di Enrico Zanieri
Domenica 6 giugno 2021 si è tenuta la seconda tornata elettorale per la scelta del Presidente del Perù. Per la seconda volta, le urne hanno sancito il successo di Pedro Castillo, candidato del partito politico Perù Libre[1].
E’ difficile non cogliere la portata storica del risultato ed è altrettanto difficile non avere un moto di stima e di sostegno verso questo successo elettorale.
Andando ad analizzare da esterni la tornata elettorale e la vittoria di Castillo e di Perù Libre, ci sono due elementi dai quali dobbiamo partire per costruire un’analisi seria.
Il primo elemento è storico. Per la prima volta nella sua storia il Perù ha eletto un Presidente sostenuto da una forza politica dichiaratamente marxista-leninista, a meno di non considerare tale anche la dittatura militare “progressista” di Juan Velasco Alvarado. E ovviamente non va considerata tale.
E’ sufficiente leggere il documento Ideario y Programa, scaricabile dal sito di Perù Libre per avere il quadro di riferimento ideologico del Partito. L’introduzione, firmata dal Segretario Generale di Perù Libre Vladimir Cerron, spiega come il movimento nasca dal rifiuto netto del neoliberismo, dalla necessità di riscattare lo Stato impercettibile e moribondo contro la dittatura del mercato. Ma se l’analisi del nemico di classe tipico, oligarchie, imperialismo statunitense, privatizzazioni etc. sono abbastanza concepibili, nell’introduzione dell’ Ideario y Programa si spendono molte parole sulla necessità, per Perù Libre, di distanziarsi anche e soprattutto dalla sinistra tradizionale, le cui trasformazioni e l’allontanamento dal marxismo-leninismo e dal mariateguismo hanno fatto diventare la sinistra tradizionale un elemento di sostegno al sistema, invece che un cuneo interno al sistema[2].
“El nacimiento del Partido no solo fue una respuesta a la derecha,
sino algo más importante,
una respuesta a la izquierda tradicional del país”
Sempre nell’introduzione, il Segretario Vladimir Cerron si sofferma sul secondo aspetto di differenza, soprattutto da quella che chiama sinistra tradizionale. E’ l’origine del Partito, in particolare dalla provincia. Il Partito non nasce nei circoli intellettuali di Lima o di altre città peruviane, ma nasce e si radica proprio nelle zone dove maggiore è la povertà e dove maggiori sono le disuguaglianze. La stessa differenza avvertita tra il voto costiero e il voto andino, riflette una spaccatura geografica che nel caso peruviano si sovrappone alla spaccatura economica e sociale. Nelle parole di Cerron, nonostante non si perda in citazioni astratte di Mariategui, ci sono evidenti richiami all’analisi di Mariategui stesso e alla sua opera più famosa[3].
Non c’è tifoseria che tenga, è del tutto evidente che la vittoria elettorale non possa che esser vista con interesse, attenzione e fiducia. Pensiamo ai primi banchi di prova: la contestazione del risultato elettorale da parte della candidata Keiko Fujimori e il rischio di golpe. Potrebbero esserci dubbi su quale parte dovremmo sostenere? Pensiamo alla delicatissima e problematica ridefinizione del proprio ruolo a livello internazionale a partire dai rapporti con gli Stati Uniti. Come procederà la nuova presidenza? E come reagiranno gli Stati Uniti?
Ma anche se scendiamo dal livello storico-politico e proviamo a leggere il risultato elettorale, emergono dati interessanti, che ci permettono di farci un’idea del funzionamento di Perù Libre. Partiamo dall’effetto sorpresa, che ha sicuramente giocato un ruolo importante nel creare un clima di entusiasmo intorno alla vittoria. Riprendendo un sondaggio del quotidiano El Comercio del 31 Marzo 2021, Perù Libre navigava intorno al 5,9% dei suffragi in una mesta e in una anonima ottava posizione[4]. C’erano ben 7 candidati più quotati. Due mesi dopo siamo a commentare la vittoria di un Presidente e di un Partito che hanno ottenuto più di 8 milioni di preferenze.
