Referendum RIPUDIA LA GUERRA
Grande MANIFESTAZIONE a MILANO

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Referendum RIPUDIA LA GUERRA
Grande MANIFESTAZIONE a MILANO

In un caldo sabato 27 maggio una trentina di organizzazioni ha portato in piazza a Milano 400 manifestanti che hanno sfilato da piazza Cairoli fino a piazza della Scala, per protestare contro l’invio di armi a Milano.
La manifestazione è stata indetta e organizzata dal coordinamento per la pace locale a cui partecipiamo da un paio di mesi.
Il Partito Comunista è stato tra i partiti il più numeroso e organizzato, portando delle analisi, delle proposte e delle parole d’ordine chiare.

 

Di seguito il video e il testo scritto dell’intervento di Alessandro Pascale, segretario milanese del Partito Comunista.

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=8OIRxI5xqnI

 

CONTRO LA GUERRA DELLA NATO

 

Oggi siamo qui per denunciare al popolo italiano che ci hanno trascinato in una guerra dagli esiti imprevedibili. Userò questo intervento per riepilogare alcuni fatti e per presentare la posizione del Partito Comunista.

È sotto gli occhi di tutti che la guerra alla Russia sta andando male, e che l’economia più colpita non è quella russa, ma quella europea, e in particolar modo italiana. I lavoratori sono i più colpiti e pagano questa guerra di classe con un’inflazione a due cifre. Questa crisi sta creando in Occidente un clima da resa dei conti, con una tendenza all’eliminazione delle voci dissidenti. La libertà di opinione, di parola, di stampa, sono oggi già duramente compromesse dalla capacità di controllo del regime.

In questo contesto, in cui tutto può succedere, non ci si può limitare ad uno sterile pacifismo accompagnato dalla richiesta di “sostenere l’Ucraina”.

A Milano il Partito Comunista ha stampato e diffuso decine di migliaia di copie di questo volantino in cui si dice che la guerra in Ucraina non è iniziata nel febbraio scorso ma nel 2014, a seguito del golpe sostenuto dagli Stati Uniti insieme ai neonazisti contro il legittimo presidente eletto in Ucraina. Dopo il colpo di Stato le popolazioni del Donbass hanno proclamato l’autonomia e da quel momento è iniziata una guerra sanguinaria che, nel totale silenzio dei media occidentali, ha causato oltre 14 mila morti tra gli abitanti del Donbass. In questi anni la NATO ha armato l’Ucraina fino ai denti, non solo per reprimere la rivolta, ma anche per fare la guerra alla Russia per conto degli USA. La Russia è intervenuta in difesa delle popolazioni del Donbass e contro i nazisti Ucraini, dopo che il Parlamento russo ha riconosciuto la loro indipendenza. Da allora, la propaganda cerca di capovolgere la storia per giustificare una possibile terza guerra mondiale nucleare e scrollarsi di dosso le gravissime colpe dell’occidente.

Ribadiamo che i responsabili politici di questa guerra si trovano in Occidente: a Washington, Bruxelles, Berlino, Londra, Parigi e Roma. A Kiev hanno molteplici complici e servi. Abbiamo la consapevolezza che questa è una guerra contro il mondo multipolare, e quindi che in prospettiva c’è una guerra contro la Cina comunista.
Per noi non sono quindi ammissibili l’equidistanza e le tesi degli opposti imperialismi. O si sta da una parte o dall’altra della barricata. Noi stiamo con i popoli del mondo in rivolta contro lo sfruttamento imperialista occidentale in vigore da secoli.

 

 

Molti si chiedono cosa fare per impedire la catastrofe. Bisogna costruire un’alternativa politica, che non può essere la riunificazione di un centro-sinistra antifascista. La pandemia e la guerra hanno mostrato che non basta opporsi alle destre più o meno fasciste, perché perfino il PD è complice di un regime totalitario moderno subalterno agli interessi di un’élite borghese transnazionale. Noi crediamo ad una ricostruzione di un’alternativa necessariamente rivoluzionaria perché antitetica all’imperialismo occidentale.

Dallo scoppio della crisi pandemica ad oggi abbiamo lavorato a ricomporre il variegato “fronte del dissenso” e stiamo costruendo una nuova soggettività politica, Democrazia Sovrana Popolare, un fronte popolare composto da diverse culture politiche (comunisti, socialisti, liberali, cattolici), tutti accomunati dalla volontà di recuperare sovranità nazionale e popolare contro i diktat della NATO e dell’UE.

Oltre a ciò abbiamo deciso di aderire fin dalle prime fasi al Coordinamento per la Pace di Milano perché conosciamo gli organizzatori: sono persone valide e di fiducia che hanno offerto un’analisi dei fatti congrua con la verità storica e alcune parole d’ordine in cui ci siamo riconosciuti:

SI ALLA TRATTATIVA DI PACE!
L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA!
NON UN UOMO, NON UN SOLDO, NON UN’ARMA PER LA GUERRA!

A Roma si sono dimenticati ormai da decenni dell’esistenza dell’articolo 11 di una Costituzione repubblicana chiaramente pacifista. La violazione è palese: il governo italiano alimenta il rischio di un’apocalisse nucleare inviando armi in un conflitto tra 2 nazioni che non appartengono né alla NATO né all’UE. Indichiamo alla classe lavoratrice che le responsabilità di averci precipitato in questa guerra sono dei governi Draghi e Meloni, e delle forze politiche che li hanno supportati. Il primo nemico ce l’abbiamo a Roma e si chiama Giorgia Meloni, la sovranista di cartone che agisce in piena continuità con “l’agenda Draghi”, che poi è l’agenda del club Bilderberg e della loggia massonica P2.

Non dobbiamo aspettarci nulla da certi personaggi. Da un mese e mezzo stiamo lavorando alla raccolta firme del comitato Ripudia la Guerra. Assieme al comitato Generazioni Future stiamo raccogliendo le firme contro l’invio di armi in Ucraina. Lottiamo contro la censura mediatica di un regime asservito alle multinazionali e ai signori della guerra.

L’invito che faccio alla piazza e alle tante organizzazioni qui presenti è a impegnarsi attivamente in questa battaglia: dobbiamo raccogliere mezzo milione di firme entro metà luglio. Abbiamo bisogno del sostegno attivo del popolo, a partire dalla prossima grande manifestazione che terremo proprio qui, in piazza della Scala, il prossimo venerdì 2 giugno, a partire dalle ore 15.

In quell’occasione ribadiremo, come spero farà presto anche questo coordinamento milanese, le parole d’ordine chiare sulla necessità di uscire dalla NATO e dall’UE. Deve essere chiaro che nessuna opposizione alla guerra potrà diventare un’alternativa politica credibile senza l’espulsione delle basi americane dal nostro paese e il ripudio della trojka di Bruxelles.

Per questo diciamo:

NO ALL’INVIO DI ARMI E SOLDI ALL’UCRAINA!
NO ALLE SANZIONI ALLA RUSSIA!
NO ALLE ARMI NUCLEARI NEL NOSTRO PAESE!
L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA!
PER LA PACE!
PER LA SOVRANITÀ NAZIONALE E POPOLARE!
PER IL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA ANTIFASCISTA!
FUORI L’ITALIA DALL’UNIONE EUROPEA E DALLA NATO!

 

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