Sempre più frequentemente giungono notizie di proteste e ribellioni nelle forze armate greche contro il loro coinvolgimento nei piani e ordini della NATO. Ultimo caso in ordine di tempo riportato dal quotidiano del Partito Comunista di Grecia (KKE), Rizospastis, che ha pubblicato le dichiarazioni provenienti da marinai in servizio di leva sulla fregata Navarinon e la nave missilistica ad attacco rapido (Fast Attack Craft) HS Ritsos, due navi della Marina Greca costantemente implicate in esercitazioni e missioni della NATO.
In particolare, l’intera flotta greca è regolarmente coinvolta nelle missioni della NATO come ad esempio la fregata “Elli” che viene impiegata nella scorta di navi americane nel mediterraneo orientale, un’area dove si concentrano sempre di più le forze militari di centri imperialisti in competizione, aumentando pericolosamente le tensioni e pericoli. Di fronte a questa situazione, i marinai che servono sulla flotta greca si lamentano del fatto che il loro paese venga trasformato in una portaerei statunitense che semina morte e distruzione, e denunciano il loro coinvolgimento nelle missioni e esercitazioni della NATO, nei piani imperialisti in generale e la volontà del governo di aggiornare e creare nuove basi USA/NATO in territorio ellenico.
Nelle dichiarazioni si legge che «il coinvolgimento del nostro paese nei criminali piani della NATO, esercitazioni di guerra e missioni NATO hanno lo scopo di difendere gli interessi degli Stati Uniti e dell’UE contro i loro concorrenti e non hanno nulla a che fare con gli interessi del popolo greco. Il paese è stato trasformato in una enorme base americana, una roccaforte di guerre e una calamita di possibili attacchi». Un altro marinaio afferma che la «NATO uccide: ridisegna i confini e le sfere d’influenza con il sangue dei popoli. La Grecia è stata trasformata in una gigantesca base americana. Una portaerei “inaffondabile” americana nella regione dei Balcani e del Mediterraneo orientale. Gli interessi della NATO e degli Stati Uniti non hanno alcuna relazione con quelli del popolo greco, al contrario, veniamo coinvolti nei loro attacchi omicidi e nelle esercitazioni di guerra, trasformando il nostro paese in un bersaglio». I marinai dichiarano infine la loro protesta per le disposizioni delle navi che servono, della flotta e forze armate greche in generale «agli ordini e servizi della NATO e Stati Uniti». Le bandiere della NATO, proseguono, «non appartengono a nessuna nave greca», e «i suoi simboli macchiati di sangue sono un disonore per le navi della flotta greca». Le comuni richieste sono che i «killer della NATO lasciano i mari greci e il resto della Grecia; nessuna partecipazione alle esercitazioni e missioni della NATO; chiusura delle basi USA-NATO; uscita della Grecia dalla NATO».
Intanto, il 22 e 23 ottobre, il Partito Comunista di Grecia (KKE) ha convocato una serie di manifestazioni e azioni contro la NATO e le sue basi e installazioni militari in territorio greco. Le principali manifestazioni sono in corso a Atene, Salonicco e Patrasso e in altre città dove il governo, in collaborazione con gli USA, ha programmato l’installazione di nuove basi militari.
Fonti: Rizospastis / idcommunism