Per lo sciopero generale del 4 novembre

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Per lo sciopero generale del 4 novembre

Il Partito Comunista sostiene, con i suoi militanti e le sue organizzazioni nei luoghi di lavoro e sui territori, lo Sciopero generale indetto per il prossimo 4 novembre dalla Confederazione Unitaria di Base e dal Sindacato Generale di Base, cui hanno aderito altri sindacati conflittuali, e fa appello a tutti i lavoratori, studenti, disoccupati a partecipare ai relativi cortei che si terranno a Milano e a Napoli. Non si tratta di uno sciopero finto, di quelli cui ci hanno abituato i sindacati un tempo concertativi, oggi apertamente collaborazionisti, ma purtroppo anche altre sigle che, pur provenendo dal sindacalismo di base, si sono oggi aggiustate ad una mera rappresentazione del conflitto, che sostituisce a tutti gli effetti la pratica e l’organizzazione di un vero conflitto di classe. Non si tratta neppure di scioperi che fanno da sostegno a piattaforme politiciste, di pura propaganda per improbabili coalizioni (fintamente) sociali, che si trasformano in parate che pretendono di tenere dentro tutti gli sfruttati e che invece li allontano dai luoghi centrali della battaglia contro l’Unione europea, contro i padroni ed i loro governi, e quei luoghi sono ancora le fabbriche, le campagne, gli uffici pubblici, le scuole. Non si tratta inoltre di scioperi che agiscono, danno per scontati e spesso impongono gli scellerati accordi sulle rappresentanze sindacali nei settori privati ed in quelli pubblici, quegli stessi accordi che vogliono minare alla base appunto il diritto di sciopero e le agibilità sindacali dentro e fuori i luoghi di lavoro.

E per il 4 novembre si tratta invece di un sciopero vero, che mette all’ordine del giorno il contrattacco del movimento dei lavoratori nel nostro Paese, dopo decenni di sconfitte e di arretramenti subiti fondamentalmente per ruolo subalterno e rinunciatario, esercitato dalle centrali sindacali cgil-cisl-uil, in presenza invece di una classe borghese che, guidata dalle grandi concentrazioni monopolistiche ed imperialistiche internazionali, non hanno dimenticato né le regole né l’esercizio aggressivo e crescente della lotta e del dominio di classe. Si torna, dunque, alla lotta di classe esercitata dai lavoratori contro i padroni, dalle vaste masse popolari contro le potenze imperialiste e guerrafondaie, dai popoli e non dai ceti salottieri e fintamente, ipocritamente pacifisti, sempre pronti a sostenere le false rivoluzioni armate ed i cosiddetti interventi umanitari… armati.

Lottiamo, quindi, per spostare risorse, interventi, uomini dal campo delle aggressioni imperialiste al campo degli interessi popolari, per andare al contrattacco su tutte le vertenze fondamentali, che riguardano il salario diretto e quello differito, la sanità e la scuola gratuita per tutti, lo sblocco di tutti i contratti nazionali di lavoro, contrastando con ogni mezzo l’attacco ai diversi livelli di contrattazione, il contrattacco anche sui terreni difficili della previdenza e dell’assistenza sociale pubbliche e per tutti, la resistenza ad ulteriori processi di privatizzazione violenta e generalizzata. Tutto ciò non si può realizzare senza una conseguente lotta internazionalista, dentro cui fondamentale è l’azione della Federazione Sindacale Mondiale  (W.F.T.U) e il ruolo del P.A.M.E. greco. Rimane comunque vero che solo una rivoluzione per la conquista del socialismo-comunismo potrà fornire risposte autentiche ai gravissimi problemi dei lavoratori, oggi non più neppure rinviabili con le classiche ricette riformistiche. E’ quindi fondamentale, accanto alle sacrosante lotte materiali ed economiche in campo sindacale, che però hanno bisogno a loro volta della costruzione di un Sindacato di Classe, tenere alto il livello della lotta politica, andando senza esitazioni alla costruzione del Partito Comunista anche in Italia.

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