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Riceviamo e con piacere pubblichiamo.
La tesi fulcrante di Mauro Vanetti (1979) attivista pavese di “sinistra radicale”, saggista e narratore per il sito “marxist.com”, è la seguente: la “sinistra liberista” del Pd e quella sovranista di Marco Rizzo, Vallepiano, di neonati movimenti come “Rinascita Socialista” e “Patria e Costituzione” sarebbero due “facce della stessa medaglia”, rappresentando esse un freno all’emancipazione della classe operaia e all’incidenza pratica della lotta di classe.
Vanetti è particolarmente ossessionato dal cosiddetto “rossobrunismo”, posizione in cui ascrive la visione del compianto Giulietto Chiesa, del compianto Costanzo Preve e, naturalmente, del suo allievo Diego Fusaro; dando l’impressione che la sua critica sia molto più corrosiva nei confronti della “sinistra sovranista” che non della “sinistra liberal” piddina.
Appare altresì ossessionato, come tutta la “sinistra arcobaleno” dall’ Ur-fascismo, ovvero dallo spettro di un fascismo Eterno, intramontabile, sempre in agguato, secondo l’idea che Umberto Eco aveva lanciato. Vanetti quindi non parla mai in termini di Resistenza contro un avversario storico effettivo (ma morto e defunto dal 1943), ma esclusivamente in termini di “anti- fascismo”; egli non comprende in realtà che oggigiorno occorre, in nome dell’Antifascismo, essere critici di una certa versione dell’“antifascismo”, quella funzionale al liberal-capitalismo su scala planetaria.
Vanetti è allergico ai valori di “patria”, “popolo”, “nazione”, “sovranità” perché, a suo dire, evocano lo spettro dei “fascismi” e “nazionalismi” del secolo scorso; s’involve quindi in una confusione ideologica, in un pantano. Infatti, a mio avviso, si può essere benissimo “socialisti- comunisti” e “patrioti-sovranisti”. Il “sovranismo” non va confuso con il “nazionalismo” (questa è la confusione in cui si involve la concezione di Vanetti). “Nazionalismo” e “Sovranismo” sono due concetti ben differenti: il primo implica infatti una politica imperialista aggressiva nei confronti di altri Stati, invece il secondo rivendica semplicemente l’autodeterminazione nazional-popolare: il popolo deve essere sovrano, i politici eletti devono esclusivamente rispondere dei “desiderata” dell’elettorato e non già obbedire ai diktat di lobbies e potentati extranazionali.
Ma questa differenza fondamentale tra concetti fra loro irriducibili sfugge al Vanetti perché egli rimane prigioniero di una confusione ideologica e di un certo malcelato dogmatismo.
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[…] de La Riscossa, organo ufficiale del Partito Comunista guidato da Alberto Lombardo – un lungo intervento, accompagnato dalla dicitura “riceviamo e con piacere pubbichiamo” di tale Silvio […]