Il 4 marzo si è tenuta a Londra una manifestazione antimperialista. L’evento è stato organizzato e moderato dal Partito Comunista della Gran Bretagna – marxista-leninista ed è stato aperto dalle ambasciatrici di Venezuela, Nicaragua e Cuba. Gli interventi sono stati molto interessanti ed esplicativi della situazione in quei paesi e anche consapevoli dell’importanza di rafforzare il fronte antiimperialista in questo momento storico.
È intervenuto, a nome del Partito Comunista un nostro compagnoa nome della cellula britannica.
Questo il testo letto dal compagno:
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Buon pomeriggio a tutti,
Prima di tutto, vorrei ringraziare l’Ambasciata venezuelana e la Piattaforma mondiale antimperialista per aver ospitato questo evento. Vorrei ringraziare i compagni del CPGB-ML per averci invitato qui. Porto anche i saluti del nostro nuovo Segretario Generale, Alberto Lombardo.
Come comunisti, non possiamo che esprimere estrema solidarietà al Venezuela. Ancora di più, dobbiamo considerare il Venezuela come un grande esempio di resistenza nella lotta contro l’imperialismo guidato dagli Stati Uniti! Se gli USA, grazie alla complicità di UE e UK, sono riusciti a rovesciare un presidente eletto in Ucraina con il golpe di Euromaidan, non ci sono riusciti in Venezuela.
Sia chiaro, l’imperialismo coincide solo ed esclusivamente con i paesi NATO, guidati dagli USA. Per tutta la loro esistenza gli Stati Uniti hanno esportato la guerra in tutto il mondo, tranne che nel loro paese, ma non sono mai stati sanzionati. Oggi sono come un malvagio pifferaio magico, che conduce l’umanità alla spaventosa prospettiva dell’autodistruzione, portandoci verso la terza guerra mondiale.
Anche se i media mainstream occidentali hanno sostituito il Covid con la guerra nell’ultimo anno, sappiamo tutti che il conflitto in Ucraina è iniziato nel 2014. Crediamo che questa guerra miri a isolare e distruggere la Russia, ma un altro obiettivo è deindustrializzare l’Europa, avere un’Europa paesi che dipendono dal costoso e inefficiente gas americano. Si tratta quindi, come possiamo vederla già oggi, di una guerra contro la classe operaia che deve far fronte a un costo della vita sempre più alto, e contro una classe media proletarizzata, le piccole imprese, costrette a chiudere i loro piccoli affari, mentre le grandi multinazionali squalano prendere il controllo e l’industria bellica realizza profitti a costo di vite umane.
L’UE e quindi la maggior parte dei paesi che ne fanno parte, sono sottomessi alla volontà e al diktat degli USA, in molti casi contro l’opinione pubblica, sicuramente contro il proprio interesse. L’Italia, il mio Paese, ne è un chiaro esempio. I sondaggi più recenti mostrano che il 51% della popolazione è contrario al nostro coinvolgimento nel conflitto in Ucraina, dove stiamo inviando armi. Ciò è in palese contrasto con l’articolo 11 della nostra costituzione, secondo il quale l’Italia deve rifiutare la guerra. Chiaramente la classe politica non rappresenta realmente la popolazione italiana. Sono come piccoli cani che abbaiano alla fine di un lunghissimo guinzaglio, tenuti e controllati dalla mano imperialista di Washington.
La battaglia contro l’imperialismo è una battaglia difficile, non solo politica, economica e militare, ma anche culturale. Come comunisti dobbiamo riportare il dibattito nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro, nelle nostre scuole e infine nei media e nell’opinione pubblica. Dobbiamo costruire una coscienza di classe per combattere l’egemonia culturale della classe dominante.
La lotta contro l’imperialismo è la lotta per la sopravvivenza dell’umanità ed è per questo che diciamo no alla NATO, no all’imperialismo, no alla guerra!
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Sono d’accordo