IL MODELLO SOCIO-SANITARIO CUBANO

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IL MODELLO SOCIO-SANITARIO CUBANO

IL MODELLO SOCIO-SANITARIO CUBANO: VITTORIA DELLA FILOSOFIA CASTRISTA E RUOLO DEI COMUNISTI IMPEGNATI NELLA LOTTA CONTRO LA GESTIONE IMPERIALISTA DELLA PANDEMIA COVID-19.

 Nell’anniversario del trionfo della Rivoluzione cubana, pubblichiamo questo documentato articolo

di Antonino Massara

Nel gennaio 2022 inizia il terzo anno di convivenza con la pandemia. Molto è già stato detto e molto ancora rimane da dire. Tuttavia, iniziano a delinearsi dei contorni nitidi di alcuni tratti che mettono in discussione i modelli neoliberisti e capitalisti, in una società lacerata da divisioni, confusa ad hoc da mass-media sempre più parziali e pregiudiziosi e soprattutto figlia di una politica assertiva portata avanti dal capitalismo già a partire dagli anni 60, quando c’è stata una controffensiva nei confronti di quelle conquiste che, dal secondo Dopoguerra in poi, i lavoratori erano riusciti a ottenere, soprattutto nelle società capitalistiche avanzate. L’attuale modello di società è definito da molti antropologi marxisti come Tardo-Capitalista, cioè una forma di capitalismo che si è trasformata e che ha fatto tesoro degli avanzamenti tecnologici, informatici e comunicativi.

A parere di chi scrive, questo è lo scenario di analisi dentro il quale va contestualizzato ogni ragionamento volto a comprendere l’impatto che la pandemia ha avuto fino ad oggi e soprattutto a proiettare nel domani il frutto della stessa analisi, costruendo modelli di società comprensibili e assimilabili dalla più larga maggioranza delle popolazioni.

Dallo smarrimento e dal marasma generale sta emergendo, con sempre più vigore e rigore scientifico il modello socio-sanitario cubano. Benché l’occidente continui ad ignorarlo o peggio, a delegittimarlo o, peggio ancora, ad aggredirlo, approvando i continui tentativi di colpo di Stato progettati e finanziati dalla CIA e dal Governo degli Stati Uniti, il sistema cubano, non solo resiste ma si rinvigorisce attraverso una maggiore coesione delle forze sociali del Paese. La gestione della pandemia a Cuba è diventata materia di studio per le maggiori riviste scientifiche internazionali e i clamorosi risultati che L’Avana ha ottenuto sono innegabili e accettati ormai dai ricercatori di tutto il mondo.

 

DA DOVE NASCONO I SUCCESSI DI CUBA?

La straordinaria forza che Cuba ha dimostrato in occasione della pandemia, rischia di oscurare la realtà di un bloqueo che costringe il Paese in una condizione di sopravvivenza estrema nella quale, anche solo immaginare di investire in ricerca, può sembrare un sogno assurdo per la mentalità occidentale. Non per la classe dirigente cubana. La Rivoluzione Castrista, dipinta nel “civile” occidente come rozza, portata avanti da quattro “barbudos” ignoranti assassini (stessa retorica usata da B.Croce quando descriveva i Bolscevichi), violatrice dei diritti umani…., è in realtà, un patrimonio culturale, filosofico, giuridico e socio-sanitario che ormai ha permeato le coscienze del popolo cubano, diventando egemone. Grazie all’egemonia del pensiero castrista, oggi Cuba è dotata del sistema di medicina di prossimità più evoluto al mondo, statale, sovrano, autosufficiente, sganciato da ogni lobby assicurativa e anni luce lontano da ogni forma di privatizzazione. La filosofia sanitaria cubana parte dal concetto che la difesa della salute di un popolo è la prima tappa da perseguire per il mantenimento del processo rivoluzionario. Non c’è spazio per le disuguaglianze, per le discriminazioni economiche e per la ricerca del profitto in sanità, cosa che noi occidentali ormai percepiamo come prassi. La sanità e la ricerca pubblica diventano un paradigma strategico per i Quadri Governativi che puntano a potenziarla e migliorarla investendo almeno 10 volte in più rispetto ad un Paese “civile” come l’Italia, in cui si pensa invece di sperperare del denaro pubblico per finanziare l’ampliamento della Nato e la guerra in Afghanistan o, incredibilmente, per continuare a credere in un Ponte sullo Stretto che non verrà mai costruito.

