Operai Sittel senza stipendio: l’erosione del lavoro nel settore delle telecomunicazioni.

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Operai Sittel senza stipendio: l’erosione del lavoro nel settore delle telecomunicazioni.

di Enrico Zanieri e Sabrina Cristallo

 

Mercoledì 13 gennaio, una nutrita delegazione di lavoratori Sittel provenienti da tutta la Toscana, Grosseto, San Miniato e Campi Bisenzio, ha manifestato sotto la sede fiorentina di Open Fiber in via Quintino Sella 81.

 

Prima di proseguire, è necessario specificare che la Sittel è un’azienda che si occupa, o si dovrebbe occupare, di progettazione e realizzazione della rete in fibra ottica, dei lavori sulla banda larga e della manutenzione degli impianti comunemente denominati TLC.

 

Dal sito della stessa Sittel s.p.a. si può leggere che:

“La Sittel spa è presente da molti anni nell’Albo Fornitori di Telecom Italia SpA e, possedendo i requisiti ritenuti idonei da quest’ultima, è stata invitata ai vari bandi di appalto emessi dalla medesima.”

“La Sittel spa si è aggiudicata, con diverse modalità e diversi Partner, alcuni lotti di questi appalti importanti per la crescita dell’Italia.”[1]

 

Eppure, come spesso succede, la realtà è drammaticamente diversa dalla realtà virtuale.

Infatti, gli operai della Sittel, non percepiscono stipendi da diversi mesi, addirittura da ottobre. Stipendi che, da agosto, in virtù dell’applicazione del CCNL telecomunicazioni e non più del CCNL metalmeccanico, ha tolto circa 320 euro mensili dalla busta paga degli operai. Si risale addirittura al 2010, quando ancora la Sittel non era Sittel (ex Mazzoni)[2] per rinvenire i ritardi e gli ammanchi nei versamenti dei contributi previdenziali nel fondo Cometa.

Evidentemente, per il padrone e per la stessa Telecom, oppure per l’altro grande committente Open Fiber, con requisiti ritenuti idonei si intende far lavorare gli operai gratuitamente.

Ma anche sul “far lavorare”, molti operai ci hanno riportato un quadro surreale. Il lavoro c’è ed è anche tanto. Un operaio di Grosseto spiegava come ci fossero centinaia di richieste di interventi e che servirebbe un organico di almeno 30 operai per esaudire le richieste. Sono in 7.

Oppure, le carte carburante in dotazione coprono il fabbisogno di appena 3 o 4 giorni lavorativi in un mese. Quindi, è totale anche la mancanza di programmazione e visione economica.

 

A questo punto, da comunisti dobbiamo porci una domanda: è un caso tutto ciò? E’ solo la sfortunata vicenda di un gruppo di operai guidati da un imprenditore poco accorto?

Noi diciamo di no. E non lo diciamo per una astratta convinzione di fede nel comunismo.

Da un lato, ci sono i committenti principali, Tim e Open Fiber; la prima, il 03/07/2018 siglava un accordo strategico con i principali player del settore dei lavori infrastrutturali per TLC.”[3], tra cui la Sittel. In realtà, i principali player non sembra facciano altro che licenziare, non pagare gli stipendi o piangere miseria. E’ sufficiente fare una ricerca su internet digitando i nomi delle aziende appaltatrici per TIM, per esempio Valtellina, o Sirti, per trovare notizie di operai in piazza o in sciopero per gli stessi motivi degli operai Sittel[4][5][6][7].

Come se non bastasse, anche nel settore TLC[8] vige la regola aurea di affidarsi a subappalti e il lavoro finisce sempre più spesso a cooperative “finte” o “false” partite IVA.

Certamente, anche nel mondo liberalizzato, alcune aziende avranno l’aggravante di dirigenti particolarmente incapaci o poco trasparenti (per esempio Pietro Mazzoni, ex padrone della Sittel prima che questa divenisse Sittel, balzato agli onori delle cronache giudiziarie[9]), ma non può e non deve sfuggire il disegno complessivo di compressione dei diritti e dei salari e il peggioramento della qualità dei servizi. E quella che gli operai vivono come una stagione di distruzione dei diritti, quella che i cittadini vedono come una stagione di disservizi sempre più evidenti, non sono altro che le prerogative di ogni liberalizzazione e svendita del patrimonio produttivo pubblico.

Le parole dell’ex amministratore delegato di Tim, Genish, “una maggiore produttività e migliori servizi per i nostri clienti”, sono giustamente le parole della propaganda del capitale, le parole di una realtà virtuale che esiste per pochi. D’altronde, che dire dell’altro grande committente Sittel, ovvero Open Fiber? Open Fiber, società per azioni controllata a metà da Enel e Cassa depositi e prestiti, e che ha come Presidente l’ex ministro Franco Bassanini, ha accumulato enormi ritardi nel pagamento delle commissioni a Sittel. Che i ritardi nascondano la volontà di trattenere profitti in vista di future svendite?

A concorrere ad una situazione paradossale poi, i sindacati concertativi. Non stiamo parlando dei molti delegati o funzionari sindacali, che sul campo portano avanti lotte giuste e stanno al fianco degli operai. Ma del vertice dei sindacati concertativi, che per esempio hanno accettato la disdetta del contratto metalmeccanici per quello, peggiorativo, delle TLC, facendo perdere ulteriormente salari e diritti agli operai. Come abbiamo già segnalato, addirittura si parla di 320 euro in meno al mese![10]

La corsa al ribasso dei diritti e dei salari è un obiettivo del capitale a cui non può opporsi la concertazione sindacale, ma la lotta operaia organizzata.

Infine, non può mancare una nota di demerito alla politica. Che il P.U.L., il partito unico liberista, fosse impegnato nella spoliazione di ogni diritto sociale e lavorativo è dato assodato.

Si registra quindi sotto il capitalismo l’incapacità assoluta di creare sistemi di impresa minimamente efficienti, produttivi e con una ampia prospettiva futura.

L’alternativa è solo quella di avere una produzione diretta dai lavoratori e organizzata centralmente: il socialismo

 

 

Ringraziamo sentitamente Samuele F., Marco S. e Riccardo C. per averci aiutato a comprendere i problemi del settore e degli operai coinvolti.

[1]             https://www.sittel.it/tlc.html

[2]             https://tuttosesto.net/campi-i-lavoratori-della-sittel-ex-mazzoni-in-sciopero/

[3]             https://www.gruppotim.it/it/archivio-stampa/corporate/2018/PR-TIM-Strategic-Agreement-030718.html

[4]             https://www.marigliano.net/articolo.php?ru_id=1&sr_id=26&ar_id=38986

[5]             https://www.slccgilcalabria.it/tim-riduce-attivita-a-sielte-a-partire-da-gennaio-2020-forti-preoccupazioni-per-loccupazione-il-comunicato-delle-rsu-calabresi-della-sielte/

[6]             https://www.trevisotoday.it/attualita/vertenza-sirti-mareno-di-piave-5-marzo-2020.html

[7]             https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/lallarme-delle-imprese-di-rete-comparto-in-crisi-senza-di-noi-niente-fibra-e-5g/

[8] TLC è l’acronimo con cui si intende il settore delle telecomunicazioni.

[9]             https://www.osservatoreitalia.eu/roma-bancarotta-e-60-milioni-di-debiti-arrestato-limprenditore-pietro-mazzoni/

[10]           http://www.fistelveneto.cisl.it/comunicati/telecomunicazioni/appalti-tlc/6/sittel—piattaforma-rivendicativa-integrativo-aziendale-5531.html

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