di Marco Barricata
Pochissimi giuristi si sono espressi in merito al prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 Dicembre annunciato dal Premier Conte: così come pochi hanno sollevato dubbi sulle legittimità costituzionali delle scelte del Governo in questo periodo di lockdown.
L’opinione pubblica anche sembra assuefatta ai Dpcm del Presidente del Consiglio e del Governo che ripete o fa ripetere come un mantra a qualche medico, oramai da tempo, il pericolo di una “probabile” ripresa del Covid 19, in autunno.
Dopo mesi di “bombardamento” mediatico sui morti, su quanto siano stati bravi e responsabili gli italiani, ora che non fa più comodo, si accantona l’appello alla coscienza civica e si fa politica col senno del poi e con le previsioni.
L’unica certezza che abbiamo invece purtroppo è quella che sarà un autunno caldo, di lotte sicuramente, perché la mancata cassa integrazione per tantissimi lavoratori, la chiusura di piccole aziende, di attività commerciali e di operai non protetti e che stanno subendo maggiormente la crisi, rivelerà gli effetti negativi maggiori, proprio a settembre e a ottobre.
Come al solito il vago richiamo a una coscienza civile che certo difetta nel nostro Paese, non basta.
Essa, se non accompagnata da una coscienza politica che dovrebbero dare i partiti, resta solo sulla carta.
Ma la situazione economica del Paese chiederà a breve il conto ma nessuno ancora una volta sembra preoccuparsene.
Eppure questi mesi hanno già dimostrato come varie categorie più deboli, stiano in difficoltà e stiano pagando da sole gli effetti della crisi. Esse saranno come sempre le uniche a pagare, perché sono esse a produrre la ricchezza del Paese.
I lavoratori e il ceto medio proletarizzato che il Partito Comunista difende oramai da solo proponendo una alleanza strategica non si accontenteranno di conferenze stampa addomesticate, di qualche spicciolo e della propaganda.
Essi non rientrano nella generica e vaga categoria di cittadini ma hanno una coscienza superiore e definita, quella di classe che li porterà grazie al Partito Comunista a convogliare le lotte verso un unico obiettivo e a fare alleanze sociali per tutelare i propri interessi e per rilanciare le loro proposte.
Solo i lavoratori potranno, guidati con coscienza politica, rivendicare per loro stessi la gestione della crisi, solo il Partito Comunista indica loro la via per gestire da soli loro luoghi di lavoro, per socializzare i mezzi di produzione e per guidare il Paese.
Autunno caldo significa soltanto una cosa per Noi Comumisti…. alla lotta!!!