Il criminale bloqueo impedisce a Cuba di rifornirsi di medicinali e di strumentazione sanitaria. Questo rientra nella logica di una guerra che gli Stati Uniti hanno dichiarato 61 anni fa e che, ancora oggi, continuano inesorabilmente a portare avanti. Volevano rendere Cuba dipendente dalle multinazionali farmaceutiche, costringendola a rifornirsi di tutto il materiale sanitario di cui un Paese ha bisogno, rendendo Fidel e la Rivoluzione, ricattabili. Castro ha capito fin dall’inizio questo meccanismo, così decise di dotare Cuba di una sanità di Stato che potesse essere indipendente dalle multinazionali. Il progetto andò sempre più avanti fino ad arrivare agli anni ‘80, allorché comparve a Cuba una epidemia di Dengue. Questa malattia virale era sconosciuta nel Paese fino a quegli anni e arrivò sul suolo cubano per opera di Eduardo Arocena, terrorista della CIA, legato alla destra cubana. Per curare questa malattia virale e prevenire ulteriori attacchi batteriologici, Cuba si specializzò nella biotecnologia e nello sviluppo di vaccini. Oggi è uno dei maggiori Paesi al mondo per capacità di creazione e produzione di farmaci biotecnologici.

Fidel comprese anche che la conoscenza medica e la ricerca scientifica dovevano diventare delle “armi” pacifiche per battere l’imperialismo, così intraprese delle iniziative di cooperazione con i Paesi più poveri, nell’ambito di ciò che passò alla storia come Terzomondismo. Tali progetti miravano all’interscambio di conoscenze mediche e di piattaforme di ricerca che avrebbero condotto i Paesi poveri a rendersi indipendenti dall’imperialismo farmaceutico. Da qui nascono le Brigate Mediche che hanno aiutato i popoli dei Paesi meno sviluppati nel combattere le epidemie. Una di queste, la Henry Reeve, si è distinta anche in Italia, a Crema, dove ha curato la gente durante il picco massimo della pandemia nel 2020.

 

PREVENZIONE, MEDICINA DI PROSSIMITA’ E VACCINI: ECCO LE ARMI CUBANE CONTRO IL SARS COV-2.

Il Governo cubano ha sempre adottato delle stringenti regole sulla prevenzione attraverso l’uso di mascherine, anche all’aperto, in luoghi di assembramento. Il popolo cubano è sempre stato collaborativo, seguendo, con abnegazione le indicazioni governative. In questo modo il Paese ha continuato la sua vita produttiva senza adottare strumenti coercitivi come il green-pass e i lockdown.

Ma le vere perle che hanno consentito a Cuba di affrontare la pandemia in modo vincente sono state: il sistema di medicina di prossimità ed i vaccini. Il sistema sanitario cubano ha una struttura capillare in grado di intercettare focolai di infezione e di bloccarli sul nascere, inoltre, combina questa caratteristica struttura con la ricerca in farmacologia, cosicché a Cuba non esiste “ il paracetamolo e la vigile attesa” ma ogni caso è sapientemente valutato ed i medici cubani non hanno alcuna difficoltà a somministrare dei farmaci importantissimi come gli anticorpi monoclonali o l’interferone cosa che, in Italia, è possibile solo in bassissime percentuali e solo nelle regioni più ricche. Quindi non esiste un protocollo di massa come in occidente, dove queste decisioni vengono prese sulla base della spesa sanitaria che generano e non sulla loro reale utilità scientifica. Esiste invece un sistema in grado di avere il polso reale di ogni singola provincia in termini di gravità e di richiesta di farmaci, filtrando i casi asintomatici, curati comunque con protocolli lievi, da quelli più severi che vedono l’impiego di farmaci importanti.