Eppure anche questo è un dato. Perché i sondaggi telefonici, con alta probabilità, sono stati effettuati nelle aree cittadine, escludendo grossa parte della popolazione che ha votato Castillo. E per di più i grandi giornali peruviani, i cui proprietari sono membri delle oligarchie, stavano tirando le classiche volate ai propri candidati, evitando di parlare di un candidato e di un partito quantomeno scomodi.
Interessante provare ad analizzare il voto e il confronto con il primo turno. Un primo elemento di differenza sono i voti. Avevamo riportato in un precedente articolo di Riscossa.info le percentuali di voto di molti altri candidati e avevamo riportato anche l’orientamento politico di molti di loro. A conti fatti, avevamo sostenuto che 88 dei 130 deputati del Parlamento peruviano erano riconducibili a partiti liberisti, di destra, oligarchici, e che solo i voti della candidata Veronika Mendoza si potevano riversati su Castillo, considerando l’affinità o la vicinanza ideologiche[5].
Analizzando il voto per dipartimento, infatti, è cambiato poco. Le aree rurali e le Ande sono rimaste saldamente in mano a Perù Libre. Specialmente nel sud, le percentuali di voto sono state impressionanti, con Castillo che ha ottenuto più dell’80% dei voti nell’Apurimac, a Huancavelica, storica regione mineraria, ad Ayacucho, a Cusco. Puno, al confine con la Bolivia, Castillo ha raggiunto l’89% dei suffragi.
Keiko Fujimori ha invece mantenuto le roccaforti amazzoniche, parti del nord, le città costiere e Lima. Buona parte dei voti dispersi a destra nel primo turno sono probabilmente confluiti sulla candidata Fujimori.
Sono invece sensibilmente diversi i risultati numerici. Infatti, gli elettori sono stati quasi 4 milioni in più. Si è passati dai 14 milioni di voti validi a 17 milioni di voti validi. E’ pensabile che Perù Libre sia stato capace di mobilitare le masse rurali e portarle al voto? E anche le masse che affollano le periferie urbane?
Guardiamo ai voti dei dipartimenti di Apurimac, Ayacucho, Cusco, Huancavelica e Puno: in questi 5 dipartimenti Castillo non solo ha avuto una maggioranza eclatante, ma ha addirittura preso più voti al secondo turno del totale dei voti validi del primo turno. Possiamo quindi pensare e supporre che il corpo del Partito sia stato chiamato ad un lavoro enorme nei mesi tra le due tornate elettorali. E questo lavoro enorme ha dato i frutti sperati. Anzi, con una differenza così minima, la mobilitazione richiesta è stata decisiva[6].
Ma possiamo anche immaginare che anche nelle città la mobilitazione sia stata elevata. Nel distretto di Lima, nelle provincie di Canta, Huarochiri e Oyon, il risultato si è ribaltato[7]. Se infatti nella prima tornata Keiko Fujimori aveva sopravanzato tutti, nella seconda tornata sono usciti vincitore Pedro Castillo e Perù Libre. Probabilmente, anche in questo caso possiamo rilevare la capacità del Partito di mobilitare i propri militanti e recuperare alla propria causa voti dispersi o parte della popolazione non votante. E soprattutto, Perù Libre ha avuto la capacità di raccogliere i voti delle classi oppresse e dei lavoratori[8].
