Diverse migliaia di militanti comunisti sono scesi in piazza a Roma sabato 5 ottobre per la manifestazione convocata dal Partito Comunista in Piazza Santi Apostoli. La mobilitazione era stata convocata per ribadire l’opposizione di classe contro l’ennesimo governo antipopolare, quello M5S-PD-LeU, e per condannare le politiche anticomuniste sostenute dall’UE al servizio del capitale, ed in particolare la mozione del Parlamento Europeo con cui si equiparano comunismo e fascismo.
Tanti lavoratori e giovani in piazza con il Partito Comunista ed il Fronte della Gioventù Comunista per costruire l’alternativa in grado di esprimere e far avanzare gli interessi reali delle classi popolari, in cui il potere è nelle mani dei lavoratori e che ha come presupposti l’uscita dall’Unione Europea e dalla NATO, e la rottura con le politiche e gli interessi capitalistici.
Il comizio, che ha avuto inizio alle ore 16, è stato aperto dall’intervento di Alessandro Mustillo, segretario della federazione di Roma e membro dell’UP del PC, che ha esposto le ragioni per l’opposizione dei comunisti al governo:
«La manifestazione di oggi è di cruciale importanza. Spetta a noi comunisti dimostrare chiaramente ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani e ai disoccupati che questo governo non è un governo amico degli interessi e delle aspettative delle aspettative delle classi popolari, che i lavoratori non hanno nulla da aspettarsi di positivo da parte di chi ha il sostegno esplicito della Confindustria, delle banche, dei grandi gruppi capitalistici nazionali e internazionali e che per questo ha ottenuto l’appoggio dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, della NATO e di tutti gli organismi internazionali che rappresentano quegli interessi, come la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale. Questo governo non è non sarai mai dalla parte di chi lavora, di chi produce realmente la ricchezza e di chi è espropriato dei propri diritti.»
Ha poi sottolineato la continuità di questo governo con il precedente M5S-Lega nella gestione delle crisi aziendali e nella repressione dei lavoratori, esprimendo la solidarietà del PC ai lavoratori di Roma Metropolitane e salutando le delegazioni di lavoratori presenti in piazza, tra cui quelli di Whirlpool, dei magazzini Opel di Fiumicino, di Teleperformance e di Alitalia, coinvolti in vertenze. Mustillo ha dunque espresso come la manifestazione rappresenti anche una presa di posizione contro la risoluzione del Parlamento Europeo:
«Siamo qui, e in piazza con noi ci sono idealmente le decine di migliaia di partigiani che hanno lottato per liberare il nostro paese dal nazifascismo, che hanno combattuto sotto le insegne delle formazioni comuniste, non certo con l’intenzione di consegnare a voi la libertà, nelle mani di quegli stessi poteri veri responsabili della nascita del fascismo. Siamo qui insieme alle migliaia di anni emesse dal Tribunale Speciale, agli ergastoli, alle torture che i militanti comunisti e antifascisti hanno sopportato in quegli anni per liberare l’Italia dal nazifascismo. Ma siamo anche qui senza vergogne per difendere l’esperienza storica del socialismo nei paesi dell’est, perché siamo consapevoli che nonostante gli errori, presenti in ogni fenomeno umano, e le sconfitte, quel tentativo resta la punta più avanzata di costruzione di un modello di sistema differente. Sappiamo che l’attacco dell’Unione Europea risponde a molte necessità, ma soprattutto a quella di criminalizzare l’unica vera alternativa al capitalismo in un periodo di grande e irreversibile crisi capitalistica. Se qualcuno vorrà utilizzare quella risoluzione contro di noi ci troverà ai nostri posti, pronti a difendere i nostri simboli, le nostre bandiere rosse, ma soprattutto le nostre idee, a continuare ad agire perché quelle idee trionfino. Non ci sarà da parte nostra nessun passo indietro.»