Inoltre Cuba è dotata di un sistema di sequenziamento genetico che permette ai ricercatori di analizzare il genoma virale e prevedere eventuali varianti, rendendo le piattaforme vaccinali sempre aggiornate, cosa che per esempio in Italia è una chimera. Questo sistema, basato su diversi punti di forza, ha permesso al Paese di fronteggiare la pandemia in maniera vigorosa anche prima dell’ausilio del vaccino, come si può apprezzare da questa slide.       

 

Questo grafico mostra le morti cumulative per Covid 19 e, come si vede, Cuba ha una curva di molto inferiore anche rispetto all’Italia. L’unico picco si ha da giugno a novembre 2021 quando prima la variante beta poi quella delta hanno messo in difficoltà il Paese che, in quel periodo, ha visto la CIA organizzare ben 2 colpi di stato e una miriade di manifestazioni “anti-regime”. Ricordiamo che la campagna vaccinale a Cuba è iniziata a fine aprile del 2020 e che quindi, da gennaio a maggio, il sistema ha retto solo basandosi sulla medicina di prossimità con un tasso di mortalità molto basso, evidenziato nella curva.

Le restrizioni del bloqueo impediscono di avere un interscambio libero di materiali e attrezzature scientifiche con gli Stati Uniti ed i suoi alleati, nonostante questo Cuba ha realizzato ben 5 prototipi di vaccino di cui di cui 3 sono diventati vaccini approvati.

 

SOBERANA 2 e ABDALA sono i due vaccini sviluppati da due istituti statali sotto il controllo dell’agenzia delle scienze biotecnologiche: BIOCUBAFARMA. Soberana 2 è stato sviluppato dal FINLAY INSTITUTE OF VACCINE, Abdala dal CENTRO DI INGEGNERIA GENETICA DI CUBA (CIGB).

Soberana plus è utilizzato come “booster” vaccinale mentre Soberana 1 è in studio di fase 3 come “booster” dotato di maggiore potenza. Mambisa è uno dei primi “booster” vaccinali al mondo, in forma di spray nasale.

Da quando sono stati utilizzati questi vaccini Cuba ha sconvolto il mondo per i risultati ottenuti

Cuba è stato il secondo paese al mondo in termini di vaccinazione dietro gli Emirati Arabi Uniti e ciò ha consentito di abbattere le morti per Covid senza registrare gravi effetti avversi ai vaccini, come si è verificato nei Paesi occidentali.

I vaccini cubani si basano su una biotecnologia sicura conosciuta e validata a livello internazionale: la piattaforma biotecnologica a “sub-unità proteica” ampiamente utilizzata in pediatria. Ciò ha consentito di ottenere un risultato unico al mondo: la vaccinazione del 90% della popolazione compresa quella pediatrica, se poi si guarda solo a questa fascia Cuba raggiunge il 97% dei bambini vaccinati. Nessuno al mondo ha saputo fare meglio.

 

PERCHE’ A CUBA NON CI SONO “NO-VAX”

Il popolo cubano manifesta un altissimo indice di fiducia verso il suo sistema sanitario e verso i provvedimenti che il Governo prende in materia di sicurezza. A Cuba non esistono “no-vax” ma non esiste nemmeno il dubbio che la gestione della pandemia possa essere affidata al profitto, come accade in occidente, non esiste il green-pass e la vaccinazione non è imposta ma la gente accorre volontariamente nei centri vaccinali. Poiché la gran parte del risultato è stata ottenuta grazie alla vaccinazione pediatrica, peraltro senza causare effetti collaterali importanti, visti gli studi a supporto della sicurezza sui bambini, sono proprio i bambini i principali sponsor della vaccinazione ed i genitori non hanno nessuna remora ad affidare i propri figli ai medici vaccinatori.

