Manifestazione contro Obama ad Atene: un secco no alle alleanze imperialiste e le loro guerre.

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Manifestazione contro Obama ad Atene: un secco no alle alleanze imperialiste e le loro guerre.

Nel suo ultimo tour europeo, l’attuale presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si trova in Grecia per una visita di due giorni, 15-16 novembre, proprio alla vigilia della rivolta del Politecnico di Atene contro la dittatura militare sostenuta dagli USA e dalla NATO. Per l’occasione il governo Tsipras ha messo in scena l’ennesima vergognosa capitolazione vietando ogni manifestazione ad Atene per “motivi di sicurezza” con una “decisione” giudicata “ignobile e dispotica” dal Partito Comunista di Grecia (KKE): “ancora una volta si è dimostrato che gli slogan sulla democrazia sono vuoti, quando i governi attuano politiche reazionarie, antipopolari, sia quando riguardano i diritti operai-popolari sia per la partecipazione del nostro paese nei pericolosi piani di guerra, come quelli di USA-NATO-UE, che sono in continua evoluzione nella nostra regione. D’altronde, per questi il Presidente degli USA viene in Grecia”.

Nonostante i divieti ieri sera diverse migliaia di operai, lavoratori, studenti, hanno risposto alla chiamata del KKE, PAME e EEDYE scendendo massicciamente in piazza per dare un “benvenuto” militante ad Obama, condannando l’autoritarismo del governo e le sue politiche antipopolari così come la sua complicità nei pericolosi piani imperialisti di NATO-USA-UE, sia per il popolo greco che per gli altri popoli della regione. Sotto gli slogan “Né terra, né mare agli assassini dei popoli”, “Fuori la NATO dall’Egeo” e “Gli imperialisti si spartiscono il mondo, disegnano i confini con il sangue dei popoli”, la manifestazione del EEDYE, del PAME e delle altre organizzazioni del movimento operaio e popolare e della gioventù – con in testa il SG del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas – dopo aver marciato da diversi punti della capitale si è concentrata in piazza Omonia, nel centro di Atene, dove tra gli altri ha parlato la Segretaria Generale dell’EEDYE inviando un messaggio di solidarietà internazionale all’Associazione Pace di Turchia le cui attività sono state sospese dal governo turco. Nel condannare la decisione di vietare le manifestazioni di protesta contro il “leader degli Stati Uniti che insieme ad altri imperialisti della NATO e UE hanno seminato guerra, miseria, povertà, rifugiati in decine di paesi in tutto il mondo” ha espresso come tale “decisione conferma che la democrazia borghese non accetta la mobilitazione operaia e popolare diretta contro piani imperialisti della NATO e dell’UE, mettendo in discussione la barbarie capitalista stessa. La democrazia si esaurisce nella libertà di cui godono i capitalisti di sfruttare i popoli e i loro governi di elaborare continuamente nuove leggi anti-popolari, trasformando i popoli in carne per i cannoni degli imperialisti”.

La visita di Obama in Grecia ha molteplici significati relazionati alla promozione degli interessi americani nella regione e al contempo per la borghesia greca di rafforzare la sua posizione con un maggiore coinvolgimento nei piani imperialisti, espandendo le attività della base NATO di Suda per la promozione dei piani euro-atlantici nel quadro della competizione con le altre potenze imperialiste, in particolare la Russia, per il controllo delle risorse naturali, gas e petrolio, oleodotti, dei mercati, delle vie e aree di importanza strategica, con riferimento anche all’ingerenza degli Stati Uniti negli sviluppi sulla questione di Cipro imponendo la soluzione confederale di due stati e la questione della riduzione del debito supportata da Obama nel quadro della rivalità con la Germania. Il governo SYRIZA-ANEL dietro la cosiddetta “politica estera multidimensionale” da un lato supporta tutti i piani euro-atlantici e dall’altro si relaziona anche con Russia, Cina, Israele e altri paesi nell’obiettivo dell’”aggiornamento geostrategico” del paese che esprime gli interessi dei grandi gruppi economici, per espandere le loro attività e migliorare la loro posizione nella spartizione del bottino rapinato ai popoli nascondendo questo dietro falsi slogan di ricerca della stabilità e della pace.