Ha preso poi la parola Laura Bergamini, membro dell’UP del PC:
«Sappiamo bene cosa rappresentava il governo precedente, un governo populista, sovranista, razzista, corrispondente agli interessi precisi di una parte della nostra borghesia nazionale; molto roboante nelle dichiarazioni, ma comunque addomesticato agli interessi del capitale. Oggi saremmo stati comunque in piazza e siamo oggi qua perché sappiamo in che modo si costruisce e lavora questo secondo governo Conte, che qualcuno ama definire giallo-rosso. L’abbiamo detto, è un governo che nasce sotto il favore e la spinta della BCE, della NATO, del presidente degli Stati Uniti, perfino del Papa, ed è un governo che si presenta allineato agli interessi dei grandi monopoli economico-finanziari nazionali e internazionali, con il Partito Democratico sentinella fidata di quegli interessi.»
Dopo aver ricordato le politiche antipopolari portate avanti dal PD negli ultimi anni e denunciato la mozione anticomunista del Parlamento Europeo, ha invitato a partecipare allo sciopero generale del 25 Ottobre portato avanti dai sindacati di base e conflittuali:
«Ribadiamo anche oggi la necessità che la classe operaia e i lavoratori siano i primi protagonisti del contrattacco sociale e costruiscano un fronte rivendicativo e di lotta insieme al Partito Comunista, che si uniscano al Partito Comunista, perché sappiamo che all’interno delle democrazie borghesi non avremo mai governi amici. Siamo fortemente consapevoli che la nostra liberazione avverrà soltanto in una società in cui il potere politico sarà nelle mani della classe operaia e di tutto il popolo lavoratore, nella quale i beni saranno proprietà collettiva di chi li produce, i lavoratori, abolendo la proprietà privata dei grandi mezzi di produzione, in una economia centralizzata e pianificata, senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo, nella società socialista-comunista.»
A seguire l’intervento di Lorenzo Lang, segretario nazionale del FGC e membro dell’UP del PC:
«In questo mese siamo stati bombardati ogni giorno da una retorica fortissima che mira a portare il maggior consenso possibile a sinistra a questo nuovo governo. Si è parlato del governo più a sinistra della storia dell’Italia repubblicana perché avrebbe fermato l’ascesa di Salvini, e in nome di questa retorica la sinistra in parlamento è stata completamente complice di questo processo, con l’appoggio al governo da parte di MDP – Articolo Uno, in cerca di una reintegrazione il più profittevole possibile dentro il PD, e SI, che entra in maggioranza ottenendo un paio di sottosegretari. Oggi noi diamo una dimostrazione che può e deve esistere un’opposizione sociale di classe a sinistra al governo, evitando di finire nello schiacciamento tra le forze del governo e una finta opposizione di destra.»
Lang ha poi affrontato la strategia dei comunisti nell’opporsi al governo da sinistra:
«Non pensiamo che stiamo percorrendo una strada che nell’immediato ci porterà facili consensi, ma quella giusta. Questo governo gode di un consenso approfittando del senso comune di molte persone che legittimamente hanno tirato un sospiro di sollievo per aver scongiurato un governo di Salvini. Nell’immediato sarà difficile scardinare questa percezione, ma ciò non ci deve far arretrare nemmeno di un millimetro. In questo momento stiamo facendo qualcosa di fondamentale: non lasciare le classi popolari senza una voce critica a sinistra a questo governo. Chi prova oggi a denigrare la nostra opposizione, dicendo che non l’avremmo fatta ai tempi di Salvini è un bugiardo e un servo. Voglio ricordare che la più grande mobilitazione di massa in questo paese contro il governo M5S-Lega è stata la mobilitazione degli studenti del 22 febbraio, che non sarebbe esistita senza il Fronte della Gioventù Comunista.»
Ha quindi evidenziato la continuità tra i governi di destra e sinistra:
«Vediamo come ci sia una continuità mostruosa: dei Decreti Sicurezza non si è parlato più dopo l’avvento di questo governo, che è d’accordo sul fatto che ci debbano essere misure che criminalizzano la lotta dei lavoratori, i blocchi stradali e l’occupazione delle fabbriche. Dal punto di vista della scuola non c’è nessuna discontinuità, con il ministro Bussetti che ha abbattuto il limite massimo di ore di alternanza scuola-lavoro, completando l’operazione dell’alternanza e rendendo le scuole totalmente nelle mani delle imprese. Per questo gli studenti torneranno in piazza l’11 ottobre contro il governo. Il ministro Fioramonti aveva affermato che se non ci fosse stato un finanziamento di 3 miliardi, ma una nota di aggiornamento al DEF ha stabilito che nella prossima manovra ci sarà l’ulteriore taglio di 1,8 miliardi. Saremo quindi in piazza per ottenere queste dimissioni e fermare la nuova alternanza scuola-lavoro.»