Tutto ciò perché il sistema è trasparente, affidabile, collettivo e compartecipato, dove ogni cittadino sente di fare il bene della collettività vaccinandosi. La trasparenza di tale sistema consente ai ricercatori cubani di farsi promotori in prima persona nelle campagne vaccinali, cosi è frequente vedere il Direttore dell’Istituto Finlay di L’Avana, Dott. Vicente Verez Bencomo arrivare nei centri vaccinali e dialogare con i bambini ed i genitori. La scienza diventa fruibile, comunicativa, arriva nelle case e nelle famiglie. Si conoscono i ricercatori ed i medici sono sempre disponibili. Anche questo vuol dire medicina di prossimità secondo la filosofia Castrista. La ricerca scientifica assume i connotati di umanità e non rimane un’entità separata dalla società nelle mani di una élite finanziaria che lucra sulla salute pubblica.

Il popolo cubano conosce e apprezza l’idea che attraverso la vaccinazione con un vaccino prodotto nel proprio paese si può acquisire una certa autonomia dalle multinazionali farmaceutiche, quindi si fida del sistema che a sua volta è estremamente trasparente. Il ricercatore italiano Fabrizio Chiodo che ha contribuito all’allestimento dei Soberana, ha definito questo vaccino come “etico, vaccino del popolo per il popolo”. Lo stesso Chiodo spiega i motivi del perché a Cuba non vi è traccia alcuna dei movimenti “no-vax”, legando la fiducia verso il sistema sanitario al percorso di formazione scolastica. Fidel aveva puntato moltissimo sulla scuola primaria e oggi gli studenti cubani conseguono dei titoli di studio che sono espressione di un altissimo livello di istruzione, tanto che lo stesso ricercatore italiano, titolare di una cattedra di chimica presso l’università di L’Avana, afferma che gli studenti arrivano alle sue lezioni già molto avanti nella conoscenza.

Questi alti livelli di preparazione, largamente diffusi tra la gioventù cubana, fanno sì che il tasso di analfabetismo funzionale o illetteratismo (l’incapacità di usare in modo efficacie le abilità di lettura) sia ridotto a zero. Questo presupposto conferisce alla popolazione una coscienza sociale messa al frutto della collettività.

Una cosa è sostenere la battaglia anti-imperialista farmaceutica, denunziare gli abusi che le multinazionali ed i governi ad esse collegate commettono, battersi per un cambio di sistema sanitario e per una ricerca scientifica statale e strategica, ammettere che i trial clinici delle multinazionali come AstraZeneca sono stati “guidati” per ottenere l’approvazione dalle entità regolatorie  o sottolineare gli illeciti reiterati compiuti da Pfizer, altro è sostenere posizioni farneticanti, antiscientifiche e complottiste-populiste che potrebbero danneggiare uno dei vaccini che si rivelerà più utile nel prossimo futuro: il Soberana.

 

 

PERCHE’ IL SOBERANA SARA’ IMPORTANTE PER IL PROSSIMO FUTURO A LIVELLO MONDIALE.

Che i vaccini ad m RNA non proteggessero per un lungo periodo dopo due dosi, era abbastanza ovvio immunologicamente, soprattutto senza testing indipendenti dalle case farmaceutiche e senza aver vaccinato l’intera popolazione mondiale. Si sono rivelati buoni vaccini durante le prime ondate, riducendo le ospedalizzazioni e la mortalità, ma da soli, non erano in grado di risolvere il problema pandemico. Considerare i “booster” con vaccini proteici soprattutto se RBD-BASED (basati sul frammento della proteina Spike che induce gli anticorpi più neutralizzanti) è una valida soluzione, sicura ed immunologicamente intelligente.

