Il Corriere della Sera lunedì 30 agosto ha ospitato una lunga intervista – «SICUREZZA ORA TOCCA ALL’EUROPA» – a Josep Borrell, vicepresidente della Commissione Europea e Alto Rappresentante della Politica Estera dell’Unione – diciamo il suo Ministro degli Esteri.
Dal disastro afghano cerca di trarre una lezione: è il momento di costituire una forza europea di pronto intervento, «perché gli americani non combatteranno più le guerre degli altri».
La sintesi del Corriere è efficacissima, perché il vero nocciolo, non solo dell’intervista ma a ben guardare di tutta l’operazione di sganciamento statunitense, è il rilancio dell’impegno militare delle nazioni europee.
Il segno è altamente preoccupante. L’Afghanistan è stato per l’industria militare americana un provvidenziale pozzo di spesa senza fondo. Il disastro egemonico che il ritiro così vergognoso delle truppe alleate è stato pesante per gli USA. Ci deve essere certamente qualcosa di molto più importante che bilancia questi due forti elementi negativi. Questo contrappeso è l’impegno europeo a fare le guerre degli USA.
Ribaltate la frase di Borrell e troverete la verità.
Non è certo di oggi la richiesta USA ai recalcitranti europei di aumentare fino al 2% del PIL le proprie spese militari. Sono alcuni anni che se ne parla [1] e gli ultimi vertici NATO ed UE/USA hanno girato su questo tema almeno dal 2018.
Naturalmente, la copertura ideologica è massiccia. Gli espedienti retorici e psicologici ci sono tutti: “gli USA hanno fatto il loro dovere e noi no” (autocolpevolizzazione), “dobbiamo essere pronti a difendere i nostri interessi” (motivazione), la nostra “First Entry Force” (la soluzione).
Ma quali sono, ci chiediamo, le guerre in cui gli USA ci vogliono coinvolgere?
Sono guerre locali, anche se infinite, in cui rischiamo qualche decina di soldati e poche migliaia di miliardi, che ci hanno permesso finora di sederci al tavolo dei “Grandi”, o forse qualcosa di molto più oneroso e pericoloso?
«Io ho bisogno solo di alcune migliaia di morti per sedermi alla tavola della pace come belligerante». La volta che fu pronunciata questa frase per l’Italia non era certo un buon momento e non andò come previsto. Cosa ci fa sperare che i presenti governanti non facciano precipitare il Paese in una catastrofe simile, se non peggiore, di quella in cui ci trascinò Mussolini?
Gli imperialisti sono destinati a rompersi la testa contro la Muraglia che le Nazioni che si oppongono alla guerra stanno erigendo. Dobbiamo evitare in tutti i modi che a rompersi sia la testa del popolo italiano e dei popoli europei.
Il popolo italiano si opponga agli imperialisti USA e alle loro guerre, da cui non abbiamo nulla da guadagnare, ma tutto da perdere.
Travolgiamo le loro sporche trame belliciste e buttiamo a mare i loro servi italiani.
No alla guerra. No al Governo Draghi. No all’Alleanza europeista e atlantista. No all’UE e alla NATO
[1] https://www.lariscossa.info/preparazione-alla-guerra-tutti-fronti/