D.G. – Partito Comunista, Sez. Ravenna
L’ultimo rapporto Oxfam The Inequality Virus [1], pubblicato il 25 Gennaio scorso – proprio il giorno dell’apertura del World Economic Forum di Davos – , mostra l’impatto devastante che il Covid-19 ha sulle società capitaliste e mette in luce tutte le disuguaglianze sociali, economiche e razziali dei sistemi economici capitalisti.
In tutti i paesi queste sperequazioni sono aumentate come mai prima d’ora.
Più di due milioni di persone sono morte e centinaia di milioni di persone sono costrette alla povertà, mentre molti dei più ricchi hanno già da molto tempo superato la crisi.
Le fortune dei miliardari si sono risollevate con la ripresa dei mercati azionari già a fine anno, nonostante la continua recessione dell’economia reale. La loro ricchezza totale ha raggiunto 11,95 trilioni di Dollari nel Dicembre 2020: una cifra equivalente alla spesa totale messa in campo dai governi del G20 per far fronte al Covid-19.
Le 1.000 persone più ricche del pianeta hanno recuperato le perdite dovute alla pandemia in soli 9 mesi, ma potrebbe volerci più di un decennio – 14 volte tanto! – prima che i più poveri del mondo si riprendano dagli impatti economici del virus.
Secondo Forbes, infatti, al 31 dicembre 2020, le 10 persone più ricche del mondo (Jeff Bezos, Elon Musk, Bernard Arnault e famiglia, Bill Gates, Mark Zuckerberg, Larry Ellison, Warren Buffett, Zhong Shanshan, Larry Page e Mukesh Ambani) hanno visto crescere le loro fortune di 540 miliardi di dollari in più rispetto al 18 marzo 2020: un ammontare sufficiente a pagare un vaccino Covid-19 a tutti.
Il rapporto mostra proprio come i sistemi economici capitalistici stiano consentendo ad un’élite super ricca di accumulare ulteriore ricchezza nel mezzo della peggiore recessione dalla Grande Depressione; mentre miliardi di persone lottano per sbarcare il lunario e non perdere il proprio posto di lavoro. La pandemia, infatti, ha generato la peggiore crisi del lavoro da 90 anni a questa parte, con centinaia di milioni di persone ora sottoccupate o senza lavoro.
Non solo disuguaglianze tra ricchi e poveri, ma anche di genere e razza.
Le donne sono – ancora una volta – le più colpite. A livello globale, infatti, esse ricoprono in numero più elevato rispetto agli uomini professioni precarie a bassa retribuzione: le più penalizzate dalla pandemia. La disparità di genere, unita alla crisi economica generata dalla pandemia mette 112 milione di donne a rischio di perdere il proprio lavoro e reddito. Le donne rappresentano anche circa il 70% della forza lavoro sanitaria e sociale globale: lavori essenziali, ma spesso mal retribuiti, che le espone ad un maggior rischio di contrarre il Covid-19.
Le persone di origine africana in Brasile hanno il 40% di probabilità in più di morire di Covid-19 rispetto ai bianchi; mentre quasi 22.000 di neri e ispanici negli Stati Uniti sarebbero ancora vivi se questa fetta della popolazione avesse riportato gli stessi tassi di mortalità dei bianchi. I tassi di infezione e mortalità sono più elevati nelle aree più povere di paesi come Francia, India e Spagna; mentre le regioni più povere dell’Inghilterra registrano tassi di mortalità doppi rispetto a quelli delle aree più ricche.
La ragione è dalla nostra parte. Il fallimento del sistema economico capitalistico e delle politiche liberiste è sotto gli occhi di tutti.
Solo un cambio di sistema radicale che porti al Socialismo potrà sconfiggere il vero virus che ci accompagna ormai da troppi anni, il virus del capitalismo.
Fonti
[1] https://oxfam.app.box.com/s/m7lab231vgyee3hti2qigu8qvc6o9wd1/file/764213341297