Nel suo intervento la Segretaria del Comitato Greco per la Distensione Internazionale e la Pace (EEDYE) ha evidenziato come nonostante le contraddizioni interne alla borghesia statunitense, con l’elezione di Trump, essa rimane unita nell’elemento principale di “rappresentare gli interessi dei monopoli americani e intensificherà la politica antipopolare contro il popolo americano e i pericolosi disegni imperialisti contro gli altri popoli, soprattutto nella nostra regione”, bisogna pertanto “trattare come avversari e non come amici tutti questi rappresentanti del capitale dall’estero, che si mescolano con la plutocrazia greca e i suoi rappresentanti politici, nella preparazione di nuove catene antipopolari”. L’intervento si è concluso con un monito al popolo greco “che le forze che servono gli interessi del capitale sono spietate e pericolose. Essi non fermeranno l’attacco, se non li fermiamo noi. Di fronte i rischi di nuove guerre imperialiste, i nostri doveri sono grandi, il popolo, i giovani, non devono versare il loro sangue per gli interessi dei capitalisti” […] “E’ tempo della vigilanza e della lotta contro i piani imperialisti e il coinvolgimento del nostro paese. Cadano nel vuoto gli appelli all’unità sotto i cosiddetti obiettivi nazionali. Non c’è nulla in comune tra gli interessi dei monopoli e gli interessi e le esigenze del popolo greco, che lavora tutti i giorni in condizioni sempre più difficili causate dalla politica anti-popolare. Anche se ci sono difficili condizioni di lotta oggi con rapporti di forza negativi, il nostro popolo ha un grande potere nelle sue mani e sarà rilasciata nella misura in cui realizza i suoi diritti e interessi, per praticare la prospettiva di liberazione dalla NATO e l’UE con il popolo al potere”.

Dello stesso tenore anche l’intervento del presidente della Federazione dei Lavoratori del Tessile-Abbigliamento di Grecia: “Il governo, i gruppi imprenditoriali e le unioni imperialiste si sbagliano se pensano che il popolo greco starà con le braccia incrociate, dando la nostra terra e mare ai falchi della guerra e rendendoci noi e i nostri figli carne per i loro cannoni. Abbiamo una grande esperienza. La classe operaia, i sindacati devono prendere l’iniziativa insieme alle altre organizzazioni di massa del movimento popolare, per non far versare il sangue dei lavoratori del nostro paese per interessi altrui. Sappiamo che le guerre e gli interventi imperialisti sono l’altra faccia della barbarie capitalista che viviamo nei luoghi di lavoro con il profondo sfruttamento, la povertà e la disoccupazione. I piani imperialisti sono azionati da un comune denominatore, spremere i popoli per lo sviluppo dei profitti capitalistici. Alziamo la bandiera dei nostri interessi. Organizziamo e lottiamo per un altro percorso di sviluppo che soddisfa le nostre esigenze, fuori dalle organizzazioni dell’UE e della NATO, con il popolo al potere”.

La manifestazione da piazza Omonia ha risalito poi il corso Panepistimiou (Università) fino a trovarsi di fronte il blocco della polizia fronteggiato per alcune ore gridando slogan contro l’autoritarismo del governo e i divieti e affermando un sonoro no alle alleanze imperialiste e le guerre. Diversi messaggi internazionali sono giunti a sostegno della manifestazione, tra questi anche quello della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY) che condanna la provocazione della visita di Obama in Grecia alla vigilia della rivolta del Politecnico e esprime la solidarietà con i giovani, studenti, giovani lavoratori supportando le rivendicazioni delle manifestazioni del movimento popolare del 15 e 17 novembre: chiusura di tutte le basi NATO in Grecia; ritiro delle forze militari greche dalle missioni della NATO e dell’UE; fuori la NATO dall’Egeo; disimpegno della Grecia dalla NATO e l’UE e da tutte le organizzazioni imperialiste; la solidarietà con i rifugiati vittime delle guerre, per i loro diritti contro xenofobia e razzismo; l’abolizione di tutte le leggi antioperaie e antipopolari dei memorandum, per recuperare le ingenti perdite economiche degli strati popolari, la cancellazione unilaterale del debito e la socializzazione della ricchezza prodotta dal popolo e la classe operaia, con il popolo al potere. Nella sua dichiarazione alla stampa durante la manifestazione, D.Koutsoumpas ha affermato che “davanti a questa provocazione, il KKE, il movimento sindacale di classe, l’intero popolo greco e le forze amanti la pace hanno opposto un secco no agli Stati Uniti, la NATO, le “alleanze di lupi” e le loro guerre”.

Domani, 17 novembre, nuovo appuntamento con la tradizionale grande marcia anti-imperialista per l’anniversario della rivolta del Politecnico.

 

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