Terze dosi e vaccinazione pediatrica non possono e non devono essere un tema da risolvere solo con vaccini ad m RNA. Senza distanziamento e testing, senza una imparziale divulgazione scientifica che parli dei paesi più poveri, rimanendo egoisticamente attaccati agli standard produttivi dei paesi ricchi, la pandemia non si risolverà.

L’idea che con due dosi di vaccino ad m RNA ne saremmo venuti fuori è una illusione capitalista. Fin dall’inizio si sapeva che non sarebbe stato così per due motivi: 1) se non si vaccina omogeneamente l’intera popolazione mondiale è inutile fare tre o quattro dosi di vaccino ad m RNA, poiché questi vaccini hanno una limitata azione nel tempo (4 mesi) e, soprattutto, per la naturale insorgenza di varianti in grado di “bucare” i vaccini. 2) se non si riesce a raggiungere il target del 90% della popolazione vaccinata, compresa quella pediatrica. Ora, come si fa a convincere la popolazione a vaccinarsi in massa con i vaccini ad m RNA o a vettore virale, che comunque hanno dato effetti collaterali gravi? Come ci si può fidare di un sistema capitalista che guarda solo al profitto e che considera la popolazione da vaccinare solo come dei numeri da raggiungere? Come può, un genitore, affidare il proprio figlio ad un hub vaccinale, senza avere nessuna garanzia sugli studi clinici condotti in età pediatrica?

Soberana è in grado di rispondere positivamente a tutte queste questioni. Ecco perché a Cuba sono stati raggiunti risultati importantissimi.

Aver supplicato le compagnie farmaceutiche perché potessero allentare il blocco su brevetti e licenze non ha funzionato, come c’era da aspettarsi. Purtroppo le leggi del capitalismo continuano a battere questa strada e anche in futuro non funzionerà. Quello che bisognerebbe fare è ragionare su altri sistemi economici e con prodotti di alto livello come i vaccini cubani. Una biotecnologia pubblica sul modello cubano, sganciata dal profitto delle aziende private, è effettivamente una valida alternativa. Inoltre l’OMS aveva costruito un sistema denominato COVAX, sistema tenuto in mano da filantropo-capitalisti, una forma di imperialismo in cui i Paesi ricchi “gettano” in questo grande contenitore i vaccini che essi non usano che poi vengono distribuiti ai Paesi più poveri, costretti spesso ad eliminare le dosi in arrivo, per via della scadenza prossima all’utilizzo o perché già scaduti. Il progetto COVAX ha chiaramente fallito perché i Paesi più ricchi si sono tenuti via via sempre più dosi, sapendo che le due dosi di vaccini ad m RNA non avrebbero risolto il problema.

In questo scenario, il modello cubano ha dimostrato di essere l’alternativa sia in termini di sicurezza che di sostenibilità economica. Inoltre Cuba è pronta a sostenere un trasferimento di tecnologia a basso costo per i Paesi che ne dovessero fare richiesta e che, quindi, sarebbero in grado di produrre nei propri Stati, il Soberana, come è già avvenuto con Teheran, rendendo i Paesi cooperanti con L’Avana indipendenti dai brevetti e dalle licenze, autonomi rispetto alle multinazionali. Solo così si potrebbero raggiungere quei target a cui tutta la comunità scientifica guarda e che sono necessari nel porre fine alla pandemia. Sicuramente, con il sistema capitalista non si è in grado di risolvere il problema. I numeri parlano chiaro.

 

CONCLUSIONI: COOPERAZIONE ITALIA-CUBA PER LO SVILUPPO DEL VACCINO SOBERANA PLUS.

