Riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Pietro Fiocchi
Il nuovo anno cinese è cominciato tra festeggiamenti a norma di Covid e notizie eclatanti: al canale televisivo BBC World News è stato formalmente vietato di mandare in onda per tutto quest’anno i suoi notiziari su tutto il territorio cinese per aver “seriamente violato” le regole radio-televisive e anche quelle sulla gestione dei canali satellitari all’estero. Questo è quanto ha comunicato l’Amministrazione Nazionale per la Radio e la Televisione, agenzia statale cinese sotto il diretto controllo del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare, il più alto organismo amministrativo del paese.
La decisione dell’Amministrazione in questione è già stata ampiamente diffusa dalla stampa cinese, in particolare troviamo aggiornamenti e analisi sulla questione sul China Daily, dal 1981 pubblicato in inglese e che ha ad oggi oltre 200 milioni di lettori in tutto il mondo.
L’articolo sul divieto alla BBC nella sua versione App mobile è seguito da una sfilza di commenti tutti più che entusiasti per la decisione di bandire la nota e antica emittente britannica dalla Cina. Un commentatore, che dice che questo sia il modo migliore per salutare il vecchio anno ed accogliere quello nuovo, ha avuto oltre duemila Like.
Una decisione “legittima e ragionevole” per il portavoce dell’Ambasciata cinese nel Regno Unito, che risponde così al segretario di Stato britannico Dominic Raab che aveva parlato questo venerdì di “inaccettabile limitazione della libertà dei media”. Una “libertà dei media” che però secondo lo stesso portavoce dell’Ambasciata cinese a Londra sarebbe un pretesto per fare disinformazione, per dire tutto quello che si vuole anche a scapito di altri paesi, e che comunque a questi resta la lecita facoltà di esercitare una supervisione su quanto fanno i media…
I rapporti tra il Regno Unito e la Cina non sono al loro massimo storico già da tempo, le vicende e gli interessi relativi alla Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong sono una parte rilevante di questo gentlemen’s disagreement. In ogni caso, quando gli alfieri dell’esecutivo di Sua Maestà parlano di violazioni della libertà, dovremmo sempre cercare di accompagnare quanto leggiamo o ascoltiamo con una visione approfondita di quanto riguarda la presenza del potere britannico in India, in Africa, in madrepatria nei confronti dei “sudditi” non ideologicamente allineati e nei confronti della stessa popolazione cinese di Hong Kong, quando gli ordini arrivavano da Londra.
La stampa e quello che la riguarda, spesso in occasioni come questa, ci danno un sentore univoco di come stanno le cose. Proprio la BBC nella primavera del 2018 allarmò il pubblico, britannico e non solo, con la notizia della messa al bando dalla Cina di Peppa Pig, il popolare cartone amato dai bambini, anche quelli cinesi. La notizia venne ampiamente ripresa e commentata anche da noi in Italia: ai bimbi cinesi il “regime” aveva fatto un grave torto…
Ad essere bloccata in rete dalle autorità cinesi era stata la versione parallela di Peppa Pig, con scene di violenza, sangue e altro. Non sappiamo chi sia il fautore della versione trash, ma la Peppa “originale” ha sempre continuato a far ridere i bambini, anche in Cina. Di questo nell’articolo della BBC della primavera del 2018 si accenna come fosse un dettaglio, senza troppo soffermarsi e per poi subito dopo incalzare sostenendo nelle conclusioni, che la rimozione (del Peppa Fake) da parte della piattaforma video Douyin (da noi nota come TikTok) potrebbe essere “solo l’inizio di una più ampia repressione”…