MOLTO RUMORE PER MOLTO

IL POLIZIOTTO BUONO E QUELLO CATTIVO
marzo 13, 2025

MOLTO RUMORE PER MOLTO

La solita operazione di distrazione di massa.

Mentre l’Unione Europea fa rullare i tamburi di guerra, che fa il Parlamento italiano? Si distrae in una polemica sul Manifesto di Ventotene. Un documento scritto da tre intellettuali (respinto dal PCI quando aveva una linea patriottica e antimperialista) che è stato resuscitato solo quando si è voluto dare una copertura propagandistica alla scelerata Unione Europea che oggi sta avendo un’accelerazione bellicista impressionante.

Per quanto riguarda il Manifesto, basti ricordare che Spinelli sostenne il Piano Marshall nel 1947 per “favorire la cooperazione tra gli Stati europei”, fu eletto al primo Parlamento europeo nel 1979 come indipendente nella lista del PCI, ormai berlingueriano, e nel 1978 votò a favore del Sistema monetario europeo. Per il resto rimandiamo alla completa critica che è già stata pubblicata qui [1].

Sulla polemica scatenata ad arte dalla Meloni e sugli strilli sedicenti “antifascisti” e europeisti con l’elmetto sentiti in Parlamento, sorvoliamo non abboccando all’amo.

Andiamo alle cose serie.

Conferenza di Draghi al Parlamento del 17 marzo.

  1. «L’Europa avrebbe dovuto comunque combattere la stagnazione della sua economia e assumere maggiori responsabilità per la propria difesa»

Già si vede la trappola: ricatto sul lavoro in cambio di guerra. Ma cosa non funziona in questo mortifero scambio? I sostenitori delle teorie di Keynes affermano che la spesa pubblica, anche se dovesse essere improduttiva (soldi buttati dall’elicottero o dati per scavare buche inutili), ha comunque un carattere propulsivo per l’economia perché mette soldi freschi nelle tasche dei lavoratori/consumatori. In teoria ciò potrebbe funzionare momentaneamente per tamponare una crisi di sottoconsumo (ma sappiamo che le crisi capitalistiche sono di sovrapproduzione) a patto che i soldi vengano creati dal nulla (moneta FIAT). Nel sistema dell’euro non è così, perché ogni emissione è a debito, ossia va ripagata o subito, contraendo la spesa per altri investimenti come sanità e istruzione, o nel futuro, scaricando sulle generazioni a venire il debito. Né più né meno di ciò che succederà coi fondi PNRR.

  1. «Il dato che meglio riassume la persistente debolezza dell’economia del nostro continente è la quantità di risparmio che ogni anno fuoriesce dall’Unione Europea» «Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit, né sono pensabili contrazioni nella spesa sociale e sanitaria.»

Ecco quindi la soluzione al busillis. I risparmi privati. Ma con quali strumenti? Esproprio o maggiore remunerazione? Nel primo caso siamo sicuri che non saranno i capitali schermati all’estero a farne le spese, ma i piccoli risparmiatori. Nel secondo, comunque si dovrebbero dirottare da altri investimenti più utili per la società e poi gli interessi dovrebbero essere sempre ripagati a spese del contribuente. Se una fabbrica metalmeccanica fa auto o carri armati, il salario per l’operaio è sempre lo stesso, ma il profitto per il padrone è garantito dallo Stato e non è esposto alla concorrenza. Viva il libro mercato! Inoltre un’auto beneficia chi se la compra, i soldi spesi per un carro armato hanno un’utilità quando questo va in fumo, così se ne deve fare un altro. Quanto alla spesa sociale, faranno strame comunque.

  1. «L’intervento dello Stato resterà necessario. Il ricorso al debito comune è l’unica strada.» «Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali». «Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali e a pensare a livello continentale.» «Maggiore centralizzazione delle decisioni e delle capacità di spesa.»

Vedete a cosa serve il manifesto di Ventotene?

  1. «L’Europa ne avrebbe certamente un maggior ritorno industriale (cloud, il supercalcolo e l’intelligenza artificiale, la cyber sicurezza)».

Altra bufala colossale. Ma se la ricerca su cloud ecc. ecc. venisse finanziata direttamente allo scopo di migliorare questi settori, non sarebbe meglio, invece di passare dall’ipocrita dual use, ossia scopo militare con eventuale ricaduta civile. Perché non facciamo al contrario?

von der Leyen all’Accademia militare reale danese sulla difesa europea il 18 marzo

  1. «Oggi la maggior parte degli investimenti nella Difesa va fuori dall’Europa e questo non è più sostenibile».

Lo scontro di capitali tra le due sponde dell’Atlantico è al calor bianco. La preda designata dal cannibale americano cerca di reagire, salvando non i popoli europei, ma i settori più remunerativi.

  1. «È piuttosto evidente che passare in poco tempo, e senza ricorrere all’indebitamento, da questo valore al 2-2,5 per cento, un livello che gli esperti ritengono minimo e che ci porrebbe comunque al di sotto del contributo Usa, è quasi impossibile

Quindi debito, debito, debito!

  1. «… può renderci più indipendenti dagli Usa»

Scusate, ma la guerra la dobbiamo fare contro la Russia o contro gli USA? Perché devo capire se il parametro di riferimento è la prima (che spende meno dell’Unione Europea pur essendo in guerra da tre anni e che fino a poco fa combatteva con le “pale” e i “chip staccati dai frigoriferi”) o i secondi?

Libro bianco sulla Difesa, il White Paper for European defence Readiness 2030

Presentato il 19 marzo dal Commissario europeo alla Difesa, il polacco Andrius Kubilius, e dall’Alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas. Kubilius ha citato il colosso dell’industria bellica Leonardo e rilanciando la bufala che questo riarmo serve «a creare posti di lavoro».

«Gli Stati membri sono invitati a incrementare rapidamente gli acquisti collaborativi nel settore della difesa». I prestiti andranno a supporto della «industria della difesa europea» attraverso «appalti comuni» che comprendano almeno «due paesi di cui uno deve essere uno Stato membro». L’altro paese può essere l’Ucraina ma non gli Stati Uniti.

Conclusione

In un giorno le azioni di Rheinmetall, il colosso della difesa tedesco, hanno chiuso in rialzo di quasi sei punti, con un incremento del 22 per cento nell’ultima settimana. Nell’ultimo mese hanno più che raddoppiato il loro valore.

A Trapani le analisi oncologiche te le fanno dopo un anno.

 

[1] https://www.lafionda.org/2025/03/15/il-manifesto-di-ventotene-e-una-caa-pazzesca/

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