Domenica scorsa forze di occupazione sionista hanno condotto una campagna contro il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP) nei territori palestinesi della Cisgiordania, con l’arresto di diversi quadri e militanti dell’organizzazione marxista palestinese. A Ramallah, i soldati sionisti hanno arrestato il membro del Comitato Centrale e parlamentare del Consiglio legislativo, compagna Khalida Jarrar, che era stata rilasciata nel giugno 2016 dopo 14 mesi di prigionia nelle carceri israeliane. Fonti locali riferiscono che le truppe sioniste sono entrate a Ramallah, all’alba di domenica, prelevando dalle loro case Khalida Jarrar, la Presidente dell’Unione dei Comitati delle donne palestinesi, Khitam Saafin, già reclusa a più riprese e l’ex prigioniero ed alto dirigente del FPLP, compagno Ihab Massoud, che era stato rilasciato nel mese di febbraio dopo 16 anni dietro le sbarre nei quali ha partecipato a più scioperi della fame. Oltre questi 3 dirigenti di primo piano, sono stati arrestati altri militanti e attivisti nella città di al-Khalil (Hebron), per un totale di 11 prigionieri detenuti arbitrariamente con l’accusa di lottare per la giusta causa palestinese e di militanza politica nel FPLP, considerata da Israele, così come dall’Unione Europea, una “organizzazione terrorista”.
Il raid sionista di domenica avviene probabilmente come ulteriore rappresaglia per l’azione resistente di tre settimane fa a Gerusalemme Est realizzata da giovani membri del FPLP in cui venne uccisa una ufficiale di polizia israeliana. L’operazione “Promise Of Al-Buraq” venne definita dal FPLP come «una solida e chiara risposta ai tentativi di liquidare i diritti dei palestinesi e di rapina di nuove terre».
«L’arresto dei nostri dirigenti non ci impedirà di continuare la resistenza» ha detto il FPLP in una dichiarazione rilasciata domenica. «Il Fronte dichiara che questi attacchi non ci dissuaderanno dal continuare nel nostro ruolo nella resistenza all’occupazione e ad affrontare i crimini ed i progetti che tentano di liquidare la causa palestinese» affermano i marxisti palestinesi, indicando che «questi arresti fanno parte di una campagna lanciata dall’entità sionista e dal suo presidente, il criminale di guerra Benjamin Netanyahu, contro il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e le fazioni della resistenza». Il FPLP accusa inoltre l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) di collaborazionismo con l’occupante.
Con l’arresto di Jarrar, al momento probabilmente uno dei volti più popolari del FPLP, salgono a 13 i membri del Consiglio legislativo palestinese detenuti nelle prigioni sioniste. Oltre 1.500 prigionieri politici palestinesi hanno realizzato uno sciopero della fame, durato 40 giorni (dal 17 aprile al 27 maggio) conquistando con questo provante sforzo compromettente il proprio stato fisico e vita, il riconoscimento da parte di Israele del rispetto delle condizioni basilari e dei diritti fondamentali stabiliti dai regolamenti internazionali. Detenzioni arbitrari in luoghi oscuri e senza diritto all’assistenza legale, torture, persecuzioni fanno parte delle pratiche terroristiche abituali dell’entità sionista nel perpetrare la sua aggressione contro il popolo palestinese e i leader politici che rappresentano i suoi autentici interessi.
Il FPLP, il cui segretario generale Ahmad Sa’dat si trova in una cella sionista da oltre 10 anni, esorta «le masse palestinesi ad accrescere il movimento popolare per sostenere i coraggiosi prigionieri nelle carceri israeliane, Jarrar e Saafin e il prigioniero Muhammad Allan, in sciopero della fame da 25 giorni» e promette di «continuare a difendere i diritti e i principi del popolo palestinese» con l’obiettivo di metter fine all’occupazione.