semplici attrezzature sportive fino alle medicine che dimostra «come le “risoluzioni sanzionatorie”, fabbricate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU apparentemente per proteggere la pace e la sicurezza internazionali, abbiano in realtà il perfido obiettivo di impedire lo sviluppo dell’economia nazionale della RPDC nel suo complesso».
Dalle attrezzature sportive alle medicine. Le “bizzarre” sanzioni USA-ONU.
«La “Risoluzione 2270”, approvata in modo coercitivo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, è stata tanto bizzarra da includere le attrezzature per sport ricreativi nella lista dei beni di lusso» – prosegue il comunicato elencando l’attrezzatura sportiva che viene proibita, quali calzature da sci, da vela e da montagna, motoslitte, gatti delle nevi, tavoli da biliardo, armi da fuoco e munizioni sportive, equipaggiamento per il tiro con l’arco, sette completi di pinne da immersione, destinati all’Acquario di Rungna di Pyongyang, a questo si aggiunge il trasferimento in altri paesi del «Campionato Mondiale Juniores di Judo 2017 e il Campionato Mondiale Juniores di Sollevamento Pesi 2018” in origine assegnati alla Corea del Nord e il diniego di visti d’ingresso alle squadre e delegazioni della RPDC per partecipare a gare sportive. Decisioni che «stanno infamando gli ideali e gli scopi dello sport».
«Queste barbare e brutali sanzioni e pressioni hanno allungato gli artigli anche sulla salute pubblica e gli spazi umanitari. (…) Il locale Ufficio dell’UNICEF nella RDPC aveva ordinato 24,4 tonnellate di repellente per zanzare malariche (spray insetticida residuale) da altri paesi, ma non è stato in grado di firmare il contratto per il trasporto dei prodotti, poiché ciò avrebbe violato le “risoluzioni sanzionatorie” dell’ONU. I prodotti non hanno mai potuto lasciare il luogo di origine e sono rimasti nei magazzini per 9 mesi fino ad oggi. (…) Lo stesso ufficio aveva procurato 15 unità radiologiche mobili e i reagenti per la diagnosi della tubercolosi, ma la loro consegna fu ritardata di 6 mesi perché quei beni erano stati classificati come “articoli a doppio uso” dalle “risoluzioni sanzionatorie” dell’ONU contro la RDPC. Centomila fiale di efedrina, importate da una società farmaceutica della RPDC, sono state sequestrate senza motivo.
Il fatto che prodotti urgentemente necessari per il trattamento di malattie croniche siano sottoposti a sanzioni per una ragione così assurda come il “doppio uso”, prova come la clausola delle “risoluzioni sanzionatorie”, che recita che le misure imposte “non sono tese a provocare conseguenze umanitarie dannose per la popolazione civile della RPDC”, sia soltanto un inganno e che le “sanzioni” in realtà hanno come bersaglio la vita quotidiana e l’esistenza stessa del popolo della RPDC».
Le sanzioni riguardano anche i diplomatici della RPDC «trattandoli in modo sfacciato, perquisendo il loro bagaglio, confiscando oggetti domestici usati, cosmetici e persino bevande gasate e biciclette per bambini, in flagrante violazione delle norme legali e della prassi universalmente riconosciute. Sono talmente pazzi e ossessionati dalle “sanzioni” che lo status di diplomatico è per loro del tutto indifferente e una bicicletta per bambini, un frigorifero, utensili da cucina, asciugacapelli sembrano loro articoli connessi alle armi di distruzione di massa.»
Le «sanzioni non fermeranno l’avanzata della RPDC»
«Come si può vedere, le sanzioni e il banditesco blocco economico che mirano a isolare e soffocare la RPDC sta oltrepassando i limiti. Gli USA sono la mente principale di questa isterica campagna di sanzioni e pressione contro la RPDC. Gli USA non solo hanno fabbricato vergognose “risoluzioni sanzionatorie” senza precedenti contro la RPDC, abusando del mandato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e tentando di trascinare tutti i paesi del mondo nella loro applicazione, ma hanno anche malignamente fatto ricorso alle “sanzioni unilaterali” contro la RPDC (…) Le “sanzioni” di ogni tipo che gli USA per più di mezzo secolo hanno imposto alla RPDC stanno ora diventando sempre più sconsiderate con il sostegno di leggi perverse, quali la “Legge del 2016 di Inasprimento delle Sanzioni e della Politica verso la Corea del Nord.
(…)L’amministrazione Trump, eletta di recente, ha annunciato “la massima pressione e impegno di lotta” come propria politica verso la RPDC e continua ad inventare diversi tipi di “sanzioni”, incluse le “sanzioni contro cittadini specialmente individuati”, aventi come bersaglio persino la dignità suprema della RPDC (…) Un rapido calcolo mostra che 15 organismi di Partito e di Governo, 73 società e organizzazioni e circa 90 persone fisiche della RPDC sono attualmente inseriti nella lista dei soggetti a sanzioni, insieme a 16 aerei e 20 navi da carico commerciali, anche se difficilmente qualcuno di essi può essere associato al settore delle forniture militari.
Gli USA si stanno anche muovendo in modo disperato e isterico per coinvolgere altri paesi nella campagna “sanzionatoria” contro la RPDC.
Il Segretario di Stato USA ha dichiarato recentemente che gli Stati Uniti hanno chiarito che tutti i paesi, compresi Cina e Russia, devono aderire all’imposizione di “sanzioni” contro la RDPC. Ha anche aggiunto che, se anche un paese affermasse di avere un volume di scambio commerciale con la RPDC che non supera i 5 milioni di dollari, gli USA chiederebbero di ridurlo a 2 milioni. Questo rivela pienamente il vero aspetto degli Stati Uniti come banda di rapinatori. (…) Inoltre, gli USA stanno costringendo tutti i paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con la RPDC a troncare le relazioni o a degradarle di livello, in sfacciata violazione delle leggi internazionali, inclusi lo Statuto dell’ONU e la Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche. (…) La campagna di sanzioni, scatenata dagli USA e dai loro vassalli, è un odioso atto di ostilità e di aggressione contro la RPDC per privarla della sua sovranità e del diritto all’esistenza e allo sviluppo, per rovesciare con ogni mezzo il suo sistema e la sua ideologia.
Se la prassi prepotente e arbitraria degli USA sarà tollerata, consentita e guardata con simpatia, la loro lancia sarà probabilmente scagliata contro altri paesi che hanno a cuore la propria indipendenza e il mondo sprofonderà in una tenebra dove gli USA domineranno su tutto.» Il comunicato si conclude lanciando un messaggio agli USA e i suoi alleati, che «possono ricorrere a sanzioni anche più odiose e barbare, ma non potranno mai fermare l’avanzata della RPDC, in marcia verso la vittoria finale della costruzione di un potente stato socialista grazie ai principi dello sviluppo autonomo e del contare sulle proprie forze. Quanto più istericamente gli USA e le altre forze nemiche si muoveranno per imporre pressione e sanzioni ancora più aspre contro la RPDC, tanto più forte cresceranno l’odio e la rabbia del nostro esercito e del nostro popolo e la RPDC accelererà il rafforzamento della sua forza nucleare per sradicare la base dell’aggressione e di ogni male.»