Il Partito Comunista di Turchia (TKP) ha rilasciato una dichiarazione sulla trasformazione di Santa Sofia in moschea, affermando che il conflitto non è quello tra cristianesimo e islam, ma tra reazione e laicismo e più precisamente tra la classe capitalista e i lavoratori.
Il presidente turco Erdoğan ha firmato ieri un decreto che consente al Museo di Santa Sofia di essere utilizzato come moschea. Il decreto è arrivato dopo che un tribunale turco ha revocato lo stato del sito, facente parte del patrimonio mondiale, stato che dura da 80 anni, come museo.
Il Partito Comunista di Turchia (TKP) ha rilasciato una dichiarazione sulla mossa che ha anche provocato un dibattito internazionale, affermando che si tratta di un conflitto tra reazione e laicismo. La dichiarazione completa è la seguente:
- L’attuale discussione sulla trasformazione di Hagia Sophia in moschea è stata reintrodotta a giugno da İYİP, il partito fascista di opposizione, partner del socialdemocratico CHP nell’alleanza di opposizione parlamentare sulla base di proposte parlamentari concrete. In realtà c’è un sentimento reazionario di lunga data in Turchia. Questa proposta non è stata affatto criticata dall’opposizione fin dall’inizio. Gli attori politici che formano l’opposizione borghese e gli attuali sindaci delle grandi città hanno rilasciato dichiarazioni a favore della trasformazione di Santa Sofia in una moschea. L’HDP filocurdo si è astenuto e non ha respinto la proposta di İYİP. Muharrem İnce, ex candidato presidenziale del CHP, ha persino detto che sarebbe andato a pregare sotto il tetto di Hagia Sophia. Ciò che l’AKP ha fatto è stato prima di negare la proposta in materia in parlamento e successivamente, di ordinare direttamente al Consiglio di Stato, che è praticamente sotto il controllo del potere esecutivo, vale a dire lo stesso Erdoğan, di annullare la decisione di riaprire Hagia Sophia come museo del 1934. Questa è stata una riaffermazione del potere dell’esecutivo in Turchia. Alla fine, si può concludere che la borghesia turca ha agito insieme per iniziare questa discussione e approvarne la trasformazione.
- Annullare la decisione del governo del 1934 significa anche negare i valori progressivi della rivoluzione borghese del 1923, vale a dire repubblicanesimo, laicismo e modernità.
- Il fondamentalismo religioso dell’AKP ha trasformato ogni singola istituzione pubblica in Turchia, compresi diritto, università, istruzione, stampa e ogni altro aspetto della vita sociale, rendendo queste aree dominate dalle regole dell’Islam. TKP ha ripetutamente affrontato il ruolo antioperaio della reazione e del fondamentalismo religioso, che opprime ogni singolo tentativo di resistenza all’interno della classe lavoratrice e sostituisce il potere organizzato dei lavoratori uniti con masse obbedienti apolitiche. Il pericolo reazionario è maggiore di quanto appaia. Solo una settimana fa, una fabbrica di fuochi d’artificio è esplosa in Turchia, causando morti e ferendo decine di lavoratori. Il padrone, capo locale della MUSIAD, l’associazione dei capitalisti islamici, non è stato affatto punito, e invece è stato sostenuto da altri capitalisti nella regione e nel paese. La stessa organizzazione aveva proposto “campi di lavoro” come soluzione per superare le perdite dei profitti durante la pandemia, proposta approvata dal governo poche settimane fa. Non è un caso che proprio nella stessa settimana, sia stata approvata la trasformazione in moschea di Hagia Sophia. La classe capitalista turca ha sistematicamente abusato della religione per guadagnare potere nei rapporti di lavoro. Ora, data la profonda crisi economica nel paese, la povertà, la disoccupazione, la disperazione e l’enorme malcontento tra i lavoratori, la classe capitalista sta cercando di evitare la politicizzazione dei lavoratori e delle correnti di sinistra prendendo slancio, ricorrendo nuovamente alla reazione.
- La decisione comporta in effetti una mossa provocatoria a livello internazionale. La politica pragmatica dell’AKP, basata su manovre quotidiane all’interno delle crepe del sistema imperialista e sulle sue oscillazioni tra le potenze imperialiste, sta perdendo terreno. Il paese è in crisi economica, con livelli di debito interno ed estero senza precedenti. Erdoğan sta cercando di ripristinare il suo potere negoziale politico intimidendo altri paesi, come le mosse contro la Francia in Libia, le azioni militari sul territorio siriano o i conflitti nazionalistici in corso contro la Grecia; ma è ovvio che questo potere è troppo limitato per spaventare le maggiori potenze o le alleanze imperialiste, gli Stati Uniti, l’UE, la NATO e altri, da cui il governo è assolutamente dipendente.
- La guida dell’internazionalismo proletario, come definito oltre cento anni fa dai bolscevichi, è chiara. I conflitti tra la classe borghese di ogni paese, come i litigi nazionalisti o religiosi, la concorrenza e la rivendicazione dei diritti sulle risorse, ecc., non possono costituire terreno di discussione per i comunisti. Leggere tali mosse dall’agenda della classe borghese sarà immensamente fuorviante. Il conflitto non è quello tra cristianesimo e islam, ma tra reazione e laicismo e più precisamente tra classe capitalista e lavoratori.
- Il nocciolo della questione di Hagia Sophia è il dominio della politica di destra in Turchia, da parte sia delle alleanze al potere che a quelle dell’opposizione. È un altro mattone nel muro dell’eliminazione del laicismo dall’ambito politico turco. Favorisce la repressione dei pensieri e della lotta per l’eguaglianza. I comunisti nel mondo devono condannare questa decisione e la mentalità reazionaria borghese che ci sta dietro, che compromette il futuro della classe lavoratrice turca.
- TKP ha difeso e difenderà la posizione che Hagia Sophia rimanga come museo pubblico e non come sede di attività religiose di qualsiasi religione, come uno dei monumenti storici meglio conservati e un luminoso esempio del patrimonio culturale dell’umanità. Contro ogni intervento nella struttura dell’edificio che danneggi la sua originalità è quindi una responsabilità universale.
Il Comitato centrale del Partito Comunista di Turchia
11.07.2020
https://news.sol.org.tr/tkp-transformation-hagia-sophia-conflict-between-reactionism-and-secularism-176814?fbclid=IwAR0CprSqUUfBV8TDS8KurPjD2TZT7Y3S8q7OIh_ma-J7tp_LCX4BnaBYYbk
Correlati