Costruire un gigantesco impianto in una riserva naturale? Se sei l’esercito americano puoi. E’ quello che sancisce la sentenza di ieri pronunciata dal Tribunale di Caltagirone che ha “assolto perché il fatto non sussiste” gli imputati per abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione del MUOS, il sistema di telecomunicazione militare degli USA per la direzione e controllo delle operazioni di guerra in ogni parte del mondo, installato nella Riserva Naturale Sughereta di Niscemi (CL) insieme alle 46 antenne NRTF.
Gli imputati nel primo atto di questo nuovo processo celebrato col rito abbreviato, erano l’ex dirigente dell’assessorato all’Ambiente della Regione Siciliana, Giovanni Arnone, e tre imprenditori titolari di alcune ditte interessate ai lavori del MUOS, Mauro Gemmo della Gemmo Spa e Concetta Valenti e Carmelo Puglisi titolari di due imprese di subappalti. Per altri 3 imputati, Adriana Parisi, della Lageco, una delle società vincitrice della gara del 26 aprile 2007, il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi, e l’imprenditrice Maria Rita Condorello, della Cr Impianti, scegliendo il rito ordinario il processo è ancora in corso.
Le 3 enormi parabole – che emanano onde elettromagnetiche inquinanti e pericolose per la salute dei cittadini come testimonia l’incidenza sulla crescita dei tumori – sono infatti costruite all’interno di una Sughereta dichiarata Riserva Integrale, zona di alto interesse naturalistico dove, teoricamente, essendo della cosiddetta fascia A, non si potrebbe toccare nemmeno un filo d’erba, figuriamoci costruire un impianto di tale portata. Ma questo vale evidentemente solo per qualsiasi normale cittadino niscemese che di contro si è invece visto questo territorio totalmente sottratto e inaccessibile, circondato da reti e filo spinato, deturpato e distrutto dalla base militare americana che sorge al suo interno dove i lavori per le parabole iniziarono addirittura 3 anni prima delle autorizzazioni da parte della Regione siciliana.
La sentenza di ieri, in realtà, non può destare alcuna sorpresa. Viene infatti dopo le precedenti sentenze e disposizioni che dall’estate del 2016 hanno prima dichiarato il MUOS non abusivo e non nocivo (basandosi su rilevazioni non complete e su dati forniti dagli stessi USA) per infine dissequestrare l’impianto a seguito dell’incontro che il Ministro della Difesa, Pinotti, ebbe con funzionari dell’amministrazione USA mentre contemporaneamente si scatenava la macchina repressiva contro attivisti No MUOS. Tutti elementi di una offensiva politica che mirava a rendere velocemente operativo il MUOS – avvenuto nel novembre 2016 – superando con la forza e l’arbitrio ogni tipo di ostacolo.
«La sughereta di Niscemi è, come è noto, Sito di Interesse Comunitario: essendo riserva, nessuno può costruire al suo interno» afferma il Movimento No Muos in un comunicato a seguito della sentenza. «Le ragioni sono contenute nella sentenza depositata che ancora non è pubblica: al di là delle motivazioni espresse dal giudice, è innegabile che l’assoluzione degli imputati di fronte all’abusivismo conclamato dell’impianto è inaccettabile e segna la complicità dell’apparato giudiziario con le istituzioni politiche, i signori delle guerre e della vera illegalità. I siciliani sono sempre pronti a mobilitarsi contro il MUOS e le guerre: le sentenze non potranno fermarli perché la ragione è dalla loro parte» commenta il Movimento lanciando prossime iniziative di lotta.
L’ultimo atto pronunciato ieri dal Tribunale di Caltagirone pertanto non fa altro che confermare la natura politica di questa sequenza di sentenze che non hanno alcun fondamento nel diritto ma solo negli «interessi della classe dominante e dei suoi apparati politici e militari italiano e statunitense» – come affermato dal Partito Comunista – aggiungendo che la «legalità dello Stato borghese risponde alla volontà politica della borghesia italiana vincolata a quella americana dall’alleanza militare della NATO per perseguire i propri interessi che sono al di sopra di ogni cosa e a cui sono asserviti tutti gli organismi e istituzioni statali».
Va denunciato apertamente il ruolo svolto dal Governo italiano, prima a guida centrodestra e poi centrosinistra, che ha palesemente esercitato la sua forte pressione politica condizionante sugli apparati giudiziari. Ancora una volta si dimostra la natura di classe dello Stato, che non dovrebbe lasciar spazio ad alcuna illusione e fiducia in esso, e la collusione dell’imperialismo italiano con quello americano, legati dall’alleanza interstatale militare della NATO, coinvolgendo sempre di più il popolo italiano nelle guerre e interventi imperialisti in gran parte del mondo, in particolare in Africa e Medio Oriente, a beneficio dei profitti dei capitalisti in prosecuzione con le politiche antipopolari e antioperaie che impongono con l’UE al popolo lavoratore nel nostro paese.
E le dichiarazioni e mosse di questi giorni dei principali aspiranti alla Presidenza del Consiglio, Di Maio e Salvini, non fanno altro che garantire la piena continuità delle istituzioni borghesi del nostro paese in questi pericolosi piani imperialisti che alimentano una spesa militare di 68 milioni al giorno mentre viene tagliata costantemente la spesa sociale per i lavoratori e le classi popolari.