PROVE TECNICHE DI “PIENI POTERI”

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PROVE TECNICHE DI “PIENI POTERI”

Il 30 marzo il Premier Ungherese Viktor Orban ha fatto votare dal parlamento una legge speciale che gli conferisce “pieni poteri” con il pretesto di fronteggiare l’epidemia di Covid-19.

Orban avrà così – da quella data fino al momento in cui lui, e solo lui, lo reputerà necessario – la possibilità di esautorare totalmente il parlamento, governare per decreto, abrogare qualsiasi legge, disporre totalmente delle forze armate e delle forze dell’ordine, sospendere a tempo indefinito qualsiasi elezione. Tutto ciò, è bene ripeterlo, a tempo indeterminato e a sua totale discrezione.

Siamo di fronte ad un colpo di stato “morbido” para-fascista, senza spargimenti di sangue e senza colpi di fucile, compiuto da una forza reazionaria come Fidezs (il partito di Orban) che, formalmente, si presenta come una forza moderata, centrista, liberale e/o cristiano-democratica.

A quasi una settimana da questo evento, non si registrano grandi opposizioni all’interno del Partito Popolare Europeo.  Allo stesso tempo, anche l’UE non ha fatto altro che qualche timida protesta e qualche piccolo rimprovero, dimostrando, ancora una volta, che è pronta a non ostacolare anche una svolta autoritaria, se questa non mette in dubbio la sua esistenza, e confermando la sostanziale contiguità tra il fascismo e il sistema socio-economico capitalista.

Ricordiamo quanto abbiamo già scritto (vedi qui), in merito all’Ungheria di Orban, a proposito della cosiddetta “legge sulla schiavitù”, che aumenta le ore di straordinario che il padronato potrà richiedere ai propri dipendenti, portandole da 250 a 400 l’anno,  consentendo il pagamento fino a 3 anni dopo ed eliminando anche la contrattazione sindacale sostituita dalla trattativa diretta tra dipendente e azienda.

L’estrema destra nel 2020 non sempre ha il bisogno di presentarsi con i simboli delle “croci frecciate” (le formazioni filonaziste che governarono l’Ungheria durante la Seconda Guerra mondiale).

Come primo provvedimento dei “pieni poteri”, Orban ha emanato una legge che riduce i diritti alle persone transgender ungheresi, una legge che non ha nulla a che fare l’epidemia di Covid-19. Naturalmente, Orban, per ingraziarsi i settori più retrivi, lancia una crociata di stampo integralista, che vede come oggetto una categoria debole, contro la quale vuole fare convergere l’attenzione generale, cercando di nascondere l’attacco antipopolare. Ancora una volta – sia quando li si difende, che quando li si attacca – i “diritti civili” vengono usati come arma di distrazione di massa, per non parlare dei diritti sociali, quelli dai quali dipendono veramente le condizioni dei lavoratori.

Il Partito Comunista

  • condanna questa svolta autoritaria, che smaschera il volto repressivo e reazionario che potrebbe essere l’anticipazione di quello che può avvenire in tutta Europa da qui in avanti;
  • respinge il tentativo maldestro di usare categorie deboli come “parafulmine” per sviare l’attenzione rispetto alle politiche antioperaie e antipopolari;
  • denuncia il comportamento di tutte le forze europeiste che hanno dato in modo esplicito o implicito il loro assenso a questa manovra;
  • riafferma la più intransigente opposizione alla ventata anticomunista e antipopolare che già da prima dell’emergenza sanitaria sta pervadendo l’Europa, non solo dei paesi dell’est, iniziata con la disgustosa dichiarazione del parlamento europeo sull’equiparazione tra fascismo e comunismo.

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