 

L’ospedale Amedeo di Savoia dell’ASL città di Torino è in prima linea con lo studio SOBERANA PLUS TURIN. Questo studio clinico effettuato a Cuba ed in Italia, è rivolto a persone vaccinate con vaccini autorizzati nell’Unione Europea, ma anche a pazienti guariti dal Covid, che ricevono come terza dose il vaccino cubano Soberana Plus realizzato dall’Istituto di vaccini Finlay di L’Avana. Si tratta di una prestigiosa collaborazione bilaterale tra i due Paesi, realizzata grazie all’agenzia per l’interscambio culturale ed economica con Cuba (AICEC), già impegnata nell’arrivo e nell’accompagnamento della Brigata Medica Cubana che ha prestato soccorso all’ospedale Covid OGR dell’ASL città di Torino nella primavera del 2020. Questo importante ponte scientifico, finalizzato a verificare l’efficacia del vaccino Soberana Plus come dose di rinforzo dei vaccini attualmente utilizzati in Europa, è stato possibile grazie all’apporto delle ambasciate di entrambi i Paesi. Circa cinquanta candidati allo studio sono partiti lo scorso 15 novembre da Milano Malpensa alla volta di L’Avana dove, espresso il loro consenso finale ed effettuati tutti gli screening previsti dal rigoroso protocollo scientifico dello studio, venivano vaccinati.

Soberana plus è l’unico vaccino al mondo sviluppato fin dall’inizio della pandemia (visto che era già noto a tutta la comunità scientifica che non sarebbero bastate due dosi di vaccino ad m RNA) come prodotto destinato a “booster” anche nella popolazione vaccinata con altri preparati, per rafforzare l’immunizzazione, anche in soggetti che hanno sviluppato la patologia o nei convalescenti ospedalizzati, quindi anche come farmaco. Si tratta, come altri Soberana, di un vaccino proteico “a subunità”, quindi basato su una tecnologia ampiamente consolidata, utilizzata per un amplissimo spettro di vaccini sia per età adulta che infantile, addirittura anche nei vaccini neonatali. A Cuba sono già stati somministrati a milioni di bambini a partire dai due anni di età, senza effetti avversi. Inoltre la tecnologia proteica a subunità garantisce costi estremamente contenuti, facilita lo stoccaggio e richiede semplicità tecnologica, quindi facilità produttiva in grande scala, rappresentando un’enorme speranza nella sfida di garantire i vaccini per tutta l’umanità.

Il Professor Giovanni Di Perri direttore della Clinica Universitaria Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia dell’ASL città di Torino, ci lascia questa testimonianza:

“In una prospettiva sempre più post-emergenziale, il completamento dello sviluppo dei vaccini proteici come il Soberana Plus, amplierà le opzioni a disposizione delle strategie di controllo a lungo termine del Covid-19, nella volontà di creare e mantenere uno stabile schermo protettivo nei riguardi delle conseguenze cliniche più gravi dell’infezione Sars Cov-2.”

Un elemento di particolare interesse di questa iniziativa è rappresentato appunto dalla strutturazione convenzionale del vaccino, ovvero dall’assenza di materiale genetico, sia esso m RNA che DNA pro-virale. Per coloro la cui refrattarietà ai vaccini di corrente distribuzione è appunto rappresentata dal loro contenuto in acidi nucleici, continua il professor Di Perri, lo sviluppo di vaccini come il Soberana Plus può costituire una soluzione più gradita, contribuendo quindi, in ultima analisi, ad ampliare la percentuale di popolazione protetta con la vaccinazione. I risultati sono stati ottimi in termini di produzione anticorpale neutralizzante, pertanto ci auguriamo che la cooperazione con Cuba proceda a passi sempre più spediti, con l’obbiettivo di promuovere ulteriori e più massicci studi clinici al fine di rendere i paesi cooperanti con Cuba indipendenti dalla rete delle multinazionali farmaceutiche, e dimostrare cosi al mondo, che un’alternativa al capitalismo è possibile e sostenibile.

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