Sabato 12 Ottobre, Capo Frasca, Sardegna, una giornata di mobilitazione per migliaia di Sardi, chiamati a raccolta davanti ad una delle più grandi basi-poligono della NATO sul territorio Sardo, per manifestare contro una vera e propria occupazione militare che interessa circa 35 mila ettari di terra sarda (oltre il 70% del totale italiano), per chiedere la chiusura e la bonifica di tutte le basi e i poligoni.
In questi giorni, il nord della Siria sta subendo la violenta aggressione militare da parte della Turchia (membro storico e secondo esercito della NATO), con il beneplacito degli Stati Uniti. Anche alla luce di questi eventi, la giornata del 12 ha assunto per noi una ulteriore importanza.
L’occupazione militare della Sardegna e l’aggressione subita dalla Siria sono fenomeni che devono essere non soltanto denunciati con forza, ma correttamente inquadrati nella lotta contro il sistema economico vigente, del quale l’imperialismo è diretta conseguenza.
Come comunisti, abbiamo sentito l’esigenza di esplicitare ai presenti quella che è la nostra posizione, grazie al discorso pronunciato dal palco e una diffusa azione di volantinaggio:
«In questa giornata è ancora più doveroso opporsi con forza alla Nato, di cui l’esercito turco fa parte. La Nato da anni devasta il nostro tessuto sociale, sfruttando il territorio e ponendolo al servizio delle politiche di guerra dei governi capitalisti americani, europei e italiani.»
Abbiamo ribadito poi l’importanza di una lotta che non si limiti ad una blanda opposizione agli effetti più palesi, ma che scavi e che lotti contro le cause; abbiamo dunque ribadito quanto sia necessario che oggi a portare avanti questa lotta siano in prima fila i lavoratori e le classi popolari, per abbattere il sistema capitalista e i suoi bracci politici e militari (l’UE e la NATO):
«Solo la lotta cosciente ed organizzata di tutti i lavoratori potrà gettare le basi per una società libera! Libera dallo sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, libera dalle guerre.»
Per noi militanti del Partito Comunista e del Fronte della Gioventù Comunista è stata dunque l’occasione per rivolgere in primo luogo la solidarietà ai popoli della Siria, vittime dell’imperialismo turco e atlantico, e in secondo luogo abbiamo rivolto un invito a chi era presente alla manifestazione, e cioè quello di non disperdere le forze all’indomani di questa giornata e di non limitarsi ad attendere un cambio di rotta del sistema, o una soluzione dall’alto che mai arriverà. Quello contro cui combattiamo non è una svista da correggere, ma piuttosto è un preciso progetto che soddisfa gli interessi dei grandi monopoli e delle grandi multinazionali.
Alcuni scatti della giornata: