Nel “giorno della memoria” un fiume di retorica ideologica (nel senso marxiano di “coscienza mistificata”) e strumentale (nel senso di finalizzata subdolamente a legittimare gli attuali equilibri sociali e di classe) invade i nostri teleschermi, i nostri giornali e si diffonde capillarmente attraverso la comunicazione di massa nelle sue varie forme.
Chiariamo subito che, ben lontani da qualsiasi intento revisionistico o negazionistico, il nostro atteggiamento nei confronti dei crimini rievocati (la guerra, la persecuzione razziale e lo sterminio sistematico di milioni di persone) è di netta e inequivocabile condanna storica, politica e morale.
Affermiamo anche che l’uso di questi eventi come “arma di distrazione di massa” per stornare l’attenzione da altri e non meno drammatici crimini (dissoluzione della Iugoslavia, colpo di stato in Ucraina, proditoria invasione di Iraq, Libia, Siria, sistematica persecuzione del popolo palestinese, tentativi costanti e ripetuti di golpe in centro e sud-America, minacce militari attuali e sistematiche ecc.), giustificati però in nome dell’”esportazione della democrazia” è quantomeno di una fastidiosa e repellente ipocrisia.
Aggiungiamo che l’associare, come si fa da alcuni anni a questa parte, la tremenda realtà dei lager nazisti alla questione delle foibe e all’equiparazione nazismo-comunismo aggiunge un ulteriore elemento di discredito alla celebrazione evidenziandone la strumentalità e infangando la memoria del popolo iugoslavo oltre a disconoscere vergognosamente l’eroico contributo del popolo sovietico (un contributo, lo ricordiamo, di quasi 30 milioni di vittime)
Concludiamo denunciando il carattere mistificatorio e manipolativo dell’informazione ufficiale servilmente subordinata ai diktat dei vertici finanziari che, nell’attuale equilibrio capitalistico, sono, insieme a U.S.A., N.A.T.O. e U.E., gli unici veri arbitri dei nostri destini e contro i quali è necessario richiamare l’attenzione di tutti i cittadini e i ceti popolari.