REGIONI |
Castillo I turno |
Fujimori I turno |
Voti validi I turno |
Catillo II turno |
Fujimori II turno |
Voti validi II turno |
AMAZONAS |
34,464 |
17,815 |
132,199 |
121,162 |
60,451 |
181,613 |
ANCASH |
110,62 |
67,394 |
471,785 |
347,457 |
247,628 |
595,085 |
APURIMAC |
88,812 |
10,879 |
166,186 |
173,312 |
39,371 |
212,683 |
AREQUIPA |
256,224 |
40,216 |
795,711 |
558,085 |
302,622 |
860,707 |
AYACUCHO |
130,224 |
17,751 |
250,55 |
266,652 |
55,985 |
322,637 |
CAJAMARCA |
232,418 |
54,962 |
517,462 |
509,638 |
205,403 |
715,041 |
CALLAO |
33,75 |
79,699 |
525,267 |
197,892 |
409,825 |
607,717 |
CUSCO |
232,178 |
27,132 |
608,033 |
610,353 |
123,26 |
733,613 |
HUANCAVELICA |
79,895 |
8,449 |
147,387 |
166,044 |
29,691 |
195,735 |
HUANUCO |
110,978 |
32,827 |
295,223 |
255,391 |
121,865 |
377,256 |
ICA |
56,627 |
62,102 |
405,814 |
233,316 |
257,64 |
490,956 |
JUNIN |
131,438 |
80,057 |
574,098 |
396,598 |
285,375 |
681,973 |
LA LIBERTAD |
90,324 |
131,866 |
784,848 |
392,066 |
588,107 |
980,173 |
LAMBAYEQUE |
73,279 |
121,263 |
566,568 |
289,784 |
403,216 |
693,001 |
LIMA |
416,743 |
754,216 |
5,310,506 |
2,186,146 |
3,992,172 |
6,178,318 |
LORETO |
15,662 |
52,344 |
314,108 |
193,765 |
208,232 |
401,997 |
MADRE DE DIOS |
23,945 |
7,278 |
64,574 |
57,387 |
23,372 |
80,759 |
MOQUEGUA |
33,665 |
4,617 |
97,926 |
80,521 |
29,578 |
110,098 |
PASCO |
34,187 |
12,607 |
99,996 |
82,851 |
43,922 |
126,773 |
PIURA |
71,028 |
173,933 |
700,945 |
388,093 |
583,588 |
971,681 |
PUNO |
292,218 |
17,514 |
615,521 |
645,813 |
77,739 |
723,552 |
SAN MARTIN |
67,001 |
46,699 |
313,471 |
241,317 |
188,747 |
430,064 |
TACNA |
64,521 |
9,363 |
194,269 |
154,223 |
58,307 |
212,53 |
TUMBES |
7,613 |
36,403 |
98,241 |
41,464 |
80,064 |
121,528 |
UCAYALI |
26,339 |
40,51 |
188,37 |
120,944 |
130,121 |
251,065 |
|
2,714,152 |
1,907,896 |
14,239,057 |
8,710,273 |
8,546,281 |
17,256,554 |
Chiudiamo con un ultimo elemento, le spese elettorali. Infatti, Fuerza Popular, come anche altri partiti di destra ha speso più di quanto ha incassato, evidentemente pompando la propria capacità di propaganda a scapito della militanza. Di segno opposto, anche in questo caso, la vicenda di Perù Libre, che pur facendo fronte a mezzi esigui ha avuto la capacità e la forza di mobilitare militanti, quadri e popolo verso un unico obiettivo[9].
E il primo obiettivo, nonostante alcuni scetticismi, è raggiunto.
[1] https://www.gob.pe/
[2] http://perulibre.pe/wp-content/uploads/2020/03/ideario-peru-libre.pdf
[3] https://www.lahaine.org/amauta/b2-img/Mariategui%20Siete%20Ensayos.pdf
[4] https://gestion.pe/peru/politica/elecciones-generales-datum-cinco-candidatos-en-dura-disputa-por-pasar-a-segunda-vuelta-noticia/
[5] https://www.lariscossa.info/peru-no-mas-pobres-en-un-pais-rico/
[6] Rimandiamo alla tabella, elaborata dalla redazione sui dati del solo Perù (abbiamo escluso il voto all’estero, che è stato favorevole alla candidata Keiko Fujimori). I dati sono stati reperiti sul sito https://www.onpe.gob.pe/elecciones/historico-elecciones/
[7] https://www.onpe.gob.pe/elecciones/historico-elecciones/
[8] https://elcomercio.pe/lima/elecciones-2021-asi-votaron-las-regiones-y-los-distritos-mas-pobres-del-pais-ec-data-noticia/?ref=ecr
[9] https://gestion.pe/peru/politica/elecciones-2021-cinco-partidos-reportaron-ante-onpe-mas-gastos-que-ingresos-en-campana-nczg-noticia/?ref=gesr
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