È quindi intervenuto Rossano Rubicondi, candidato presidente per la Regione Umbria per il PC:
«La sanità sarà il nostro punto fermo. La destra parla di privatizzazioni, ma il PD, che oggi si riempie la bocca del fatto che la sanità debba essere pubblica, mente sapendo di mentire, in quanto è l’amministrazione del PD ad aver avviato un processo di privatizzazione della sanità. È necessario ripulire i piani alti di quei dirigenti messi lì a non fare nulla e ad assumere infermieri, medici e personale paramedico. Un altro tema fondamentale è quello della ricostruzione. Se tutti i politici che sono passati in Umbria avessero portato via un sasso sarebbero finite le macerie, e invece sono ancora lì a testimoniare la vergogna. Per quanto riguarda i nostri avversari, basta ascoltare i candidati Bianconi per il centro-sinistra e Tesei per il centro-destra per capire che dietro di loro c’è il niente. Dopo il 27 ottobre noi saremo ancora a combattere, vada come vada, piazza per piazza. Le elezioni umbre possono rappresentare la scintilla che può far partire la riscossa comunista.»
L’intervento conclusivo del comizio è stato quello del segretario generale del PC, Marco Rizzo, che ha spiegato l’importanza della manifestazione dei comunisti:
«La piazza di oggi è l’unica piazza a sinistra contro questo governo, dobbiamo quindi essere fieri della nostra forza, della nostra determinazione e del fatto che siamo qua in campo senza compromessi. Oggi è la giornata che potremmo definire dell’orgoglio comunista. Non ci vergognamo di essere comunisti. Siamo fieri di questo simbolo, di questo nome, di questa storia e di questa tradizione.»
Ha poi rimarcato la differenza tra l’opposizione al governo della destra e quella dei comunisti, sottolineando come «le destre sovraniste sono solo il piano B del grande capitale, nulla di più», e condannando la guerra tra poveri fomentata da queste, nel loro tentativo di fare breccia nelle classi popolari.
Durante il suo discorso, Rizzo ha mostrato una copia della risoluzione di equiparazione del Parlamento Europeo, provocando una bordata di fischi da parte dei presenti e dandone lettura di alcuni passaggi chiave. Si è riferito in particolare all’affermazione secondo cui «la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia d’Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop». Rizzo ha, al contrario, ricordato le responsabilità di Francia e Gran Bretagna nell’ascesa del nazismo, tra cui l’assenso all’intervento nazifascista nella guerra di Spagna, all’annessione dell’Austria e dei Sudeti a seguito della Conferenza di Monaco e nel rifiuto dell’alleanza antifascista proposta dall’Unione Sovietica prima della stipula del patto Molotov-Ribbentrop.
Ha poi proseguito nel denunciare l’intendo dell’UE nell’equiparazione:
«Questa risoluzione non ha solo un carattere storico, ha anche un carattere politico immediato: è un favore alle destre che mettono fuori legge i comunisti. Ma pensano di impedire la nostra parola, la nostra militanza, la nostra determinazione?»
Rizzo ha a quel punto strappato la copia della risoluzione e gettato in aria i frammenti, gridando «si fottano!». La platea, che per tutta la durata del comizio si era mostrata partecipe, intonando cori e fischiando le posizioni dell’UE e del governo, ha acclamato il gesto del leader comunista.
Rizzo ha infine concluso annunciando alla piazza il saluto di Paolo Berdini e ricordando le quasi 700 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, ricordando in particolare Fabrizio Greco, morto nella fabbrica della FCA di Cassino e salutando le delegazioni operaie presenti in piazza. L’evento si chiuso sulle note di Bandiera Rossa e dell’Internazionale.